2024-07-03
Schlein e Conte copiano i cugini d’Oltralpe. L’accozzaglia rossa puzza già di sconfitta
Elly Schlein e Giuseppe Conte (Imagoeconomica)
Radicali, Anpi, ex rifondaroli: la sinistra crede all’Ulivo 2.0. Ma i precedenti sono nefasti.Freschi di Pride, parte l’ammucchiata. Però una cosa chic, alla francese. Sul palco bolognese dell’Anpi, Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi e il comunista rifondato Maurizio Acerbo tentano di replicare l’operazione anti Marine Le Pen del nuovo Fronte popolare francese, alleato con i liberali. «Hanno dato un segnale importantissimo», dice il segretario del Pd, che chiede ai capi di Avs, M5s, Più Europa e Rifondazione di rinunciare a qualunque veto e di mettersi insieme per battere il centrodestra. È l’eterno ritorno dell’Ulivo di Romano Prodi, capace per due volte di frenare il Male Assoluto, Silvio Berlusconi, nel 1996 e nel 2006. Un cartello sinistra-centro nato dalle proprie ceneri una mezza dozzina di volte in un quarto di secolo e ora così rachitico da dover rincorrere i voti della Cosa grillina.Dopo le europee, Schlein ha iniziato a muoversi da «federatore», mentre Conte è più che altro intento a salvare la poltrona, anche se cerca di non mancare gli appuntamenti importanti. E così al Gay Pride di Napoli, sabato scorso, la strana coppia si è messa a cantare insieme Bella ciao. Dai fazzoletti rossi a quelli arcobaleno il passo è breve e Schlein ha scandito: «Basta divisioni, uniti si vince». Domenica si è votato in Francia: ha vinto la destra, ma in vista dei ballottaggi, con un fitto reticolo di accordi sottobanco e desistenze annunciate, in molti collegi la sinistra e il centro possono fermare il Rassemblement National. Per fermare «i fascisti» d’Oltralpe vale tutto. E così lunedì, ispirati da questo fulgido esempio, ecco che sul palco della festa dell’Anpi si sono presentati i leader del costituendo comitato di salvezza nazionale. Ieri, alla Stampa, Schlein ha spiegato: «Davanti all’affermazione di una forza politica di estrema destra nazionalista è importantissimo il segnale che hanno dato il fronte popolare e i liberali». La sera prima, a Bologna, aveva provato con il fascismo: «Ci riuniamo sulla base di due principi: difesa della Costituzione e antifascismo». Le immagini di quel palco, inevitabilmente, ricordano tante altre riunioni di leader del centrosinistra allargato alla qualunque, dal banchiere Lamberto Dini al comunista Armando Cossutta. Da sinistra a destra, nell’atto di battere le mani come se si fosse già vinto qualcosa, ci sono Fratoianni, Schlein in giacca turchina, il verde Bonelli in grigio, il capo dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo in maniche di camicia, lo spilungone radicale Riccardo Magi e il compagno Acerbo. Sul lato, a destra, ben distante dalla Schlein, c’è il professor avvocato Conte, mani in tasca, abito blu e camicia bianca. Sembra il papà importante che si toglie la cravatta e scende un attimo tra i ragazzi per il taglio della torta a un diciottesimo. Sembra, perché poi, magari, se la Storia chiama, anche lui si mette il fazzoletto rosso. Nel giorno della morte dell’ex calciatore Comunardo Niccolai, il virtuoso dell’autogol, è giusto ricordare che anche ulivi, ulivetti, unioni e gazebo sono spesso finiti nel modo sbagliato. La caduta del primo governo Prodi, nel 1998, prontamente sostituito da due esecutivi a guida Massimo D’Alema e da uno affidato a Giuliano Amato, conferma che la Xylella che ha ucciso l’Ulivo non veniva da troppo lontano. E nel 2008, quando il Professore bolognese fu costretto a sloggiare da Palazzo Chigi per mano dell’Udeur di Clemente Mastella, con l’attiva collaborazione dei senatori Lamberto Dini e Sergio De Gregorio, si ebbe la prova che l’«Unione» che si era presentata alle elezioni due anni prima era unita solo dalla volontà di fermare il Cavaliere. Giocare solo contro, agitando spauracchi, può funzionare nel breve, ma la politica è un’altra cosa. Se si guardano le fotografie della chiusura romana della campagna elettorale 1996, passata alla storia come il capolavoro dell’Ulivo, sul palco si vedono, sempre da sinistra verso destra, l’ex dc Gerardo Bianco, Walter Veltroni, Lamberto Dini, Romano Prodi, Massimo D’Alema e Carlo Ripa di Meana. Niente spoiler, ma su sei, solo due non nascondevano un coltello dietro la schiena. E prudentemente stavano sui lati. Schlein farebbe bene a guardare quelle foto.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.