2024-12-17
Sfiducia in Aula, cade pure Scholz. Berlino al voto con l’industria ferma
Il cancelliere ottiene le elezioni anticipate: «Servono investimenti massicci». Il liberale Christian Lindner: «Così salta l’euro». Pure il capo della Cdu insiste sul freno alle spese. Ma a dicembre gli ordini delle imprese calano ancora.Voleva perdere e ha perso. Il cancelliere socialdemocratico, Olaf Scholz, ha perso la fiducia del Bundestag: 207 i voti a favore (ne servivano almeno 366), 394 voti contro, 116 i deputati astenuti. Si apre, così, la strada alle elezioni anticipate che si terranno il 23 febbraio. Spetta adesso al presidente Frank Walter Steinmeier sciogliere la legislatura.Del resto, questo era l’obiettivo dello stesso Scholz come ha ribadito durante il suo discorso di 25 minuti, durante il quale ha anche parlato della fatica dell’economia tedesca a mantenere il ruolo di locomotiva d’Europa, ma soprattutto ha puntato il dito contro le responsabilità dei liberali del Fdp che hanno fatto venire meno la «coalizione semaforo». All’inizio di novembre Scholz aveva licenziato il suo ministro delle Finanze e leader del partito liberale, Christian Lindner, e rotto il tripartito - formato da Spd, Verdi e Fdp - che guidava il Paese dalle elezioni generali del 2021. La destituzione ha portato all’uscita del Fdp dall’esecutivo e il cancelliere si è trovato con una minoranza composta da 207 deputati socialdemocratici e 117 verdi. Scholz ieri ha accusato i liberali di aver «sabotato il proprio governo» e di «teatralità, che non danneggia solo l’immagine di un singolo governo, ma anche di questa stessa democrazia». E ha usato il discorso sulla mozione di fiducia anche per illustrare il proprio programma, se rieletto. Ha promesso di promuovere l’energia rinnovabile, di rinnovare le infrastrutture e di rimuovere gli ostacoli burocratici. Ha quindi sostenuto la necessità di «investimenti massicci nella nostra sicurezza e difesa», a fronte di «una potenza nucleare altamente armata che oggi sta conducendo una guerra in Europa a sole due ore di volo da qui».Sullo sfondo della battaglia politica ci sono i numeri dell’economia tedesca. L’indice Pmi manifatturiero in Germania è calato a dicembre a 42,5 contro 43 di novembre e ai minimi da tre mesi (le attese erano per un dato a 43,1), mentre il settore dei servizi è rimbalzato a 51 punti dai 49,3 del mese prima. Il Pmi composito si attesta così a 47,8 (a novembre 47,2), al top da due mesi. Il dato ha indicato il sesto mese consecutivo di calo dell’attività del settore privato. Resta la debolezza generalizzata della domanda di base, con afflussi di nuove attività in discesa più di settembre e arretrati di lavoro in calo. Inoltre, l’occupazione è diminuita e c’è stata un’ulteriore ripresa delle pressioni inflazionistiche. C’è stato anche un ampio calo degli affari in sospeso, che ha spinto a un altro significativo ciclo di tagli del personale poiché i produttori hanno cercato di ridurre la capacità operativa. Non solo. Secondo un sondaggio dell’istituto Ifo, solo il 12,6% delle aziende tedesche prevede che gli affari andranno meglio l’anno prossimo. Al contrario, circa un terzo (31,3%) prevede un peggioramento della propria situazione economica nel 2025. La maggioranza (56,1%) prevede che la situazione economica rimarrà invariata nel 2025. In un articolo pubblicato domenica dall’agenzia Bloomberg si sottolinea che con il declino della competitività nazionale ogni famiglia tedesca ha perso 2.500 euro di ricchezza all’anno. La Germania sta raggiungendo un punto di non ritorno. I manager e gli imprenditori lo sanno, ma i politici non hanno trovato risposte. Dopo cinque anni di stagnazione, l’economia tedesca è ora più piccola del 5% di quanto sarebbe stata se fosse stato mantenuto il trend di crescita pre pandemia. Ancora più preoccupante è che la maggior parte del deficit sarà difficile da recuperare, a causa di problemi strutturali come la perdita di energia russa a basso costo e la crisi di Volkswagen e Mercedes. Per raggiungere le altre economie avanzate, la Germania dovrà aumentare gli investimenti annuali in infrastrutture e altri beni pubblici di circa un terzo, a 160 miliardi di euro, sempre secondo Bloomberg. Si tratta di un aumento equivalente a oltre l’1% del Pil. La campagna elettorale, intanto, è già iniziata. Oggi la Cdu e la sua ala bavarese, la Csu, presenteranno il loro programma. Il leader Friedrich Merz è considerato il favorito per diventare il prossimo cancelliere. Il problema, però, è capire con quali alleati governerà. Ieri Merz ha accusato Scholz di aver «fatto precipitare la Germania nella crisi più grande dal dopoguerra» e di non essersi preso le giuste responsabilità di questa situazione. In un’intervista a fine novembre lo stesso Merz aveva detto che «“finché non avremo apportato correzioni radicali sul lato della spesa, non ci saranno certamente cambiamenti nel freno al debito». Scholz ha invece chiesto una riforma del freno al debito della Germania, che limita i prestiti statali allo 0,35% del Pil, una norma costituzionale che era stata ferocemente difesa da Lindner. Che ieri gli ha ribattuto: «Se noi violeremo le regole di bilancio, ben presto si romperanno le dighe nella Ue e non ci saranno più i presupposti per l’unione monetaria».Nel frattempo, le aziende tedesche nella classifica Fortune 500 Europa hanno annunciato oltre 60.000 licenziamenti finora quest’anno. Thyssenkrupp Ag, il più grande produttore di acciaio del Paese e una delle forze originali dietro l’industrializzazione tedesca, ha in programma di ridurre la forza lavoro nella sua unità siderurgica di circa il 40% in questo decennio e di chiudere due altiforni. Tutto questo, con l’Afd che è al secondo posto nei sondaggi e la Bsw di Sahra Wagenknecht che potrebbe entrare nel Bundestag. Insieme, hanno il sostegno di circa un quarto dell’elettorato.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.