2022-07-02
«Sentenza disciplinare taroccata per punire il medico incerto sui sieri»
La denuncia di uno dei giudici della commissione dell’Ordine di Roma: «Mi hanno impedito di votare contro la sospensione». Il cardiologo aveva prescritto ai pazienti esami per prevenire eventi avversi.Un «processo» farsa. Come se il verdetto fosse stato già deciso ancora prima dell’inizio del procedimento. Tant’è che l’unico dei giudici in disaccordo con gli altri del collegio sarebbe stato prima sottoposto, in camera di consiglio, a varie pressioni, affinché non votasse, e infine escluso, con un colpo di mano, dalla votazione. L’«imputato» è stato dunque dichiarato colpevole all’unanimità, anche se in realtà l’unanimità non c’è stata. Per di più, ancora non si conoscono neanche le motivazioni della sentenza.Non stiamo parlando di un evento accaduto in un Paese dove vige la dittatura bensì nella nostra democratica, si fa per dire, Italia. Questo è quanto si sarebbe consumato presso l’Ordine dei medici di Roma nel corso della votazione sul procedimento disciplinare a carico del cardiologo dell’Umberto I Giuseppe Barbaro, sospeso dalla professione per sei mesi per aver prescritto ad alcuni suoi pazienti esami volti a valutare i rischi della vaccinazione anti Covid. I fatti accaduti sono contenuti in una denuncia presentata alla Procura proprio da quel «giudice» che sarebbe stato escluso dal verdetto. Si tratta del medico Marina Di Fonso, uno dei membri della commissione dell’Ordine che il 9 giugno scorso si è riunita per decidere sul caso Barbaro. La dottoressa Di Fonso avrebbe pure registrato - di nascosto - l’udienza e avrebbe chiesto ai pm di acquisire quell’audio. Dalla registrazione si sentirebbe in maniera chiara - così almeno è scritto nell’esposto - il presidente della commissione chiedere che la Di Fonso fosse esclusa dalla votazione, con la motivazione di un presunto conflitto di interessi in quanto la dottoressa, nella sua posizione di consigliera dell’Ordine, aveva già espresso pareri contrari all’obbligo vaccinale e già si era dissociata dalla decisione di sospendere il noto Giovanni Frajese, ricercatore che ha deciso di non vaccinarsi. Nel caso di Barbaro, in pratica, l’Ordine, secondo la denuncia, avrebbe tolto alla Di Fonso, senza averne facoltà, il diritto di voto per avere espresso legittimamente un parere, peraltro da medico, su una questione medica così cruciale. Ma non solo. La dottoressa sarebbe stata definita dai suoi colleghi, nel corso di quell’udienza - è sempre tutto riportato nella denuncia depositata insieme alla registrazione - una «capobanda di un gruppo di antiscientifici». Peccato che le sue perplessità rispetto alla vaccinazione coatta siano suffragate, ormai, da numerosissime evidenze scientifiche; e tuttavia, in questa vicenda, è il metodo, più che il merito, a destare scalpore. Secondo l’Ordine di Roma, in pratica, i membri della commissione disciplinare sarebbero tenuti a non contestare le imposizioni governative e soprattutto non avrebbero di fatto diritto ad esprimere pareri, tranne appunto, pareri omologati. A cosa dunque servirebbero le commissioni disciplinari? Forse soltanto a ratificare i diktat di delibere ministeriali perlopiù prive di fondamenti scientifici? In base a quali criteri è stato punito il dottor Barbaro, che ha soltanto applicato in scienza e coscienza il cosiddetto «principio di precauzione» prescrivendo cioè analisi volte a tutelare la salute dei suoi pazienti, cioè nello specifico a scongiurare gli effetti avversi dei sieri? Non è dato saperlo perché a Barbaro è arrivato esclusivamente il dispositivo della sentenza (emessa a nemmeno 24 ore dall’udienza), senza però il verbale, nonostante la legge espressamente lo preveda, a pena di nullità. L’Ordine dei medici di Roma perché non ne ha ancora consegnato copia?Di certo, nessuna norma prescrive ai medici di obbedire al governo, piuttosto invece è loro dovere obbedire alla deontologia professionale. Nessuna norma prescrive, inoltre, che gli Ordini del medici siano i cani da guardia del ministero, né che gli Ordini debbano imporre, addirittura, il tradimento del giuramento di Ippocrate per via di una presunta «ragion di Stato». Esattamente questo si sarebbe, invece, verificato nel caso di Giuseppe Barbaro, cardiologo stimato con più di trent’anni di esperienza che non avrebbe dovuto, secondo l’Ordine, prescrivere analisi per prevenire effetti collaterali dei sieri. La vicenda di Barbaro è cosi paradossale che ha suscitato ampio sdegno nell’opinione pubblica e chissà se è stato questo il motivo che ha spinto il presidente della Commissione a silenziare il dissenso della dottoressa Di Fonso. A lei, come al dottor Barbaro e al suo legale di fiducia, Mauro Di Fresco, erano stati sequestrati, prima dell’udienza, i cellulari. Ma la dottoressa Di Fonso ne teneva uno dentro la borsa in modalità aerea col registratore acceso e adesso su quella registrazione dovranno pronunciarsi gli inquirenti.Sono tre i consiglieri dell’Ordine denunciati dalla dottoressa: il presidente Antonio Magi, la segretaria Cristina Patrizi, e il consigliere Musa Hawad Hussein. Marina Di Fonso li accusa di violenza privata, diffamazione e interruzione di pubblico servizio. Descrive, nella sua denuncia, anche una serie di altre irregolarità che a suo dire sarebbero state commesse dall’Ordine nei mesi scorsi, come quella di aver forzato le modalità di voto dei bilanci nonché di aver speso 60.000 euro per affittare un piano dell’hotel Rome Marriot Park, senza che la spesa fosse stata approvata, per una cerimonia di premiazione dei giovani medici vaccinatori.Vedremo, in questi mesi quale esito avrà la denuncia, che già però ha scatenato dei colpi di coda: lo stesso Barbaro ha denunciato alla polizia il presidente dell’Ordine Magi, la segretaria Patrizi, Hussein e pure il vicepresidente dell’Ordine Stefano De Lillo. Mentre l’avvocato di Barbaro, alla luce delle presunte irregolarità rilevate dalla dottoressa Di Fonso, ha chiesto al ministro della Salute lo scioglimento e il commissariamento dell’Ordine dei medici di Roma, questione sulla quale la senatrice Maria Laura Granato ha appena presentato un’interrogazione parlamentare.