2023-12-27
        I sette fronti di Israele: «Manca solo l’Iran»
    
 
        Teheran, un poster del consigliere militare del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica iraniana Seyed Razi Mousavi, ucciso il 25 dicembre a Damasco (Ansa)
    
Dopo l’uccisione del generale Sayyed Razi Mousavi in Siria, Teheran minaccia: «Inizia il conto alla rovescia». La replica: «Abbiamo già reagito a sei attacchi. Non esiste immunità». Raid Usa contro Hezbollah in Iraq. Benjamin Netanyahu: «Niente pace senza la distruzione di Hamas».In un bombardamento israeliano su Damasco (Siria), lunedì è stato ucciso Sayyed Razi Mousavi: uno dei generali più importanti e anziani delle Guardie rivoluzionarie, la forza militare più potente dell’Iran composta da almeno 300.000 uomini. Mousavi, già braccio destro del generale iraniano Qasem Soleimani, morto in un attentato il 3 gennaio 2020, era responsabile del coordinamento dell’alleanza militare tra Siria e Iran. Inoltre, Mousavi ha avuto un ruolo rilevante nella pianificazione degli attacchi del 7 ottobre scorso. L’Iran grida vendetta con il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Abdollahian, che ha scritto su X: «Il governo dello Stato ebraico deve iniziare il conto alla rovescia». Il Segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale dell’Iran, Ali Akbar Ahmadian, durante un colloquio con l’ex premier dell’Iraq, Adel Abdul-Mahdi, ha affermato che «Israele e Usa non possono vincere». Poi, parlando di Mousavi, ha ipotizzato che «l’assassinio è stato fatto in cooperazione dal regime sionista e dagli Usa, ma alcuni ritengono che con questa azione il regime sionista abbia voluto fare un passo verso l’espansione della guerra». L’attacco degli israeliani in Siria non deve stupire perché dal 7 ottobre, data dell’attacco di Hamas, gli aerei con la Stella di Davide hanno effettuato diversi raid nel Paese, prendendo di mira in particolare gli aeroporti di Aleppo e Damasco. Gerusalemme ha effettuato centinaia di attacchi aerei sul territorio siriano dall’inizio della guerra. Mentre scriviamo il quotidiano Haaretz rende noto che l’esercito israeliano ha ucciso in un raid a Khan Yunis (Sud della Striscia) Hamis al-Najar, membro del Consiglio legislativo di Hamas. Altissima la tensione anche in Iraq, dopo che le forze statunitensi hanno colpito tre siti utilizzati da gruppi sostenuti dall’Iran. Nei raid è stato confermato il decesso di almeno un membro del gruppo filoiraniano Kataeb Hezbollah, mentre altri 24 sono rimasti feriti. Un funzionario del ministero dell’Interno iracheno ha dichiarato che gli attacchi sono stati diretti contro un sito controllato dalle milizie Hashd al-Shaabi nella città di Hilla, capoluogo della provincia di Babilonia, dove si contano quattro feriti. Queste azioni sono state scatenate in risposta a un precedente attacco di droni contro le forze statunitensi, che avevano causato il ferimento di tre soldati, uno in modo grave. Le autorità irachene hanno parlato «di atto ostile degli Usa», mentre il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha affermato che «gli attacchi necessari e proporzionati hanno lo scopo di interrompere e degradare le capacità dei gruppi allineati con l’Iran responsabili degli attacchi contro il personale statunitense». L’altra notte è riapparso -seppur virtualmente - il leader di Hamas a Gaza e numero due dell’organizzazione jihadista, Yahya Sinwar, che secondo l’esercito israeliano è nascosto nei tunnel sotterranei nell’area di Khan Younis, proprio dove ora si verificano i combattimenti più cruenti e dove ieri i proiettili dell’artiglieria israeliana hanno colpito i piani superiori della sede della Mezzaluna Rossa palestinese: ci sono vittime. Sinwar ha detto che Hamas non si arrenderà: «È una battaglia feroce, violenta e senza precedenti contro Israele. Le Brigate Al-Qassam distruggeranno l’esercito di occupazione, sono sul punto di schiacciarlo e non si sottometteranno alle condizioni dell’occupazione». Sull’altro fronte, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant ha chiarito: «Siamo stati attaccati da sette fronti: Gaza, Libano, Siria, Cisgiordania, Iraq, Yemen e Iran. Abbiamo reagito e operato contro sei. Chiunque opera contro di noi rappresenta un obiettivo potenziale. Non c’è immunità per alcuno». Ieri un portavoce degli Houthi ha dichiarato che una nave commerciale, la Msc United, «è stata presa di mira con missili navali dopo aver rifiutato tre chiamate di avvertimento». Poi ha aggiunto che sono stati effettuati attacchi con i droni anche contro la città israeliana di Eliat.Secondo la stampa israeliana, il gabinetto di guerra sta discutendo la proposta egiziana per porre fine al conflitto. La proposta viene discussa mentre andiamo in stampa, tuttavia, èa improbabile che Israele possa accettare un accordo che consenta ad Hamas di avere un ruolo a Gaza dopo la fine della guerra, così come propone l’Egitto. A questo proposito, in un editoriale sul Wall Street Journal, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, scrive: «Israele rimarrà responsabile della sicurezza nella Striscia di Gaza nel prossimo futuro. L’aspettativa che l’Autorità nazionale palestinese smilitarizzi Gaza è un sogno irrealizzabile per il prossimo futuro e Israele dovrà mantenere la massima responsabilità in materia di sicurezza a Gaza». In ogni caso c’è tempo perché secondo il capo di stato maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi: «La guerra a Gaza andrà avanti ancora per molti mesi». Infine, è scontro totale tra Gerusalemme e Onu: Israele non concederà più automaticamente i visti ai funzionari dell’Organizzazione ma deciderà caso per caso. Lo ha detto il portavoce del governo, Eylon Levi, accusando le Nazioni Unite «di essere partner complice delle tattiche di Hamas».