2020-10-09
Scendono in piazza i contestatori della legge bavaglio
Matteo Salvini e Massimo Gandolfini (Ansa)
Il 17 ottobre, a Roma, si mobilitano le associazioni contrarie al ddl Zan, la norma liberticida «contro l'omotransfobia».Si potrà ancora affermare che un bambino ha diritto ad un padre e una madre, che i sessi sono due e non più di cinquanta come sostengono le controverse teorie di genere e che chi usufruisce e promuove l'utero in affitto compie un abominio contro l'umanità? La libera espressione di questi semplici principi dell'antropologia umana potrebbe essere messa seriamente a rischio qualora venisse approvato il ddl Zan sull'omotransfobia che la maggioranza di governo intende già approvare alla Camera il prossimo 22 ottobre.Per questo motivo il vastissimo fronte sociale che si oppone al provvedimento ha convocato in fretta e furia la manifestazione nazionale #restiamoliberi, animata dalle «Associazioni per la libertà di pensiero», che si terrà sabato 17 ottobre a Roma in Piazza del Popolo alle ore 14,30.All'evento hanno già aderito Family Day, Pro Vita e Famiglia, Alleanza Cattolica, i giuristi del Centro Studi Rosario Livatino e il coordinamento Pro Polis e Persona, quest'ultimo riunisce oltre trenta realtà tra cui numerose storiche sigle dell'associazionismo cattolico come il Movimento per la Vita, il Movimento Cristiano dei lavoratori e il Moige.La manifestazione è apartitica, apolitica e aconfessionale ma non si può negare che tutta l'organizzazione si muova sulla spinta unitaria offerta dal comunicato della Conferenza episcopale italiana del 10 giugno scorso, con cui i vescovi del nostro Paese hanno espresso forti «preoccupazioni» riguardo all'iniziativa legislativa messa a punto dalla maggioranza giallorossa.I presuli hanno scritto chiaramente che per quanto riguarda la tutela della persona «non si riscontra alcun vuoto normativo» che «giustifichi l'urgenza di nuove disposizioni» e sono andati oltre parlando di «derive liberticide» che finirebbero «col colpire l'espressione di una legittima opinione, come insegna l'esperienza degli ordinamenti di altre nazioni al cui interno norme simili sono già state introdotte». «Ciò limita di fatto la libertà personale», si legge ancora nella nota, «le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l'esercizio di critica e di dissenso». Il pronunciamento dei vescovi appare ancora più significativo se si considerano i toni sempre concilianti e dialoganti tenuti con il governo Conte. Il dissenso contro il ddl Zan in questi mesi è stato espresso perfino da religiosi incasellati nell'ambito progressista, come il gesuita Padre Bartolomeo Sorge che in tweet della scorsa estate ha detto che «vescovi zittiti come oscurantisti sono la prova che del vero pericolo, da essi denunciato, che lo stesso capiti a chi ora difendere la famiglia naturale e il diritto ad avere la mamma e il papà». Alla manifestazione di Roma arriva poi il sostegno dei pentecostali del Christian day, confessione cristiana della galassia protestante.Il ddl Zan fa storcere il naso pure a tanti intellettuali laici e scontenta, tra gli altri, anche le femministe, che contestano l'introduzione nel testo della legge del concetto di «genere», che relativizza l'identità biologica e riduce l'appartenenza al sesso femminile all'auto-percezione di sé. Un grimaldello che potrebbe aprire ulteriori derive liberticide, basta vedere cosa si è scatenato nei mesi scorsi contro l'autrice di Harry Potter, J. K. Rowling, rea di aver detto che gli uomini transgender non possono essere considerati donne.Un altro esempio plastico di cosa potrebbe succedere è stato il linciaggio subito nelle settimane scorse da Lorella Cuccarini per aver detto di essere contraria ad adozioni per coppie dello stesso sesso e all'utero in affitto. Heater Parisi ha attaccato la «più amata dagli italiani» su twitter scrivendo che chi è contrario ad adozioni gay e matrimoni tra persone dello stesso sesso è omofobo. Lo scambio anche duro di accuse e opinioni è il sale della democrazia ma l'eventualità che si diventi omofobi per legge e che sia impedita l'agibilità politica di interi movimenti è uno spettro che prede forma.Le associazioni che scenderanno in piazza fanno poi notare che l'Agenzia europea dei diritti indica l'Italia come uno dei Paesi più accoglienti del mondo verso le persone Lgbt e che secondo l'osservatorio interforze (Oscad) del ministero dell'Interno sono poche decine l'anno gli atti di omofobia denunciati. I promotori di #restiamoliberi ricordano inoltre che esistono già tutti gli strumenti legislativi, comprese le aggravanti, per punire chi si rende protagonista di violenze e discriminazioni, come dimostrano alcune pensatissime sentenze, già passate in giudicato.Infine viene posto l'accento su altri controversi punti della legge: l'istituzione della giornata contro l'omofobia, che stanzia 4 milioni di euro per le attività di propaganda dei movimenti Lgbt e le attività non retribuite che il condannato dovrà prestare presso le associazioni arcobaleno. In piazza sarà garantito il distanziamento, spiegano i promotori, che contano nella mobilitazione della famiglie che malgrado la pandemia del Covid e una disoccupazione senza precedenti ancora credono nell'irrinunciabile fondamento di ogni società: la liberà di pensiero.