2023-01-29
Scintille tra Mosca e Roma: insulti a Crosetto
Dmitri Medvedev attacca il ministro della Difesa: «È uno sciocco raro». Lui replica: «Pensi a metter fine alla guerra». E poi smentisce la notizia di un acquisto congiunto di 700 missili Aster-30 con la Francia. Raid ucraino su un ospedale nel Donbass fa 14 morti.Da tempo il ruolo di primo piano assunto dall’Italia nell’assistenza alla difesa ucraina non va giù a Mosca. Proprio sul punto si è consumato lo scontro tra il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, e il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. «Se i carri armati russi arrivano a Kiev scoppia la terza guerra mondiale», aveva sostenuto Crosetto nel motivare, nell’incontro con il suo omologo francese, Sébastien Lecornu, l’appoggio a Kiev. L’affermazione ha indispettito Medvedev, che ha usato toni pesanti: «Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere in Europa, ma un certo ministro della Difesa, di una certa Italia ha definito la fornitura di veicoli corazzati e altre armi all’Ucraina una prevenzione della terza guerra mondiale. Un raro eccentrico». Crosetto non ha tardato a rispondere con ironia. «Ha “ragione” Medvedev perché, nonostante ciò che lui o l’ambasciatore russo in Italia possono cercare di fare, insinuare e premere per farmi cambiare idea, diffondendo fake news sulla Difesa italiana o attacchi personali di bassa lega, io mi ostino a pensare che sia giusto aiutare una nazione aggredita senza alcuna ragione, come l’Ucraina. Sarei stato pronto a farlo anche per il popolo russo, a parti invertite». Crosetto ha ricordato che, se Mosca si sedesse al tavolo della pace mettendo fine alle ostilità «cesserebbe sia la guerra, sia gli aiuti militari dell’Italia e degli altri Paesi». Nel marasma di informazioni che si susseguono sui Paesi che forniscono armi e sulla tipologia delle stesse, la Difesa italiana si è trovata al centro di una bufala. Il quotidiano francese L’Opinion ha parlato di una commessa da 2 miliardi di euro per l’acquisto congiunto - da parte di Italia e Francia - di 700 missili Aster-30 per il sistema di difesa aerea Samp-T, da destinare a Kiev. L’accordo per la maxi commessa, che secondo il giornale sarebbe stato raggiunto durante l’incontro a Roma tra il ministro della Difesa e il suo omologo d’Oltralpe, non solo «non è mai stato firmato», come specificato dalla Difesa italiana, ma nel corso della discussione, «non si è nemmeno accennato ad alcun contratto in materia di forniture militari». La stampa francese avrebbe «riesumato» e attinto a un vecchio decreto di approvazione del programma pluriennale sul potenziamento della Difesa aerea risalente al 2021, quando questo governo non c’era e non c’era neanche la guerra. Non si placano intanto, in materia di armamenti, le pressioni ucraine affinché i Leopard promessi dai diversi Paesi e gli Abrams Usa arrivino velocemente. Secondo il segretario del Consiglio per la difesa dell’Ucraina, Oleksii Danilov, l’urgenza è motivata dal fatto che la Russia starebbe preparando «per il 24 febbraio una nuova ondata di offensive», dopo aver testato le capacità di difesa ucraine vicino a Zaporizhzhia. «L’obiettivo russo è ampliare i confini degli Oblast di Donetsk e Lugansk», dice Danilov. Ma in Germania monta la preoccupazione per il progressivo coinvolgimento di Berlino nella guerra e il cancelliere Olaf Scholz è costretto a dare nuove rassicurazioni: «Facciamo il necessario per sostenere l’Ucraina ma non si deve arrivare a una guerra fra Russia e Nato». Il capo del Parlamento regionale della Crimea, Vladimir Konstantino, non concorda: «La consegna a Kiev dei carri armati porterà il conflitto a un nuovo livello». Sul campo, sono suonati gli allarmi antiaerei in alcune delle regioni controllate dai russi. Quattordici civili, tra malati e personale medico, sono rimasti uccisi in un attacco delle forze ucraine su un ospedale a Novoaydar, nell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, in Donbass, che sarebbe stato condotto, secondo i russi, «con missili Himars statunitensi». Sono in corso invece «feroci combattimenti» a Vugledar, nella regione di Donetsk, sempre nel Donbass. Il capo della regione sotto controllo russo ha dichiarato che presto la cittadina potrebbe diventare «un nuovo successo importante per noi», mentre gli ucraini rivendicano a loro volta una resistenza accanita. Le forze armate ucraine sono in difficoltà nella battaglia per il controllo della città strategica di Bakhmut, ancora nel Donetsk, come ammettono fonti militari di Kiev. La Russia ha colpito con fuoco di artiglieria 40 insediamenti vicino alla cittadina e gli ucraini non disporrebbero di artiglieria sufficiente. Tre civili sono stati uccisi invece in un attacco missilistico russo su Kostyantynivka, città a circa 25 chilometri a Ovest del fronte di Donetsk city.
Il simulatore a telaio basculante di Amedeo Herlitzka (nel riquadro)
Gli anni Dieci del secolo XX segnarono un balzo in avanti all’alba della storia del volo. A pochi anni dal primo successo dei fratelli Wright, le macchine volanti erano diventate una sbalorditiva realtà. Erano gli anni dei circuiti aerei, dei raid, ma anche del primissimo utilizzo dell’aviazione in ambito bellico. L’Italia occupò sin da subito un posto di eccellenza nel campo, come dimostrò la guerra Italo-Turca del 1911-12 quando un pilota italiano compì il primo bombardamento aereo della storia in Libia.
Il rapido sviluppo dell’aviazione portò con sé la necessità di una crescente organizzazione, in particolare nella formazione dei piloti sul territorio italiano. Fino ai primi anni Dieci, le scuole di pilotaggio si trovavano soprattutto in Francia, patria dei principali costruttori aeronautici.
A partire dal primo decennio del nuovo secolo, l’industria dell’aviazione prese piede anche in Italia con svariate aziende che spesso costruivano su licenza estera. Torino fu il centro di riferimento anche per quanto riguardò la scuola piloti, che si formavano presso l’aeroporto di Mirafiori.
Soltanto tre anni erano passati dalla guerra Italo-Turca quando l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale, la prima guerra tecnologica in cui l’aviazione militare ebbe un ruolo primario. La necessità di una formazione migliore per i piloti divenne pressante, anche per il dato statistico che dimostrava come la maggior parte delle perdite tra gli aviatori fossero determinate più che dal fuoco nemico da incidenti, avarie e scarsa preparazione fisica. Per ridurre i pericoli di quest’ultimo aspetto, intervenne la scienza nel ramo della fisiologia. La svolta la fornì il professore triestino Amedeo Herlitzka, docente all’Università di Torino ed allievo del grande fisiologo Angelo Mosso.
Sua fu l’idea di sviluppare un’apparecchiatura che potesse preparare fisicamente i piloti a terra, simulando le condizioni estreme del volo. Nel 1917 il governo lo incarica di fondare il Centro Psicofisiologico per la selezione attitudinale dei piloti con sede nella città sabauda. Qui nascerà il primo simulatore di volo della storia, successivamente sviluppato in una versione più avanzata. Oltre al simulatore, il fisiologo triestino ideò la campana pneumatica, un apparecchio dotato di una pompa a depressione in grado di riprodurre le condizioni atmosferiche di un volo fino a 6.000 metri di quota.
Per quanto riguardava le capacità di reazione e orientamento del pilota in condizioni estreme, Herlitzka realizzò il simulatore Blériot (dal nome della marca di apparecchi costruita a Torino su licenza francese). L’apparecchio riproduceva la carlinga del monoplano Blériot XI, dove il candidato seduto ai comandi veniva stimolato soprattutto nel centro dell’equilibrio localizzato nell’orecchio interno. Per simulare le condizioni di volo a visibilità zero l’aspirante pilota veniva bendato e sottoposto a beccheggi e imbardate come nel volo reale. All’apparecchio poteva essere applicato un pannello luminoso dove un operatore accendeva lampadine che il candidato doveva indicare nel minor tempo possibile. Il secondo simulatore, detto a telaio basculante, era ancora più realistico in quanto poteva simulare movimenti di rotazione, i più difficili da controllare, ruotando attorno al proprio asse grazie ad uno speciale binario. In seguito alla stimolazione, il pilota doveva colpire un bersaglio puntando una matita su un foglio sottostante, prova che accertava la capacità di resistenza e controllo del futuro aviatore.
I simulatori di Amedeo Herlitzka sono oggi conservati presso il Museo delle Forze Armate 1914-45 di Montecchio Maggiore (Vicenza).
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Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme Raffaele Fitto, a margine della conferenza stampa sul Transport Package, riguardo al piano di rinnovamento dei collegamenti ad alta velocità nell'Unione Europea.