2025-01-27
Se la fa Trump, la pace non è più un valore
Donald Trump e Volodomyr Zelensky (Ansa)
Su «Repubblica» Ezio Mauro sostiene che il tycoon vuol fermare le armi solo per i suoi interessi. Meglio chi, sempre per suo vantaggio personale, soffia sul fuoco della guerra?Eravamo certi che prima o poi qualcuno avrebbe scodellato questo meraviglioso ragionamento, era solo questione di tempo. E ora, anche abbastanza velocemente, il momento è articolare un pensiero tanto profondo e tanto rappresentativo della visione progressista? A dirla tutta, la pensata non è nemmeno troppo complessa, ma bisogna pur presentarla bene, altrimenti si rischia che il popolo non si faccia convincere e la veda per quella che è: una castroneria pazzesca. Per farla breve, la posizione è questa: se la pace la porta Donald Trump, allora non va bene. Non è vera pace, non è sincera, non è giusta. Peggio: è una mistificazione, uno spettacolino che serve a portare consenso al nuovo dittatore statunitense e a fare felice Putin. Mauro riconosce che Donald ha il vento della Storia in poppa e sta rapidamente ridisegnando le mappe culturali e politiche del globo. «Soltanto i due conflitti, in Medio Oriente e in Ucraina, sono in dissonanza e in controtendenza con il nuovo ordine mondiale che il presidente americano battezza fin dall’ingresso nello studio ovale della Casa Bianca. Bisogna dunque che le guerre finiscano per realizzare quella pax trumpiana che non è un obiettivo in sé in nome di un valore superiore, ma uno strumento indispensabile per ritrovare il filo smarrito di un governo del pianeta».Capito? Trump vuole la pace per il suo interesse, non perché la consideri un valore. Ma seguiamo il ragionamento. «Dopo la tregua mediorientale, fragile ma indispensabile, tutto si concentra ora su Russia e Ucraina per arrivare a un cessate il fuoco e portare Putin e Zelensky a un tavolo di trattativa. Un negoziato dopo tre anni di guerra nel cuore dell’Europa», ammette Mauro, «sarebbe in ogni caso un sollievo per il mondo intero e un successo per Trump, la prova del ruolo ritrovato degli Stati Uniti in campo internazionale dopo il ritiro-ritirata dall’Afghanistan, la conferma dell’autorità d’intervento americana nella regolazione dei conflitti altrui». Già, in effetti portare la pace in Ucraina sarebbe una decisa svolta rispetto alle politiche guerrafondaie dei democratici. Ed è proprio qui che Mauro inizia a perdere la bussola: «La pace non è sempre uguale a sé stessa, perché la sua qualità e la sua durata dipendono dalle condizioni in cui si realizza e dal fondamento morale e civile con cui l’accordo di riconciliazione fa giustizia dei torti e delle ragioni della guerra», scrive. E insiste: «Ora, il trumpismo non è neutro, e la sua iniziativa rischia di non essere neutrale, se guardiamo alla strategia rivelata dalle prime mosse del presidente americano. Trump cerca la pace come una sua vittoria, non come una vittoria della giustizia. La fine del conflitto, o anche solo per il momento una tregua che sospenda l’uso delle armi, sarebbe comunque un risultato importante, e salvando molte vite dalle due parti del fronte avrebbe certamente una ragione morale in sé. Non è dunque il caso, si potrebbe dire, di andare troppo per il sottile, ogni soluzione è benedetta se spegne il fuoco dei fucili, ferma i missili e blocca i carrarmati. Il problema è che la pace in Ucraina, il giorno che verrà, non sarà soltanto il sigillo finale dell’ultima guerra, ma anche il fondamento del nuovo ordine europeo, la base su cui dovrà poggiare il futuro equilibrio del vecchio continente». Meraviglioso: la pace è pur sempre pace, ma Trump la vuole per le ragioni sbagliate. Pensate: il perfido Donald ha addirittura la faccia tosta di trascurare i valori che, a parere di Mauro, costituiscono invece l’anima dell'Europa. «L’importante - per Putin come per Trump - è che nella trattativa non entri l’Europa, con i suoi valori e i suoi principi universali, incompatibili con l’imperialismo di qualsiasi colore, e che il principio democratico non sia il codice del negoziato», sentenzia l’editorialista di Repubblica. «Così si scopre che la debolezza dell’Europa nasconde una sua riserva di forza inaspettata. Perché la Ue è l’ultima custode della liberal-democrazia d’Occidente svalutata in tutto il mondo: che è venuta a rifugiarsi fin qui, dov’era nata». Parole commoventi, come no. Sfugge solo un piccolo particolare: l’Ue sarà pure la culla della democrazia, ma ha serenamente lasciato che la guerra divampasse e che generazioni di ucraini fossero sterminate. Si è limitata a scodinzolare e a obbedire rapidamente agli ordini dei padroni anglofoni. Sì, è vero: la pace a Trump conviene. Però conviene anche a noi, a tutti. La pace è giusta perché è pace, non per altro. Ed è meglio chi la fa per interesse che chi, per interessi ancora peggiori, favorisce guerra e morte.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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