2023-08-24
Sangue sull’affare delle armi di D’Alema
Attentato all’imprenditore colombiano che trattava con Baffino: cinque colpi di pistola al corpo e alla testa. L’uomo, considerato dalla stampa un riciclatore di denaro sporco per conto dei paramilitari, si è salvato.Nella storia della trattativa per vendere caccia e navi da guerra alle forze armate colombiane mancava solo il sangue. E adesso anche quello è arrivato. Infatti, l’«amministratore» del gruppo di lavoro ideato dai broker pugliesi Emanuele Caruso e Francesco Amato, ovvero il team che avrebbe dovuto supportare Massimo D’Alema e le aziende partecipate Leonardo e Fincantieri nell’affare miliardario, è stato colpito nelle scorse settimane da cinque proiettili, a testa e corpo, nella città dove ufficialmente fa l’imprenditore.Stiamo parlando di Eder Perneth Caicedo che i giornali colombiani descrivono come testa di legno di uno spietato criminale. Il portale Voxpopuli collega Caicedo a Edgar Ignacio Fierro Florez, 47 anni, meglio conosciuto come «don Antonio», l’uomo che aveva interloquito direttamente con D’Alema e che è stato condannato a 40 anni di prigione per i crimini (omicidi compresi) commessi da comandante delle Autodefensas unidas de Colombia, le famigerate Auc che si sono distinte in operazioni di pulizia etnica e narcotraffico. Caicedo e Fierro farebbero parte di quella generazione di uomini d’affari che starebbe cercando di riciclare i capitali illeciti accumulati alla fine degli anni Novanta durante la guerra civile con i guerriglieri comunisti delle Farc. Secondo Voxpopuli l’attentato a Caicedo del 16 febbraio scorso sarebbe il segnale che a Barranquilla, città sull’Oceano Atlantico, si starebbe «costruendo un modello di sviluppo basato sulla narcoeconomia». Noi avevamo citato Caicedo già un anno e mezzo fa, con questa frase: «Costruttore di Barranquilla, dove i broker, ma anche D’Alema, stavano interessandosi alla costruzione di un porto».Le cronache hanno descritto così il tentato omicidio: «Nei pressi dello zoo di Barranquilla, un sicario che sembrava stesse pulendo il parabrezza di un veicolo ha sparato cinque colpi con una pistola calibro 9 contro il costruttore. Il sicario ha utilizzato un silenziatore per rendere perfetto l’omicidio. Le lesioni più gravi sarebbero state alla testa e all’addome. Ma la vittima è sopravvissuta».Sia Caicedo che Fierro sarebbero dei prestanome di uno dei più sanguinari comandanti delle Auc, Rodrigo Tovar Pupo, detto Jorge 40, che secondo Wikipedia avrebbe confessato oltre 600 crimini o atti di violenza, come l’uccisione di sette membri della Procura generale, il massacro di 40 persone nella zona di Magdalena e altre mattanze di professori, sindacalisti e semplici cittadini. Jorge 40 avrebbe iniziato trafficando armi per poi diventare braccio destro del capo dei capi delle Auc, Salvatore Mancuso, e successivamente comandante del blocco Nord. Dopo essere stato estradato negli Usa e aver scontato una condanna per narcotraffico sino a 2020, è tornato in Colombia, dove, dal carcere, avrebbe ordinato l’assassinio di Caicedo. Anche se detenuto eserciterebbe ancora «un grande potere politico, militare ed economico nella regione dei Caraibi» e disporrebbe di «una rete di prestanome che gestiscono contratti multimilionari con lo Stato dal 2004 e realizzano grandi investimenti nel settore edilizio, immobiliare e delle infrastrutture stradali e portuali di Barranquilla e di altre città dei Caraibi». I giornali colombiani si sono chiesti quale sia stato lo sgarro fatto dalla vittima e qualcuno ha provato a collegare l’agguato alla trattativa da 4 miliardi di euro con le aziende italiane. Caicedo aveva provato a tenere all’oscuro Jorge 40 dell’affare? «Molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che i prestanome hanno riciclato il capitale illecito e ora vogliono vivere in modo indipendente. In altre parole, cercano di liberarsi dai vecchi legami con l’ex capo dei paramilitari che ha seminato terrore e sangue nella regione» ha ipotizzato Voxpopuli.I primi a cercare notizie su Caicedo eravamo stati noi della Verità, ma adesso la Digos della Questura di Napoli ha certificato il suo ruolo e quello dei compari, ricostruendo anche l’organigramma di questa banda che poteva contare su personaggi con diversi omicidi sulle spalle. Infatti del sodalizio non faceva parte solo il sanguinario Fierro, ma anche Oscar José Ospino Pacheco, classe 1966, alias Tolemaida, accusato «di massacri, omicidi selettivi, sfollamenti e sparizioni forzate mentre era a capo di un gruppo del Blocco Nord delle Auc».La storia della squadretta parte dalla rete di organismi internazionali farlocchi immaginati da Caruso, usando anche timbri e loghi falsi. Una passione quella per i taroccamenti che ha innescato l’inchiesta della Procura di Napoli che oggi contesta agli indagati, otto in tutto, tra cui l’ex premier, Caruso e Amato, il reato di corruzione internazionale aggravata. La capofila degli enti che ruotano intorno al quarantaquattrenne Emanuele è la Camera Euro mediterranea con quartier generale a Tunisi che non è ancora chiaro in che modo abbia ottenuto una decina di anni fa un patrocinio dall’Assemblea parlamentare del Mediterraneo (Pam, una vera organizzazione internazionale), la stessa che ha denunciato per truffa Caruso & C. dopo uno scoop della Verità. Il broker ha anche inaugurato la fantomatica Polizia mediterranea, con sede legale presso uno studio di commercialista a Perugia, a cui sarebbero stati aggregati anche Caicedo, Pacheco e il capitano di fregata Francisco Joya Preito che il 27 gennaio 2022 ha siglato il memorandum of understanding con i manager di Fincantieri. Poi Caruso e Amato decidono di allargare la loro influenza verso il Sud America, dove il secondo dei due indagati ha contatti dovuti all’attività di compravendita di avocado. Un commercio che lo ha portato a trattare con i latifondisti locali, spesso in contatto con narcotrafficanti e guerriglieri. La nuova creatura è la Associazione union de cooperacion por l’America Latina (Ucal). Lo scorso anno avevamo pubblicato il resoconto di una riunione fantasma del 6-7 settembre 2021 della Pam che si sarebbe svolta a Belgrado.In quella seduta sarebbe stato lanciato il patrocinio con partnership a favore della Ucal. Nella relazione erano citate «le persone nominate per la cooperazione riguardo ai progetti da sviluppare in Colombia». Nell’elenco era indicato come capo del «gruppo di lavoro» proprio Caicedo. Nella lista anche Fierro, Pacheco e Prieto. Fierro risulta essere stato nominato «delegato della Camera Euro mediterranea con funzioni di portavoce per la promozione delle relazioni e sviluppo di progetti istituzionali e privati per lo Stato colombiano», Pacheco «responsabile dei progetti di sviluppo urbano, ambientale ed energetico», Caicedo «responsabile per la gestione di progetti relativi alle tecnologie ecosostenibile, alle energie alternative e alla valorizzazione delle risorse naturali».Per la Digos «le cariche appaiono alquanto strumentali se si considera che le stesse» vengono assegnate «nel periodo prossimo alla vicenda della compravendita di armamenti allo Stato colombiano che vede coinvolti tra l’altro i tre paramilitari (la Polizia li definisce così, ndr)», un’operazione commerciale «curata da Caruso e Amato». Dalle carte emerge un foglio di presentazione del team, destinato con ogni probabilità alle aziende italiane, «contraddistinto dai loghi delle principali organizzazioni cooperanti, evocate più volte da Caruso in altre offerte». Nella brochure si legge: «Siamo certi di poter garantire in Colombia: accesso per la firma di una joint venture con Cotecmar (cantieri navali, ndr) per strutturare una serie di interventi presso la Marina militare; ingresso diretto alla Fac, ovvero la Commissione di governo che si occupa delle forniture militari; interlocuzioni con il ministro della Difesa e la presidenza della Repubblica per l’accreditamento delle offerte di fornitura».La Digos rimarca che «la bozza, oltre a descrivere le finalità del progetto, fa espresso riferimento a un gruppo di lavoro federato presieduto da Francesco ed Emanuele, autorizzato ad operare nel territorio sudamericano». Segue l’organigramma. Eccolo: Fierro, «coordinatore», Caicedo «amministratore», Prieto «tecnico militare», Pacheco, «uomo di collegamento», e un misterioso «Henry», inserito in veste di addetto alle «relazioni politiche». Una figura, quest’ultima, tutta da approfondire.
Novità per i cittadini. Da questo mese stop al telemarketing da numero mobile, mentre il 30 novembre potrebbe arrivare lo stop a molti autovelox non conformi alle normative.
Nicolás Maduro (Getty Images)