2024-02-09
La sberla di Blinken: «Israele non ha la licenza di disumanizzare gli altri»
Secondo il Segretario di Stato americano ci sono ancora spazi per trattare la pace. Per la Nbc esiste un piano per liberare tutti gli ostaggi in cambio dell’esilio dei capi di Hamas catturati. Benjamin Netanyahu adesso punta Rafah.Terminata la missione in Israele, ieri il Segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken ha incontrato a Tel Aviv i familiari degli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza, i quali sono anche cittadini americani. Secondo quanto riportato dalla radio pubblica israeliana Kan, le famiglie gli hanno chiesto di esercitare pienamente l’influenza degli Stati Uniti sul Qatar per raggiungere un accordo con Hamas. È stata inoltre affrontata, secondo l’emittente, la questione degli aiuti umanitari a Gaza, mentre in Israele si attende ancora di sapere se gli ostaggi affetti da malattie croniche abbiano mai ricevuto da Hamas le medicine inviate per loro su iniziativa del Qatar e della Francia.Poco prima, il segretario di Stato americano, che ritiene che ci siano ancora spazi per una trattativa di pace, ha affermato: «Gli israeliani sono stati disumanizzati nel modo più orribile il 7 ottobre. Da allora gli ostaggi sono stati disumanizzati ogni giorno, ma questa non può essere una licenza per disumanizzare gli altri».Nonostante la proposta di Hamas per un cessate il fuoco sia stata respinta da Israele, il gruppo si dice ancora aperto a discutere la questione. Questa informazione è stata riportata da una fonte vicina ad Hamas all’Afp, ma qui occorre ricordare che per Benjamin Netanyahu, si tratta di una proposta «delirante». Nonostante questo, un funzionario palestinese protetto dall’anonimato ha affermato all’Afp: «Prevediamo che i negoziati saranno estremamente complessi ma Hamas è aperta al dialogo e desiderosa di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco». Le sue parole sono arrivate poco prima dell’arrivo al Cairo della delegazione palestinese capitanata dal leader di Hamas, Imail Haniyeh, che insieme ai suoi collaboratori ha incontrato il capo dell’intelligence egiziana, Abbas Kamel.Ieri i combattenti della «Brigata commando» hanno intensificato gli attacchi nella Striscia di Gaza ed in particolare a Khan Yunis dove hanno aumentato gli attacchi anche nella parte occidentale. Lo stesso è avvenuto a Nabatieh, nel Sud del Libano dove le forze di difesa israeliane (Idf), con un attacco effettuato con i droni, hanno eliminato Abbas al-Debas, comandante senior degli Hezbollah libanesi che poco prima di essere ucciso aveva dato l’ordine di lanciare missili anticarro contro Kiryat Shmona, una città di Israele situata nella valle di Hula, alle pendici del monte Hermon. L’Idf, in una nota, afferma di aver effettuato una nuova ondata di attacchi contro obiettivi Hezbollah nel sud del Libano, incluso un camion che trasportava armi per aerei da combattimento e hanno colpito anche un edificio utilizzato dal gruppo terroristico e altre infrastrutture nelle città di Khiam, Nabatieh e Kfar Hamam.Lo Shin Bet, invece, ha reso pubblico il video dell’interrogatorio Muhammad Nasser Suleiman Abu Namer, un comandante dell’unità d’élite di Hamas, «Nukhba», nel quale esorta gli uomini del gruppo terroristico ad abbandonare le armi: «A mio parere, è meglio che tutti vi arrendiate, altrimenti rischiate la morte», ha dichiarato.Nonostante la netta opposizione del governo israeliano alla proposta di Hamas, ieri è circolata una notizia che ha dell’incredibile: secondo la Nbc, Israele sarebbe disposto a permettere al leader di Hamas e mente del 7 ottobre, Yahya Sinwar, di andare in esilio in cambio del rilascio di tutti gli ostaggi e della fine della presenza di Hamas nella Striscia di Gaza. L’emittente americana, che cita «sei alti funzionari e consiglieri israeliani», parla di un piano che sarebbe stato discusso da novembre. Secondo quanto riferito, la settimana scorsa Israele avrebbe detto ai negoziatori americani a Parigi di avere una lista di sei leader di Hamas, tra cui Sinwar e Mohamed Deif, che vuole vedere fuori dalla Striscia di Gaza. La Nbc afferma che «il piano non è mai arrivato ad Hamas, perché il gruppo terroristico ha già detto che non accetterebbe mai la soluzione dell’esilio». Vero che in situazioni come queste il pragmatismo ha sempre la meglio, tuttavia, per Netanyahu una soluzione di questo tipo sarebbe una sconfitta su tutta la linea perché, dopo aver detto di essere vicini alla vittoria totale, il premier israeliano non può certo consentire al responsabile della morte di oltre 1.200 israeliani di lasciare la Striscia di Gaza per andare in esilio in Qatar, in Tunisia o in Algeria che lo accoglierebbero a braccia aperte. E cosa farebbe Sinwar una volta giunto a destinazione? Pianificherebbe un nuovo 7 ottobre? Netanyahu, dopo gli errori fatti negli anni scorsi, non può certo intestarsi anche questo.Scenario più realistico, invece, è quello che personaggi minori di Hamas possano andare in esilio ma non coloro che hanno le mani sporche di sangue del 7 ottobre 2023. Tutto accade mentre cresce di ora in ora a Rafah la paura dopo le parole di Netanyahu, che, nel respingere la proposta di Hamas per un cessate il fuoco a Gaza, ha dichiarato che le forze israeliane «sono preparate a intervenire a Rafah» che è situata nel Sud della Striscia e vicina al confine con l’Egitto. Gli Usa hanno avvertito Israele che organizzare un’offensiva militare a Rafah senza un’adeguata pianificazione potrebbe essere un «disastro». Come riporta The Guardian, quasi la metà dei 2,3 milioni di palestinesi di Gaza si è rifugiata nell’area di Rafah e ora devono scegliere se rimanere in una città congestionata in attesa di un’offensiva oppure rischiare di spostarsi verso settori settentrionali che sono ancora sotto combattimento. Mentre scriviamo, è in corso una riunione del gabinetto di guerra israeliano dove si discute dei negoziati ancora in corso con Hamas per la liberazione degli ostaggi tenuti a Gaza.
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