2022-05-13
«Il serpente dell’Essex», la miniserie tra le più attese dell’anno sbarca su Apple Tv+
True
«Il serpente dell'Essex» (Apple Tv)
Esce oggi in tutto il mondo il romanzo di Sarah Perry che Apple Tv+ ha deciso di trasformare in serie: al centro le vicende della vedova londinese Cora Seaborne, interpretata da Claire Danes, che si trasferisce nell’Essex per indagare sull’avvistamento di un mitico serpente, e il legame con il vicario del villaggio interpretato da Tom Hiddleston.Alla morte, a volte, non segue alcun dolore. «Sollievo, piuttosto», una sensazione tangibile di libertà, ha scritto Sarah Perry nel romanzo che Apple Tv+ ha deciso di trasformare in serie. «Non era felicità, non era nemmeno soddisfazione», ha continuato l’autrice ne Il Serpente dell’Essex, liberando la sua protagonista, Cora Seaborne, da un matrimonio triste, cupo. Un matrimonio che sul corpo le ha lasciato i segni della propria devianza. Cora Seaborne ha una cicatrice sotto la clavicola, nel cuore la consapevolezza di non voler più tentare nulla: nessun amore, nessuna relazione. L’essere abietto di cui è stata moglie le ha portato via la voglia di provarci. Non, però, la voglia di vivere. Di rinascere. Di partire per case che non custodiscano cattivi ricordi. Così, quando amici di amici le propongono di trasferirsi a Colchester, nel mezzo della campagna dell’Essex, a Nord di Londra, la donna non ha dubbi da vagliare. Cora Seaborne, insieme al figlio undicenne, Francis, e ad una tata diventata amica, Martha, chiude i bagagli e se ne va, alla volta di un paesino che sembra prometterle una vita migliore: nuove amicizie, la possibilità di indagare la natura, sua grande passione, la chance di rincorrere il mistero. Cora, che nella serie televisiva, al debutto online venerdì 13 maggio, ha il volto di Claire Danes (Sua Signora di Homeland), è attratta da Colchester e dalle sue paludi salmastre, attratta dall’opportunità di cercare l’animale al quale il villaggio imputa le proprie tragedie. Un serpente simile ad un drago, con zampe lunghe e artigli e ali immense, si dice sia responsabile di avvenimenti misteriosi, di fatti che sembrano non possedere alcuna spiegazione logica. Nessuno lo ha visto, il serpente con fattezze di drago, ma il villaggio mormora che esista. Si muova. Che abbia fatto impazzire tutti coloro che, nella nebbia fitta delle paludi, ne abbiano scorto la sagoma. E Cora, insieme al vicario William Ransome (Tom Hiddleston, nella miniserie Apple Tv+), è determinata a scoprire dove stia la verità. Ransome, diversamente da Cora Seaborne, non è mosso da un desiderio scientifico. Più semplicemente, vorrebbe liberare la testa dei propri parrocchiani da quelle che giudica stupide e impure superstizioni. Tuttavia, accodarsi alle indagini della Seaborne è un modo come un altro per giungere all’obiettivo. Quel che Ransome non sa è che altro è destinato a nascere da quel loro sodalizio: un’intesa che somiglia all’amore, una storia che – nel mezzo dell’età Vittoriana – non può essere tollerata. Meno che mai da un paesino che, di fronte all’ennesima tragedia, si trova ad attribuirne le cause alla testardaggine di Cora Seaborne, alle sue ricerche e continue domande. Il Serpente dell’Essex, versione televisiva, ripercorre il precipitare degli eventi, i conflitti interni all’epoca Vittoriana, il legame proibito tra la Seaborne e Ransome. Lo fa prestando estrema lealtà al romanzo dal quale è tratto. Ma, più del libro della Perry, un libro che nel 2017 è stato per lungo tempo il caso editoriale dell’anno, la serie ha un che di dinamico. La trama è movimento, azione. È la traduzione in immagini di tutto quel che Sarah Perry ha affidato alle parole. Le divagazioni storiche del romanzo, le sue dissertazioni politiche e sociali, il serpente utilizzato (unicamente) come pretesto per trattare altro, l’amore e il pregiudizio, non sono state eliminate. La serie – miniserie, formato di rara bellezza – ha conservato una sua profondità. Ma non c’è immobilismo. La pesantezza, e ci scusi Sarah Perry, di certe parti scritte è sfumata. Tom Hiddleston e Claire Danes sono riusciti a rendere contemporaneo quel che nel romanzo è trattato con meticolosità storica. E l’era Vittoriana, ne Il Serpente dell’Essex versione televisiva, è il pretesto per riflessioni più che attuali, per soffermarsi una volta di più sul rapporto tra fede e progresso, per interrogarsi – attraverso la leggerezza magnetica di un giallo soprannaturale – su questioni che sembrano prese dal nostro tempo.