2023-02-06
Scandalo corruzione. Traballa il ministro della Difesa ucraino
Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov (Ansa)
Oleksii Reznikov verso il siluramento in settimana. Kiev nega di volere usare le armi a lungo raggio contro i russi. Battaglia a Bakhmut.Un ministro della Difesa travolto dallo scandalo della corruzione in pieno conflitto, una città strategica per il Donbass sempre più isolata e in procinto di cadere in mano a Mosca. È un pessimo momento per Kiev, che comunque resiste e rilancia, facendo affidamento sulle forniture di armi occidentali. Il nodo più imbarazzante da sciogliere sarà quello relativo alla sorte del ministro della Difesa Oleksii Reznikov, finito al centro delle polemiche dopo la vicenda di appalti truccati che ha investito il suo dicastero. Zelensky avrebbe intenzione di destituirlo già in settimana: la sua potrebbe essere dunque la prossima testa a cadere dopo quella del viceministro alla Difesa, Viacheslav Shapovalov. Quest’ultimo, che aveva negato le accuse, ha poi ammesso di essere al corrente del fatto che si stessero somministrando alle truppe servizi di bassa qualità, tanto alimenti che forniture militari, a prezzi gonfiati. Reznikov ha riconosciuto che i servizi anticorruzione del suo ministero hanno fallito e non ha potuto far altro che assicurare di aver avviato un «audit interno di tutti i contratti pubblici», promettendo anche «un audit dell’assistenza tecnica internazionale», ossia le armi che Kiev riceve dall’Occidente. Misure che arrivano troppo tardi, tanto che i rumors sulla sua sostituzione con Kyrylo Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina, si sono trasformati in una quasi certezza. Reznikov potrebbe comunque essere nominato ministro della Giustizia, poiché non ritenuto personalmente invischiato nella vicenda e, come fedelissimo di Zelensky, «nessuno nell’ufficio presidenziale ha dubbi» sul fatto che debba rimanere al governo. A sua volta, il ministro della Giustizia Denys Maliuska potrebbe essere nominato ambasciatore presso una missione diplomatica ucraina in Europa, mentre neanche i media ucraini sono riusciti a individuare chi guiderà l’intelligence militare ucraina al posto di Budanov. Il ministro della Difesa ha dichiarato di essere pronto a dimettersi se Zelensky gli chiederà di farlo. «Nessun funzionario è sulla sedia per sempre», ha dichiarato. Il ministro della Difesa rischia di «saltare» in un momento cruciale per l’Ucraina, che si aspetta una possibile grande offensiva russa entro febbraio. «Kiev ha le risorse per resistere anche se non tutte le ultime forniture militari di armi occidentali saranno arrivate in tempo», ha affermato comunque Reznikov che ha anche annunciato l’invio, dalla Francia, di moderni radar Ground Master 200 in grado di «individuare bersagli che si muovono velocemente e a qualsiasi altezza». Lo stesso ministro ha però rimarcato che la «riluttanza» occidentale a consegnare aerei da combattimento all’Ucraina «costerà più vite». Intanto Kiev, dopo lo scontro con Mosca su possibili attacchi al territorio russo, ha fatto sapere che non utilizzerà le armi a lungo raggio promesse dagli Stati Uniti per colpirlo, ma prenderà di mira solo le unità russe nel territorio ucraino occupato. Mosca aveva già chiarito di considerare le aree occupate come territorio della Federazione. In ogni caso, un gruppo di volontari delle forze speciali di Kiev si troverebbe già in Russia con l’obiettivo di compiere delle operazioni segrete, quali il rapimento di alti funzionari del Cremlino, la distruzione di infrastrutture militari chiave e l’abbattimento di aerei nemici sul territorio russo. Sul campo, i combattimenti più cruenti restano quelli per Bakhmut, nel Donbass. La città è sempre più isolata e le strade principali di accesso sono state tagliate agli ucraini, come conferma l’intelligence britannica. «Le due strade principali della città per i difensori ucraini - la M03 e la H32 - sono minacciate dal fuoco diretto, a seguito dell’avanzata russa». I servizi britannici sottolineano che «i combattenti di Wagner hanno catturato un’altra strada che collega Bakhmut con Siversk». Il fondatore della compagnia di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha confermato che nei quartieri settentrionali di Bakhmut sono in corso battaglie feroci «per ogni strada, ogni casa, ogni vano delle scale». Prigozhin continua: «Le forze armate ucraine non si stanno ritirando. Stanno combattendo fino all’ultimo fosso. Certo, è bello che i media si augurino la ritirata degli ucraini, ma questo non sta accadendo né nei quartieri Nord, né a Sud, né a Est». Sempre nel Donetsk, il mercenario russo Igor Mangushev, salito alla ribalta lo scorso anno per aver pubblicato un video in cui mostra il teschio di «un combattente di Azovstal», è stato colpito a bruciapelo alla testa in un agguato, letto da molti come un avvertimento proprio per Yevgeny Prigozhin. Nella regione, gli attacchi delle truppe russe riguardano anche Avdiïvka, Lyman, Novopavliv. A seguito dell’attacco russo sulla città di Kharkiv, poi, l’università di economia Beketov è stata gravemente danneggiata. Due missili S-300 sono stati lanciati dalla regione di Belgorod, in Russia. Il bilancio del raid è di cinque feriti. A Odessa, il 40% dei residenti è senza elettricità.
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