La tecnologia ormai consente correttivi persino su singole note. Ma io ho sentito i grandi dal vivo: l'intensità espressiva è solo lì.Il Corriere «La Verità» di Amsterdam (forse un lontano parente del vostro giornale!) pubblica nel 1632 il racconto di un navigatore secondo il quale certe tribù indiane dell'estrema America meridionale si trasmettono messaggi parlando davanti a una spugna che premuta restituisce le parole registrate.Nel 1877, Thomas Edison termina di costruire il suo primo fonografo. La novità è così sorprendente che quando l'apparecchio viene presentato alla Accademia delle Scienze, i sapienti accademici credono, per un istante, trattarsi di una mistificazione. «C'è un ventriloquo in sala!». Il direttore, dottor Bouillard, già medico di Napoleone III, gridò: «Esca! Non ci si burla così dell'Accademia!».Successivamente si rinnovò l'esperimento chiedendo che fossero gli accademici stessi ad effettuarlo, per convincersi che la parola potesse essere riprodotta in quella maniera così semplice. Edison ebbe ragione: 13 anni dopo furono esposti alla Esposizione Universale i primi dischi. Le incisioni di quel periodo erano costituite da polke brillanti, canzoni allegre o sentimentali, monologhi soldateschi con pronuncia dialettale. Presto si penserà di ricorrere alle Vedette del momento: la loro voce risulta ancora irriconoscibile come affetta da un grande raffreddore. Il fonografo, come il cinema ai suoi inizi, non è che un oggetto per il pubblico divertimento e non si ricercava di certo la perfezione artistica.Dopo vari anni di sperimentazione, arriviamo alle prime incisioni storiche impegnative con la presenza di grandi musicisti, soprattutto cantanti. Spicca naturalmente il nome di Enrico Caruso su tutti, Toti Dal Monte, Adelina Patti e altri mitici cantanti, nonché interpreti, che diedero la possibilità, attraverso quelle prime incisioni, di emozionare con esecuzioni esemplari. Infatti, ascoltando i dischi di Caruso, avvertiamo una emozione che scaturisce da ogni frase musicale, nonostante la qualità primitiva della tecnica dell'epoca. Caruso nobilitava ogni genere di musica, dai grandi operisti alle canzoni napoletane, e trasformava tutto in pura poesia.In pochi anni la qualità dell'incisione migliora considerevolmente, raggiungendo negli anni Sessanta altissime vette artistiche, dopo circa mezzo secolo di esperimenti.Londra diviene il principale punto di riferimento della incisione discografica. Con le sue cinque orchestre di livello internazionale e i suoi studi che erano all'avanguardia: Kingsway Hall, Abbey Road. Fra i grandi fonici e direttori artistici delle orchestre, ricordiamo Walter Legge, marito di Elisabeth Schwartzkopf.Ricordo che quando incidevo a Londra per la Rca con orchestre come «Philharmonia» e «London Symphony», si aveva, per motivi di budget, poco tempo a disposizione. Massimo due turni di due ore ciascuno fra prova con orchestra ed incisione. Vivevo quindi in una continua tensione nervosa e psicologica, dovendo dare il meglio di me in poche ore. L'ispirazione, come è noto, non viene sempre a comando quando si accende la «luce rossa». Per mia fortuna avevo direttori d'orchestra di altissimo livello (Pretre, Sawallisch, Sanderling) che favorivano il libero scorrere dell'ispirazione. Avevo coscienza che, a differenza di un concerto, un disco rimane per sempre nel tempo, come qualsiasi opera d'arte, nel bene e nel male. Comprendo però il perché alcuni musicisti fossero contrari alle registrazioni, mentre altri, come il pianista Glenn Gould, celebre per le sue eccentriche esecuzioni bachiane, smise di esibirsi in pubblico, preferendo concentrarsi in studio.Le incisioni rappresentavano dunque un documento genuino dell'interprete perché venivano realizzate di getto. Le tecniche di registrazione di oggi permettono invece qualsiasi correzione, anche di una singola nota; si agisce sulla qualità del suono, sulle dinamiche. Si è in grado di garantire la perfezione tecnica del disco ma, a mio avviso, l'esecuzione risulta fredda. Ben altra cosa era l'intensità espressiva della Callas, il suono di Oistrakh, la spiritualità di Menuhin, la fantasia di Rubinstein, che erano inconfondibili anche nelle registrazioni.A differenza del passato è più difficile distinguere le caratteristiche degli interpreti e la loro impronta personale che rendeva irripetibile ogni loro esecuzione.Ciò avviene perché nella nostra epoca si privilegia la perfezione tecnica a scapito della profondità interpretativa: l'ingegnere del suono usa la tecnologia come fosse un chirurgo, asportando o inserendo una singola nota, trasformando il brano musicale in una asettica esecuzione, priva di pathos emotivo.Oggi l'ascolto di ogni genere di musica è anche possibile attraverso Internet con la massima facilità (Pc, tablet, cellulari). Abbiamo un lato positivo e cioè che si possono ascoltare gratuitamente musiche ed interpretazioni che prima erano più difficili o impossibili da reperire.Il lato negativo consiste in una falsa restituzione della qualità del suono che è decisamente più bassa della realtà acustica originaria. I teatri classici sono stati costruiti in modo tale da udire il suono da ogni punto della sala, concorrendo al fascino della qualità. Al contrario dei grandi impianti stereofonici, alcuni dei quali in grado di riprodurre quel tipo di realtà sonora, i cellulari, i Pc, eccetera, con altoparlanti scadenti, non sono idonei per un ascolto ottimale.Un'ultima considerazione. Per quanto la testimonianza di un disco sia preziosa, non arriva mai però a creare la magia di un concerto dal vivo. Ho avuto il privilegio di ascoltare concerti dei più grandi interpreti della nostra epoca. La presenza reale dell'artista è insostituibile e anche la più perfetta incisione discografica non potrà mai uguagliare la profonda emozione vissuta come un episodio indimenticabile nella vita.In ogni caso, dobbiamo profonda gratitudine a Thomas Edison per la meravigliosa invenzione. Grazie a lui abbiamo vicino a noi chi ha contribuito ad arricchire la nostra vita con la sua arte e senza di lui il mondo della musica sarebbe più povero.
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