2024-06-21
La scure sulle case green provoca i primi danni: 2,5 milioni già in vendita
Si cede per evitare le future ristrutturazioni. La norma riguarderà circa 5 milioni di immobili con spese tra i 20 e i 55.000 euro ed esborsi complessivi per 180 miliardi.L’allarme su queste pagine lo abbiamo lanciato da tempo. L’obbligo di mettere in regola un numero elevato di immobili in pochi anni, per rispettare la direttiva europea sull’efficientamento delle case green, creerà un collo di bottiglia. Chi non ha la liquidità necessaria per intervenire dovrà chiedere alle banche fidi che, come già sta accadendo ora, saranno più costosi di quelli applicati alle case con classi energetiche migliori. Chi, a scendere nella scala della ricchezza, non otterrà il mutuo sarà costretto a vendere la casa. E lo dovrà fare a un prezzo più basso, diventando più povero. La normativa europea è entrata in vigore da poco ma ecco che arrivano già i primi dati che confermano la, ahinoi, facile previsione: secondo un’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, quasi 2,5 milioni di italiani hanno deciso di mettere in vendita la propria abitazione per evitare possibili futuri costi di ristrutturazione. Ma anche chi oggi vuole comprare casa è spesso condizionato dalla nuova norma: ci sono quasi 3 milioni di italiani in cerca di un immobile che hanno cambiato i propri criteri di selezione limitando la ricerca alle sole abitazioni efficienti, non toccate dalla direttiva Ue. La tendenza è diffusa maggiormente nelle regioni del Nord ovest, dove la percentuale arriva al 60%, a fronte di una media nazionale pari al 50%. Sono, invece, poco meno di 800.000 gli italiani che stanno appositamente cercando di comprare una casa con basse prestazioni energetiche, nella speranza di risparmiare sul prezzo d’acquisto. Dinamica, questa, più presente nelle regioni del Centro Italia (18% a fronte di una media nazionale pari al 13%). In Italia, secondo le prime stime, la direttiva Ue sulle case green potrebbe riguardare, potenzialmente, quasi 5 milioni di immobili residenziali, con spese di ristrutturazione variabili tra i 20 e i 55.000 euro a famiglia. Cifre importanti che, naturalmente, fanno paura a molti italiani: tra chi è a conoscenza della norma, il 43% dichiara di essere spaventato dalla possibilità di dover far fronte a costi così importanti per ristrutturare casa e non sorprende vedere come in molti stiano pensando di vendere la propria abitazione piuttosto che mettere mano al portafogli. Attenzione ad altri due dettagli che emergono dall’indagine: nonostante il recente stop al Superbonus deciso dal governo Meloni, il 15% del campione intervistato ha dichiarato di essere fiducioso del fatto che ci saranno degli aiuti statali per far fronte alle spese di ristrutturazione. Sono, inoltre, circa 2,9 milioni di italiani che credono che la norma non diventerà mai operativa in Italia. Ma per chi volesse finanziare lavori di ristrutturazione, meglio un prestito personale o un mutuo? Per importi contenuti, normalmente fino a 40-50.000 euro, la strada percorribile è quella del prestito personale, poiché gli istituti di credito tendono a non erogare mutui di tale entità. Secondo le simulazioni di Facile.it e Prestiti.it, ipotizzando un prestito da 35.000 euro per migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione, da restituire in 10 anni, i migliori tassi disponibili online partono dal 7,5%, con una rata mensile di 415 euro al mese. Se invece l’importo è più elevato l’opzione adeguata è quella del mutuo ristrutturazione: per un finanziamento da 60.000 euro in 20 anni, valore immobile 200.000 euro, i migliori tassi (Tan) disponibili online partono dal 3,10%, con una rata mensile pari a 335 euro. Ai numeri di Facile.it si aggiungono anche quelli prodotti da un modello elaborato ad hoc da Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano. Qualora venisse recepita dall’Italia, adeguarci alla direttiva Ue casa Green (Energy performance of buildings directive) costerebbe ai proprietari immobiliari circa 180 miliardi di euro. Una cifra comparabile con quanto è stato speso nell’ultimo triennio tra superbonus, ecobonus e bonus casa, ma che per essere efficace dovrebbe essere spalmata su un numero molto più ampio di edifici, in particolare quelli nelle peggiori condizioni appartenenti alla classe G, che sono circa 5 milioni (il 40% dell'intero parco immobiliare italiano) e andrebbero adeguati per quasi la metà. Secondo Casa Green, che definisce i requisiti e i target da conseguire entro il 2030 per immobili residenziali e non, nuovi e ristrutturati, dovremmo ridurre il consumo di energia primaria per gli edifici a uso abitativo del 16% rispetto al 2020, quindi di 6,32 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, passando da 39,49 Mtep a 33,17) e ben il 55% di questo risparmio dovrebbe riguardare gli immobili di classe G, che sarebbero da efficientare almeno per il 43%, in metratura o in numero di edifici. Un intervento che costerebbe tra i 93 e i 103 miliardi, stando all’analisi contenuta nell'ultimo report di E&S, a cui ne andrebbero aggiunti circa altri 80 per coprire il restante 45% dell’obiettivo, intervenendo sugli edifici delle altre classi energetiche. Il conto complessivo si attesterebbe così attorno ai 180 miliardi. Più al verde di così.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.