2021-07-14
In Senato subito bagarre sulla legge bavaglio
Nonostante gli ultimi tentativi di mediazione fatti da Renzi e Salvini, il ddl Zan per volere di Pd, M5s e Leu non torna in commissione. La discussione inizia in un clima arroventato e potrebbe protrarsi oltre l'estate. I due Matteo concordi: il testo cambi o sarà bocciato.Se c'è una parola che l'ha fatta da padrone, nel prevedibilmente tumultuoso esordio in aula del ddl Zan, quella è stata senza dubbio «buonsenso». Di buonsenso, però, ieri se ne è visto poco, perché il blocco giallorosso ha tenuto il punto e il provvedimento ha avviato il proprio iter d'assemblea, a dispetto delle notorie incognite rappresentate dai voti segreti, dalle tattiche ostruzionistiche e, soprattutto, dall'estremo tasso di conflittualità che il muro contro muro sta generando e che non mancherà di immettere tossine nella maggioranza che sostiene il governo Draghi. Ma tant'è, e se ben tre tavoli che si sono svolti in commissione Giustizia e che avevano fatto emergere una possibile maggioranza a favore di una modifica del testo Zan non hanno prodotto alcun effetto concreto a causa del diniego di Pd, M5s e Leu, resta ora da vedere se la mediazione potrà avvenire in un contesto quale l'aula in cui, di norma, le differenze vengono amplificate piuttosto che appianate. A questo proposito, la riunione di ieri dei capigruppo ha fissato il termine della presentazione degli emendamenti a martedì prossimo alle 12, mentre sui tempi globali dell'iter c'è incertezza, a causa di una serie di decreti in scadenza che dovranno essere votati e che diluiranno inevitabilmente l'esame del ddl Zan, tanto che il suo rinvio a dopo la pausa estiva appare un'ipotesi tutt'altro che remota.Per capire il clima che potrebbe accompagnare questo percorso, la metafora più ficcante è apparsa quella del capogruppo di Iv, Davide Faraone, che dopo il pronti via tra urla, accuse incrociate e fischi ha paragonato l'aula a un ring di wrestling, sport per eccellenza dove il conflitto è messa in scena che però finisce per soffocare i contenuti, anche quando questi sono rilevanti, come nel caso del tema in questione. E in effetti wrestling è stato, con i banchi giallorossi in subbuglio non appena il relatore del provvedimento Andrea Ostellari ha chiesto ufficialmente (invano) il rinvio nella commissione Giustizia da lui presieduta, cercando di «separare i fatti dalla narrazione» e riferendo dei punti critici del testo Zan, riconosciuti come tali dalla maggioranza delle associazioni e dei giuristi auditi in queste ultime settimane. Gli hanno immediatamente risposto, accusando lui e il suo partito (Lega) di malcelare la volontà reale di affossare la legge contro l'omotransfobia, gli esponenti dem Franco Mirabelli e M5s Alessandra Maiorino, e soprattutto un Piero Grasso per Leu, che definire sopra le righe ieri pomeriggio sarebbe un generoso eufemismo, tanto da indurre la presidente Elisabetta Casellati a sbottare con un prorompente: «Gli Europei li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio!». Il tutto mentre al di fuori di Palazzo Madama la macchina degli opposti flash mob si era puntualmente messa in moto, da una parte con le associazioni Lgbt schierate a difesa del testo Zan e dall'altra con le incursioni dei militanti di CasapoundSul fronte politico, la giornata era stata abilmente impostata da Matteo Renzi, che non venendo meno alla fama di catalizzatore dell'attenzione mediatica a dispetto delle striminzite percentuali che i sondaggi accordano a Italia viva, ha convocato alla Camera una conferenza stampa per presentare la sua ultima fatica letteraria (Controcorrente), confermando la propria determinazione a cercare un compromesso sul provvedimento anti omofobia col centrodestra e a incalzare il Pd sul terreno della trattativa. Più tardi, in aula, ha invocato un «patto politico» per modificare gli articoli 1,4 e 7 e approvare il nuovo testo alla Camera «in 15 giorni», perché «un accordo è a portata di mano». Gli ha risposto con toni e contenuti non dissimili pochi minuti dopo il leader leghista Matteo Salvini, convergendo sulla necessità del compromesso: «Occorre superare gli steccati ideologici», ha affermato, chiedendo di «prendere dei 10 articoli del ddl Zan la parte più importante e togliere quello che divide». «Ringrazio - ha concluso Salvini - i promotori di questa legge, e spero che il tratto finale di questo percorso ci veda insieme perché sarebbe un bellissimo segnale». Intanto, i motori dell'Aula si sono scaldati col voto della pregiudiziale di costituzionalità presentata da Fdi e Lega che, trattandosi di uno scrutinio palese e vedendo Iv in questo caso a fianco di M5s, Pd e Leu, non ha offerto sorprese (124 i favorevoli, 136 i contrari e quattro gli astenuti). Altra storia dalla settimana prossima o da quella successiva, quando arriveranno i primi voti «sensibili» e segreti: già da ieri, nei corridoi di Palazzo Madama, a farla da padrone è stato il «gioco del pallottoliere». Che non è difficilissimo, visto che i gruppi che chiedono la modifica del testo Zan, attualmente, coi 17 voti di Iv e i 9 delle Autonomie, sarebbero in maggioranza, al netto dei franchi tiratori che potrebbero agire al riparo dello scrutinio segreto. Allo stato, però, la sensazione prevalente è che questi ultimi graverebbero maggiormente sullo schieramento favorevole al testo Zan, in particolare sui senatori dem.
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)
Ansa
A Chisinau gli azzurri faticano a sfondare il muro moldavo e sbloccano solo negli ultimi minuti con Mancini e Pio Esposito. Arriva la quinta vittoria consecutiva della gestione Gattuso, ma per la qualificazione diretta al Mondiale si dovrà passare dai playoff di marzo.