Altro che razzismo verso il cantante napoletano in gara a Sanremo: il problema è che nei suoi testi celebra il mondo criminale. Nonostante questo, però, il paladino anti camorra Roberto Saviano e il Pd lo difendono.
Altro che razzismo verso il cantante napoletano in gara a Sanremo: il problema è che nei suoi testi celebra il mondo criminale. Nonostante questo, però, il paladino anti camorra Roberto Saviano e il Pd lo difendono.All'interno il testo e la traduzione in italiano della canzone arrivata seconda al Festival. Chi critica la presenza di Geolier a Sanremo non è razzista, come vuol far credere Roberto Saviano. E nemmeno è contro i napoletani, come pensa e scrive Aldo Cazzullo. Per conto mio sul palco dell’Ariston si può cantare in siciliano, in friulano e pure in barese o calabrese: non è quello il problema. E neppure a suscitare scandalo è la questione del televoto e delle sue distorsioni. Sono anni che le preferenze espresse dal pubblico con i cellulari sono dubbie e si discute delle probabili manipolazioni. La Rai, con i suoi notai e i suoi uffici stampa, assicura da sempre che le preferenze espresse con un sms sono regolari, ma chi se ne importa se con le tessere prepagate invece c’è chi condiziona il risultato. Comunque sia, da casa o dalla giuria, a decidere i partecipanti e i vincitori del Festival sono da sempre i boss della musica, non il pubblico. Dunque, mettiamo da parte i meccanismi che portano alla proclamazione della migliore canzone dell’anno e pure la provenienza meridionale del cantante, che non è in discussione visto che alla fine, invece di un campano, ha trionfato una lucana e non un altoatesino.No, il tema è proprio Geolier, le sue canzoni, i suoi testi, i video violenti dei suoi brani. Per settimane, dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin, ci hanno fatto una testa tanta sul patriarcato. E da anni Lo Sgomorrato (al secolo Roberto Saviano) ci fa le prediche sulla paranza dei bambini e sul mondo della camorra. Poi tutti quanti si spellano le mani davanti a un tipo che la camorra la canta e la interpreta. Ammetto: fino all’altroieri nemmeno sapevo dell’esistenza di Geolier. Colpa mia, di certo. Tuttavia, sabato ho colmato la lacuna, informandomi e guardando il video della hit che ha portato all’Ariston: I p’ me, tu p’ te. Come ho scritto ieri, le immagini sono un condensato di una relazione tossica fra un ragazzo e una ragazza, con tanto di finale tragico e la morale da Baci Perugina: «L’amore vero è pace, non tormento». Già qui ci sarebbe da discutere. Ma poi uno guarda il resto, ovvero le altre canzoni di Geolier ed è anche peggio. Provate a vedere e ascoltare Narcos, uno dei successi del suddetto ragazzo che ha rischiato di vincere a Sanremo. Come I p’ me, tu p’ te il testo è cantato in napoletano, ma basta il traduttore automatico per capire che fin dalla prima strofa si parla di una rapina. «Ragazzo andiamo in banca», «nel cassetto ho la Glock», che per chi non lo sapesse è una semiautomatica, e «una tipa mi spoglia senza neanche usare le mani», in «spiaggia andiamo con una pistola nella Gucci», «trappo come Genny mentre uccido un cristiano», «ho i calli sulle dita per tutti i soldi che conto», «ho un fratello criminale e un altro figlio di boss», «non ho mai visto i cartoni, solo Lucky Luciano», «qui ci sono morti che ti parlano chiusi nei muri», «al collo una testa di leone, a casa i soldi con la pala». Tutto ciò mentre scorrono immagini con il Vesuvio sullo sfondo, lancia granate anticarro Rpg, auto di lusso e spider, pistole e Kalashnikov, borse piene di soldi insieme a un trono dorato. Le scene, insomma, sono da gang colombiane. Poi, se volete, guardate e ascoltate Money, che è il racconto dei ragazzi di strada, con le corse in moto, le impennate senza casco, i gesti da boss di Secondigliano. Ecco, il campione che Amadeus ha portato a Sanremo, facendo un’eccezione per un concorrente che canta in napoletano (lo ha detto lui), è colui che vi ho appena raccontato, uno che canta che ha i fratelli che hanno gli «anni contati sulle carte dei magistrati». Uno che a un certo punto nel video fa un gesto che somiglia molto a un coltello che ti taglia la gola. Sarà, ma a me più che da Festival di Sanremo queste immagini mi sembrano da festival della camorra. E la commissione di vigilanza, la direzione della Rai di Telemeloni hanno niente da dire? Forse vogliono dare un’altra chance ad Amadeus per il prossimo anno, facendo direttamente il festival dei narcos? P.s. L’endorsement di Saviano per Geolier dimostra quanto ci sia di strumentale nella storia di un tizio che raccontando la camorra ha fatto la sua fortuna.!function(e,n,i,s){var d="InfogramEmbeds";var o=e.getElementsByTagName(n)[0];if(window[d]&&window[d].initialized)window[d].process&&window[d].process();else if(!e.getElementById(i)){var r=e.createElement(n);r.async=1,r.id=i,r.src=s,o.parentNode.insertBefore(r,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js");
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L’ex magistrato Luca Palamara: «Grosso, leader del comitato anti riforma, mi tira in ballo per il “vecchio sistema opaco” del Csm e dice che è già stata fatta pulizia. Dovrebbe essere più prudente. Probabilmente ignora come siano stati nominati i suoi prossimi congiunti».






