2023-11-12
La Schlein si sfoga contro la Meloni ma è costretta a corteggiare Conte
Elly Schlein guida la manifestazione del Pd: «Giorgia non vuole governare ma comandare». Replica del premier: «Più potere ai cittadini». E Giuseppi si presenta in piazza: le Europee diranno chi è il capo dell’opposizione.«Siamo in questa piazza per chiedere con forza un cessate il fuoco umanitario perché non possiamo continuare a vedere questo massacro di civili»: Elly Schlein dal palco di piazza del Popolo ribadisce la posizione del Pd sulla guerra in Medio Oriente, mentre il servizio d’ordine coordinato dal neo responsabile organizzazione dei Dem, Igor Taruffi, può tirare un sospiro di sollievo. La grande manifestazione nazionale per la pace e contro le politiche del governo guidato da Giorgia Meloni non fa registrare alcun «incidente diplomatico», tra le persone in piazza (10.000 secondo la questura, 50.000 per gli organizzatori) appaiono giusto un paio di bandiere della Palestina, il minimo sindacale in un momento così buio. «Tutto questo», aggiunge la Schlein a proposito della situazione a Gaza, «non è umano. Dobbiamo chiedere il rilascio degli ostaggi e chiedere una soluzione di due popoli e due Stati. C’è stato un colpevole abbandono della comunità internazionale verso l’aspirazione del popolo palestinese alla pace e all’autodeterminazione. Al terrorismo fanatico di Hamas va la nostra condanna, ma Hamas non rappresenta il popolo palestinese, la brutalità di Hamas non consente altra brutalità verso i civili palestinesi». Il segretario ha sottolineato: «Ci indigna questo rigurgito antisemita», aggiungendo: «Rivolgiamo anche un pensiero a Liliana Segre, che no, non è vissuta invano. E diciamo no a chi soffia sullo scontro di civiltà». In termini politici, la manifestazione di ieri è anche un tentativo di saldare le opposizioni, per cercare di dare vita a una alternativa al centrodestra che consenta di essere competitivi alle elezioni: «Vorrei chiedere un fortissimo applauso di questa straordinaria piazza», dice la Schlein dal palco, «anche per gli esponenti delle altre forze politiche di opposizione che sono qui con noi perché sono venuti a trovarci. Siamo noi a dover ricostruire il campo progressista e non lo possiamo fare da soli. Da questa piazza parte una fase nuova. L’alternativa c’è e parte da noi. Noi continueremo a cercare convergenze con le altre forze di opposizione perché sentiamo la responsabilità di costruire l’alternativa alla destra. Questa piazza è già più larga del Pd. Ringrazio le associazioni e le altre forze di opposizione che sono venute qui. Il Pd non ha alcuna ambizione di autosufficienza, sappiamo che senza Pd non si costruire l’alternativa alla destra ma siamo qui per confrontarci sui temi concreti». Poco prima di iniziare il suo intervento la segretaria dei dem accoglie nel backstage la delegazione del M5s guidata dal presidente del partito, Giuseppe Conte, e quella di Avs con Angelo Bonelli dei Verdi e Nicola Fratoianni di Si. Giuseppi lavora per diventare il leader di quella che potremmo definire, mutuando il termine dalla Germania, una coalizione-semaforo, rossogialloverde. I margini di manovra di Conte sono molto più ampi di quelli della Schlein, che deve costantemente fare i conti con la componente «moderata» del partito, e non a caso il leader pentastellato, dopo il canonico abbraccio con la padrona di casa, calibra molto bene le sue dichiarazioni: «Io sono per il campo giusto», argomenta Conte, «e non per il campo largo. Siamo oggi qui per confermare il dialogo che abbiamo già avviato col Pd e per confermare tutto il nostro dissenso, forte, alle politiche del governo, a partire dalla manovra, che è una sciagura per il Paese, nulla di nulla, solo mortificazioni. Il dialogo non si avvia oggi, ha già dato dei frutti e continua. Siamo due forze politiche, ciascuno ha la sua autonomia, il dialogo serve a convergenza sulle posizioni ma anche a segnare qualche differenza. Non mi fate sottolineare oggi le ragioni che ci portano ad avere una posizione diversa», conclude Conte, «non mi sembra oggi la giornata». Una su tutte: il M5s è contrario all’invio di armi in Ucraina, mentre il Pd è a favore. Altre sfumature, ma importanti, sono quelle sull’immigrazione, tema sul quale Conte ha una linea meno aperturista dei Dem, che continuano a criticare l’intesa tra Italia e Albania: «Con l’Albania non c’è alcun accordo», dice la Schlein, «perché gli accordi devono passare dal Parlamento e non abbiamo visto nulla. Forse perché sanno che viola la Costituzione, è un respingimento verso un Paese terzo. Meloni fa di tutto pur di non cambiare le regole europee e chiedere a Orbán di fare la sua parte». La Schlein rilancia la battaglia sul salario minimo, invoca lo ius soli («Serve una legge sulla cittadinanza che dica chiaramente che chi nasce in Italia è italiano»), critica il premierato, affonda i colpi sulla manovra: «Un anno di governo non ha prodotto nessun risultato positivo», sottolinea, «un anno di bandierine, dopo promesse iperboliche sul caro vita non hanno fatto nulla. Della manovra ci ha colpito al capacità di riuscire a punire tutte le generazioni. Sapevamo che la destra avrebbe lavorato per dividere il Paese e la comunità, per controllare meglio le persone. Reprimere il dissenso e ridicolizzare gli avversari, un metodo usato per spostare l’attenzione dai problemi reali». E ancora: «Vorrei che dicessimo insieme una cosa semplice: basta. Basta con questo governo». Bella ciao finale e tutti a casa: la manifestazione nazionale dei Dem è anche il giorno in cui Elly Schlein e Giuseppe Conte iniziano la corsa verso le elezioni europee, che sanciranno chi tra i due verrà scelto dagli elettori come leader dell’opposizione e della (futura) alternativa. Pronostici aperti.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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