2021-01-26
Lo scrittore che capì per primo cosa c’è dietro l’immigrazione
Jean Raspail ne «Il Grande Altro», In edicola con «La Verità» e «Panorama», sviscerò l'uso ipocrita della causa umanitaria. L'attenzione agli immigrati è strumentale e disumana.Di seguito pubblichiamo un estratto dell'introduzione del nostro direttore, Maurizio Belpietro, al testo inedito di Jean Raspail, Il Grande Altro, che potete trovare all'interno del volume Contro l'invasione, da oggi in edicola con La Verità e Panorama a 7.90 euro. Il grande romanziere francese, che per primo ha rappresentato il fenomeno dell'immigrazione di massa come un pericolo per la stabilità europea, ha anche tolto la maschera del buonismo all'ideologia che alimenta le politiche dell'accoglienza della sinistra.Qualcuno di voi potrebbe chiedersi: perché, per trattare un tema attuale e complesso come quello dell'immigrazione, avete scelto di pubblicare il libro di un autore francese, il quale per altro era un romanziere e non un giornalista, un politico o uno studioso?La risposta è semplice: perché Jean Raspail ha compreso - molto più di tanti giornalisti, politici e insigni accademici - il funzionamento dell'immigrazione di massa. Lo ha descritto prima in forma romanzesca, ne Il Campo dei Santi, uscito addirittura nel 1973. Poi è tornato sul tema nel saggio Il Grande Altro, che abbiamo deciso di pubblicare in anteprima.Raspail, già decenni addietro, aveva raccontato cose che poi si sono effettivamente realizzate. E che ancora oggi continuano ad accadere. Soprattutto, egli aveva compreso che gli intellettuali e le anime belle, in particolare quelle di sinistra, avrebbero abbracciato in toto la causa «umanitaria», offrendo un contributo fondamentale all'invasione dell'Europa.[...] Per rendersi conto di quanto avesse ragione basta guardare che cosa sia accaduto nei mesi difficili dell'emergenza Coronavirus. Partiamo intanto dai numeri. Dal primo gennaio al 31 dicembre 2020 in Italia sono sbarcate 34.154 persone. L'anno prima ne erano arrivate soltanto 11.471. Nel 2018, invece, si risentiva ancora della grande ondata degli anni 2016-2017, e la cifra fu un poco più alta: 23.370 persone, comunque meno che nell'anno appena trascorso. Se ci pensate bene, sono numeri impressionanti. Mentre gli italiani venivano costretti fra le mura domestiche da un profluvio di decreti e decretini, impossibilitati a uscire di casa anche solo per fare una passeggiata o addirittura, in certi momenti, per andare a messa, le nostre frontiere continuavano a restare spalancate. [...]Non è tutto. Il governo giallorosso in carica durante la pandemia tra le sue priorità ha avuto quella di smantellare i cosiddetti «decreti sicurezza» voluti da Matteo Salvini (e dalla parte «gialla» dello stesso governo, in precedenza alleata con la Lega). In questo modo, è stato abbattuto ogni argine all'invasione, e infatti gli sbarchi hanno continuato ad aumentare. Mentre gli ingressi crescevano, Salvini veniva mandato a processo per sequestro di persona, accusato di avere tenuto «prigionieri» in mezzo al mare, nell'estate 2019, un centinaio di migranti.Quindi non solo sono stati spalancati i confini, ma l'uomo che aveva provato a difenderli è stato trattato da criminale.Perché è stato fatto tutto questo? Forse per interesse reale riguardo la sorte degli stranieri? Nemmeno per sogno. Tutto questo è avvenuto per ragioni ideologiche e politiche. Mentre gli indignati speciali reclamavano a furor di popolo la condanna del ministro che aveva osato tenere a bagnomaria per cinque giorni un centinaio di presunti profughi, gli stessi contestatori in servizio permanente se ne sono rimasti zitti di fronte alla morte di un ragazzino di 15 anni, trattenuto a bordo di una nave lazzaretto ormeggiata in rada davanti alla costa palermitana.La storia di Abou, originario della Costa d'Avorio, è stata denunciata da Erasmo Palazzotto, deputato di Liberi e uguali, l'unico che non abbia spento i riflettori sul serio caso degli extracomunitari messi in isolamento su navi quarantena volute da Luciana Lamorgese. Imbarcazioni costosissime su cui sono stati piazzati i migranti arrivati durante la pandemia nel tentativo (fallimentare) di arginare i contagi. Abou aveva attraversato il deserto e poi con un barcone aveva cercato di passare il Mediterraneo per arrivare in Italia. La nave di Open Arms lo aveva raccolto e traghettato verso il nostro Paese, dove una volta giunto era stato messo in isolamento per paura del Covid. Secondo la ricostruzione presentata in Procura, Abou sarebbe stato trasferito a bordo di un traghetto, l'Allegra, a metà settembre, e dal 18 al 30 sarebbe rimasto in quarantena. Il 28 settembre il ragazzo fu visitato per la prima volta e il medico di bordo segnalò che non parlava, non mangiava e pareva disorientato e poco collaborante, oltre a notare ferite sul corpo che sembravano essere riconducibili a torture. Le condizioni del giovane però non indussero le autorità a disporre il trasferimento, che fu richiesto solo il giorno dopo. Lo sbarco del ragazzo e il ricovero all'ospedale di Palermo avvennero la notte successiva, tra il 30 e il 1 ottobre, quando ormai non c'era quasi più niente da fare. Il quindicenne infatti arrivò al pronto soccorso già in coma e venne subito intubato e poi trasferito in rianimazione, dove morì il 5 ottobre.Quando al Viminale c'era Salvini, sulla nave della capitana Carola Rackete si mosse il procuratore di Agrigento, il quale senza che vi fossero particolari allarmi salì a bordo per controllare le condizioni di salute dei migranti. Sulla Sea Watch 3 s'imbarcò pure un gruppo di onorevoli del Pd, fra i quali Matteo Orfini e Graziano Delrio. Ma nessuno di questi capitani coraggiosi è salpato per raggiungere l'Allegra, nessuno si è mobilitato per prendersi cura dei minori a bordo della nave lazzaretto.Finché al potere c'era quel cattivone del ministro dell'Interno del governo gialloblù, giornali e televisioni seguivano ogni sospiro delle eroine dell'emergenza umanitaria, documentavano ogni azione delle Ong, mostravano a ripetizione le storie strappalacrime degli stranieri. La morte di Abou sotto il governo giallorosso, invece, si è guadagnata giusto qualche rigo in cronaca. Perché i profughi che muoiono con i compagni al governo non suscitano pietà, ma soprattutto non servono più.Questa è l'ideologia. I migranti sono necessari per alimentare il sistema dell'accoglienza, o altri giri sporchi. Sono usati per fare propaganda e accusare di razzismo chi vuole respingerli. Ma delle loro reali condizioni, e dei disastri che l'immigrazione di massa produce, sono ben pochi a interessarsi.Che sarebbe finita così, Jean Raspail lo aveva capito decenni fa. Per questo abbiamo deciso di pubblicare il suo saggio: ci auguriamo che faccia aprire gli occhi anche a chi, finora, li ha tenuti chiusi per interesse e ipocrisia.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson