2023-02-09
Sanremo 2023, la seconda serata vede il trionfo dei veterani Morandi, Ranieri e Al Bano
True
Gianni Morandi, Al Bano e Massimo Ranieri (Ansa)
Svelate le ultime 14 canzoni in gara: il primo posto della serata è di Colapesce Dimartino (nella classifica generale in testa c’è ancora Marco Mengoni). Ma la vera sorpresa sono stati i tre artisti che Fiorello ha definito «gli highlander della musica italiana». Per una prima puntata partita col botto, anche in termini di ascolti, la seconda serata del festival di Sanremo è sembrata un filo più rilassata. Poche esibizioni da effetto wow, siparietti evitabili, una certa lentezza nel portare avanti la scaletta. Nonostante ciò, bene i Black Eyed Peas con la loro disco music di repertorio e benissimo l’operazione nostalgia del trio Morandi-Ranieri-Al Bano. Fedez si è concesso un freestyle al vetriolo, prodotto da Salmo, con un testo non condiviso con la Rai e di cui il rapper si è assunto piena responsabilità (citati Matteo Messina Denaro, Rosa Chemical e Gianluca Vialli). Ecco cos’è successo e com’è andata la gara. Le canzoniCandido Will, irruente Sethu, adolescenziale LDA, traballante Shari che prima ha rischiato di cadere dalle scale e poi si è ripresa il palco (la ragazza si farà). Tra i giovani di questa seconda batteria di artisti, il più convincente è stato Lazza. La produzione del suo brano, curata tra gli altri da Dardust, è la più contemporanea, e lui sul palco è stato preciso e presente (arriverà lontano). Tra i ritorni: onesti i Modà, ispirati gli Articolo 31 con un testo generazionale sull’amicizia, brava Giorgia (ma da lei ci si aspetta di più). Il duo vintage Colapesce Dimartino ha riportato alla memoria l’atmosfera rarefatta di Musica Leggerissima ma si rischia il dejà-vu (questa volta la canzone si chiama Splash). Madame è cresciuta a livello artistico ma al televoto pagherà lo scotto delle polemiche sui vaccini. La neomamma Levante è tornata più potente e sofisticata nella ricerca del suo sogno erotico (in realtà il tema della sua canzone è la depressione post parto). Tananai ha vendicato l’ultimo posto del 2022 (che pure gli aveva portato bene) con una ballata dolce e romantica. Mentre per Rosa Chemical niente paura: la sua canzone è un motivetto orecchiabile che si ispira alle nostra italianità. Il meglio però Amadeus l’ha lasciato alla fine. La grande réunion tra le sorelle Paola & Chiara era tra le esibizioni più attese. E loro non hanno deluso le aspettative: tra lustrini e paillettes la loro Furore si candida a diventare la prima hit dell'estate 2023. Il trio delle meraviglieIl meglio della serata, l’abbiamo già detto, sono stati gli highlander di questo Sanremo. Per la prima volta insieme sul palco dell’Ariston, Gianni Morandi, Massimo Ranieri e Al Bano hanno regalato un momento di show in pieno stile festivaliero. Per i tre senatori della musica italiana applausi a scena aperta, cori in sala stampa, standing ovation. L’operazione nostalgia fortemente voluta da Amadeus ha rivitalizzato uno spettacolo poco scoppiettante con mezz’ora di musica della tradizione. In scaletta tra gli altri, Perdere l’amore, Uno su mille e Felicità. Impossibile non cantare e non fare una riflessione: largo ai giovani è sempre la soluzione?Francesca Fagnani, belva sexyGrande sicurezza e padronanza della scalinata, parlantina veloce e scollatura tattica nella prima uscita (griffata Armani Privé). La giornalista di Belve, compagna di Enrico Mentana e seconda co-conduttrice di Sanremo 2023, è arrivata all’Ariston con l’idea di mangiarsi letteralmente il palco. Lei è una grande professionista ma il teatro richiede anche empatia, emozione, condivisione. Non a caso la Fagnani si è sciolta solo a fine puntata, quando è tornata belva e ha sottoposto i due conduttori alle sue graffianti domande. La classifica della serataAl primo posto per la sala stampa Colapesce Dimartino, seguiti da Madame e Tananai. Poi, di seguito: Lazza, Giorgia,Rosa Chemical, Paola & Chiara, Levante, Articolo 31, Modà, Lda, Will, Shari e Sethu. La classifica generale (con la somma dei voti di martedì e mercoledì)Marco Mengoni, Colpisce Dimartino, Madame, Tananai, Elodie, Coma_Cose, Lazza, Giorgia, Rosa Chemical, Ultimo, Leo Gassmann, Mara Sattei, Colla zio, Paola & Chiara, Cugini di Campagna, Levante, Mr. Rain, Articolo 31, Gianluca Grignani, Ariete, Modà, gIANMARIA, Olly, LDA, Will, Anna Oxa, Shari e Sethu.
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
Continua a leggereRiduci