2019-05-19
Se Salvini è il nuovo Hitler allora Prodi è uguale a Stalin
È assurdo paragonare le politiche del governo al nazismo. Proprio come sarebbe folle accostare Mortadella e il leader sovietico perché causarono morti con i blocchi navali. Provate a immaginare che cosa sarebbe accaduto se un'insegnante avesse lasciato passare, in una ricerca in classe, il parallelo tra Josif Stalin e Romano Prodi. Oppure se avesse acconsentito ad accostare il nome di Lavrentij Pavlovič Berija, ossia del temibile capo della polizia sovietica, a quello di Giorgio Napolitano, lasciando intendere che i due si comportassero allo stesso modo. O, ancora, se Beniamino Andreatta, ex ministro della Difesa nel primo governo Prodi, fosse stato paragonato a uno dei tanti gerarchi russi. Lascio a voi il compito di pensare alle reazioni indignate e, soprattutto, alle sanzioni che ne sarebbero seguite. Probabilmente l'insegnante sarebbe stata cacciata dalla scuola e non le sarebbe stato più consentito di salire in cattedra, giudicata inabile a educare. Del resto, al professore Pietro Marinelli, docente in un istituto di Corsico, solo per essersi permesso di criticare il ramadan in presenza di una studentessa di fede musulmana è accaduto di essere denunciato e, successivamente, trasferito perché incompatibile con le regole di una scuola aperta e pluralista. Vi state chiedendo che cosa c'entrino Stalin, Prodi, Napolitano, Berija e Andreatta con Marinelli? Ve lo spiego in pochi istanti se avete la pazienza di seguirmi. Il Venerdì Santo del 1997, quando Prodi era presidente del Consiglio, Napolitano ministro dell'Interno e Andreatta della Difesa, una corvetta italiana speronò una nave albanese carica di profughi. Morirono più di 80 persone, tra le quali anche donne e bambini. La Katër i Radës, questo il nome della motovedetta, portava disperati che fuggivano dalla miseria e dal disastro di un Paese ex comunista e speravano di trovare fortuna in Italia. Invece trovarono ad attenderli un blocco navale disposto dal governo italiano, di cui per l'appunto facevano parte con incarichi di responsabilità Prodi, Napolitano e Andreatta. Il cargo cercò di raggiungere comunque le coste pugliesi e si scontrò con una nave della marina militare, colando a picco in pochissimo tempo. Se qualcuno avesse voluto cercare paralleli storici a buon mercato avrebbe potuto richiamare alla mente la motonave Gustloff, che il 30 gennaio del 1945 fu affondata da un sommergibile sovietico. Anche la Gustloff era carica di profughi (oltre 10.000, poco meno della metà dei quali erano bambini) ma l'S-13 sovietico, pur di fermarla, lanciò 4 siluri. Nelle acque gelide del Baltico morirono in 9.000 e solo 1.230 persone furono tratte in salvo.Certo, c'era la guerra e gli eserciti in campo non facevano differenza fra navi militari e civili. Tuttavia, se qualcuno avesse voluto mettere in scena una grossolana polemica, avrebbe potuto accostare i nomi di Prodi, Napolitano e Andreatta a quelli dei gerarchi comunisti che diedero l'ordine di bloccare la fuga dalla guerra di persone inermi. Anche gli albanesi a bordo della Katër i Ratës erano in fuga. I primi scappavano dall'Armata rossa, i secondi dal disastro lasciato dal comunismo. Ovviamente nessuno fece il grottesco accostamento e se qualche prof lo avesse fatto, o se lo avesse lasciato fare ai propri studenti, credo sarebbe stato giusto sanzionarlo, perché una guerra o un regime dispotico e criminale come quello sovietico non potevano neppure lontanamente essere accostati alla situazione dell'Italia nel 1997. Sarebbe stato un esempio di banalizzazione del male.Vi chiedete perché ho fatto questa lunga tirata, facendo un paragone un po' bislacco? Perché io credo che la professoressa Rosa Maria Dell'Aria sia una pessima insegnante e - a differenza di quanto sostiene tutta l'intellighenzia progressista che in odio a Salvini è pronta a giustificare ogni cosa - credo che abbia sbagliato. Infatti, consentire che si accostino le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza del 2019, quasi che le prime siano la stessa cosa del secondo, non è solo un errore: è un esempio di faziosità educativa che non ha nulla a che fare con la libertà d'insegnamento o di opinione, ma solo con la malafede. Lasciar correre le immagini dei vagoni piombati con cui si deportarono gli ebrei insieme agli autobus con aria condizionata che sono serviti a trasferire i profughi da un centro di accoglienza all'altro, non è solo una stupidaggine: è un insulto alla tragedia della Shoah. Così come lo è mettere sullo stesso piano gli ebrei in fuga dal genocidio e dai forni crematori con i profughi che arrivano sui barconi.Certo, ognuno a proposito dell'immigrazione può avere le proprie opinioni. Ma dall'aula, quando si insegna, quando cioè si formano le personalità dei futuri italiani, le proprie opinioni politiche devono restare fuori. Invece la scuola sta diventando sempre più terreno di propaganda politica e non di insegnamento. Così, dopo il caso della professoressa Dell'Aria, veniamo a sapere che il 24 maggio a Seregno un'insegnante, su invito del preside, accompagnerà i propri studenti a una conferenza organizzata dalla Cisl di Monza. Titolo: «Il diritto contro i diritti. 1938-2019». Sottotitolo: «Scusate se non siamo affogati». La scuola è pubblica, cioè di tutti, ma a volte è presa in ostaggio da insegnanti che vogliono indottrinare gli alunni in base alle proprie tendenze. Per questo, un giorno, mi piacerebbe che in classe, a Seregno, a Palermo e in tutte le altre scuole dove si fa politica, si tenesse una conferenza con il seguente titolo: «Scusate se non siamo comunisti». E neanche immigrati.
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