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L’Ue deve fare da leva sull’export e migliorare l’accordo col Mercosur
Emmanuel Macron (Ansa)
L’intesa risponderebbe al bisogno europeo di terre rare sottraendoci dal giogo cinese.

Il tema è come rendere l’Ue un moltiplicatore di vantaggi per le nazioni partecipanti. Mettendo a lato la priorità della sicurezza, la seconda urgenza è spingere l’Ue a siglare accordi commerciali nel mondo come leva per l’export delle sue nazioni, in particolare per quelle che non riescono a ridurre la dipendenza dall’export stesso aumentando i consumi interni e con il problema di ridurre i costi di importazione di minerali critici, in particolare Italia e Germania. Tra i tanti negoziati in corso tra Ue e diverse nazioni del globo, quello con il Mercosur (Brasile, Argentina, Paraguay ed Uruguay) è tra i più maturi (dopo 20 anni circa di trattative) e ha raggiunto una bozza abbastanza strutturata.

Export verso Usa +34%. Tanti saluti ai gufi
Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
Nonostante i dazi e un rafforzamento dell’euro, a settembre è boom di esportazioni negli Stati Uniti rispetto allo scorso anno, meglio di Francia (+8%) e Germania (+11%). Confimprenditori: «I rischi non arrivano da Washington ma dalle politiche miopi europee».
L’impulso di Simest alle aziende italiane: mezzo miliardo per crescere in India
Regina Corradini (Imagoeconomica)
Iniziativa della società di Cdp per sostenere le esportazioni. Più contributi a fondo perduto per Pmi e ditte con sede al Sud.
«Con Trump finisce l’era neoliberista»
Stefano Fassina (Imagoeconomica)
L’economista Stefano Fassina: «Il modello globalista, che mette i lavoratori in competizione tra loro, è entrato in crisi nel 2007. L’Europa cambi rotta: l’export non può essere il primo motore di crescita, va sviluppata la domanda interna».
Allargare l’export nel Mediterraneo è la ricetta per sopravvivere ai dazi
Giorgia Meloni (Ansa)
Anche in caso di tariffe al 15%, per controbilanciare i danni dovremo passare da 620 a 700 miliardi di vendite all’estero. La soluzione può essere un’area di libero scambio nel Mare nostrum. Ma attenzione a Parigi.
Le Firme

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