2018-03-29
L'Ue tace sul colpo di Stato di Juncker: ha pilotato la nomina di un fedelissimo
L'ascesa a capo della burocrazia della Commissione europea di Martin Selmayr, ex capo di gabinetto del presidente, ha generato nuovo caos a Bruxelles. I deputati chiedono chiarezza sulla sua nomina ma c'è anche chi punta ad abbattere il vero regista dell'operazione: l'ex premier lussemburghese.Un certo malumore si aggira per il Parlamento europeo. La causa? Si chiama Martin Selmayr. La sua nomina a segretario generale della Commissione europea non è stata infatti digerita dai deputati di Bruxelles che, in una bozza di risoluzione approntata dalla commissione per il controllo di bilancio, l'hanno definita «un'azione stile colpo di Stato, al limite e forse perfino oltre i limiti della legge». Nel documento, verrebbe inoltre rimarcata «l'irritazione e la disapprovazione dell'opinione pubblica» e si taccerebbe inoltre l'esecutivo comunitario di far correre «un rischio in termini di reputazione non solo alla Commissione europea ma a tutte le istituzioni dell'Unione europea». Il Parlamento ha espresso poi delusione per il fatto che «non un solo commissario» abbia «chiesto un rinvio di questa decisione di nomina o richiesto una discussione di principio sul ruolo» di Selmayr «in questa commissione politica».Queste, insomma, le durissime parole sulla nomina di colui che fu il capo gabinetto del presidente della Comissione, Jean-Claude Juncker, a segretario generale della stessa istituzione. Del resto, non si tratta esattamente di un fulmine a ciel sereno. Già quando era stata annunciata lo scorso 21 febbraio, la nomina di Selmayr aveva suscitato un vespaio di polemiche. La promozione, entrata in vigore a inizio marzo, è stata difatti accusata di non poca opacità. E, nonostante la Commissione abbia rivendicato delle procedure formalmente corrette, parte del Parlamento europeo non sembrerebbe pensarla allo stesso modo. Al tempo si parlò di un'operazione alla maniera di House of Cards, per citare la celebre serie tv con protagonista, fino alla cacciata per lo scandalo a luci rosse, Kevin Spacey. Perché la procedura fosse valida, per il ruolo di vicesegretario servivano due candidati: così, assieme a Selmayr, si presentò anche la sua vice nel gabinetto di Juncker, Clara Martinez Alberola, che in cambio è diventata nuovo capo di gabinetto proprio di Juncker. Che però ritirò la sua candidatura dopo pochi giorni. Così, conquista la carica di vicesegretario generale, gli è bastato soltanto attendere le dimissioni di Alexander Italianer, che ha deciso di andare in pensione anticipatamente dopo 32 anni di servizio, per conquistare la guida dell'apparato burocratica della Commissione. Tuttavia, più in generale, sono svariati i nodi politici che pesano sulla questione come una spada di Damocle. Storicamente, Selmayr risulta infatti molto vicino al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ed è per questo da molti considerato un suo fedelissimo. Ragion per cui, i nemici di Juncker non nutrono troppe simpatie per Selmayr, ritenendolo una longa manus del presidente. Ciononostante non si fermano qui le critiche rivolte al nuovo segretario. Convinto fautore di una maggiore integrazione europea, Selmayr si è attirato le antipatie delle frange più euroscettiche del Parlamento dopo essere stato accusato di aver lasciato filtrare volutamente alla stampa voci mirate a indebolire la posizione britannica nei negoziati per la Brexit. Inoltre, la sua tendenza ad accentrare potere nelle proprie mani e il fatto stesso di essere tedesco lo hanno sempre reso un facile bersaglio da parte di chi non tollera l'influenza della cancelliera, Angela Merkel, in seno all'Unione europea. Senza poi dimenticare che, anche all'interno dello stesso Partito popolare europeo (teoricamente vicino alle posizioni politiche del neosegretario) non tutti sono esattamente felici della sua ascesa. Per quanto, è bene ricordarlo, non è che il nuovo segretario risulti isolato dalle parti di Bruxelles, vantando agganci influenti tra le alte sfere europee. Non sono pochi infatti i nomi di peso che lo spalleggiano, a partire - sembrerebbe - dall'ex presidente dell'Europarlamento, il socialdemocratico tedesco, Martin Schulz. Fatto, questo, che mette in evidenza una certa trasversalità politica di Selmayr.In questo caos, si sta cercando di arrivare a una soluzione tutt'altro che scontata. I toni sono ancora aspri. Eppure qualcuno tesse pazientemente, sperando di arrivare a una quadra. Se il liberale olandese Gerben-Jan Gerbrandy parla addirittura di un «colpo di Stato politico-amministrativo», la Commissione starebbe invece cercando di giungere a una sorta di compromesso. In sostanza, l'idea sarebbe quella di far restare in carica Selmayr sino alla scadenza del mandato di Juncker. Almeno questa sembrerebbe essere la linea del commissario per il bilancio, Günther Oettinger, che non a caso ha affermato: «Nessuno è segretario generale a vita. Come ogni funzionario di alto livello, deve beneficiare della fiducia del suo superiore gerarchico cioè il presidente della Commissione». «Ormai è chiaro a tutti che la scelta di Selmayr è stata una nomina politica di Juncker. Vorremmo che Selmayr metta almeno nero su bianco le sue dimissioni a partire dalla prossima legislatura europea. Questo per garantire la possibilità alla successiva Commissione europea di sostituire il segretario generale secondo una procedura più trasparente». Con queste parole l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Marco Valli si è rivolto al commissario Oettinger durante in audizione.Adesso bisognerà vedere se a prevalere sarà la strategia del commissario. Ma le incognite non sono affatto poche. Da una parte, è tutto da dimostrare che un profilo tanto ambizioso quanto accentratore come quello di Selmayr possa accettare una simile limitazione. Dall'altra, gli svariati nemici di Juncker potrebbero voler proseguire lo scontro, per arrivare a colpire direttamente il presidente della Commissione. Insomma, non è solo la Casa Bianca a essere sull'orlo di una crisi di nervi.
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