2022-05-24
«Tasse sulla casa? Taches al tram»
Matteo Salvini rispolvera il motto milanese per rispondere all’ambiguità di Gentiloni. Unità con Meloni e Tajani. E Bruxelles smorza: «La riforma non ha effetti sul Recovery fund».Bruxelles lancia il sasso, il commissario Paolo Gentiloni rincara la dose e la Commissione tenta goffamente di nascondere la mano. La frittata, però, è fatta, e la giornata di ieri è stata segnata dalle reazioni politiche al diktat di Bruxelles sull’aumento della tassazione degli immobili. Perché se è vero che le parole dell’ex-premier, ora punta di diamante della politica economica dell’Ue, sulla necessità del Parlamento di approvare quanto prima la famigerata riforma del catasto sono state condite da una discreta dose di ambiguità (di per sé stessa rivelatrice dei veri obiettivi della Commissione), è stata l’excusatio non petita fatta circolare sotto forma di «velina» dalla stessa Commissione a dare il senso di ciò che potrebbe accadere a breve.Si parte dal fatto che Bruxelles, nelle sue «raccomandazioni» primaverili al nostro Paese, ha messo nero su bianco che l’Italia ha troppe tasse sul lavoro, ma a suo avviso l’obiettivo non deve essere diminuire la pressione fiscale, bensì spostarne il fardello più grande sulla casa. Qualora ciò non avvenisse, viene agitato lo spettro della mancata corresponsione delle risorse del Pnrr. A questo punto entra in scena a gamba tesa Gentiloni, non si sa se con l’obiettivo di chiarire, certamente non con quello di rassicurare, visto che nell’esegesi del testo della Commissione da lui fornita ai cronisti afferma che «la Commissione non ha intenzione di massacrare nessuno», però c’è bisogno di «aggiornare i valori catastali agli attuali valori di mercato». Il che, sempre per Gentiloni, non deve necessariamente significare un aumento della tassazione sugli immobili, poiché in alcuni casi potrebbe addirittura diminuirne la stima. «L’aggiornamento», ha affermato, «può essere al rialzo o al ribasso dipende dalle situazioni, il problema non è dare consigli ma rispettare regole comuni e raccomandazioni sulle quali si basa il Pnrr: tutto questo è stato deciso e ora ci sono duecento miliardi da usare che in una situazione economica difficile servono». Essendo sotto gli occhi di tutti che gli immobili che vedrebbero rivista verso il basso il proprio valore catastale sarebbero una percentuale minima, le reazioni politiche seguite alle esternazioni di Gentiloni non si sono fatte attendere, soprattutto dal centrodestra, che riteneva la situazione sotto controllo dopo il vertice a Palazzo Chigi con Draghi che ha avuto luogo lo scorso 5 maggio e che, apparentemente, avrebbe dovuto mettere gli italiani al riparo da nuove tasse sulla casa.La prima a replicare a Gentiloni è stata la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, affermando in una nota che «nelle sue raccomandazioni all’Italia la Commissione europea conferma che la riforma del catasto, prevista dal governo Draghi nella delega fiscale, serve ad aumentare la pressione fiscale sugli immobili». Meloni giudica «inequivocabili» le parole del commissario Ue all’Economia. «È la prova provata di quello che Fratelli d’Italia sostiene da tempo: l’obiettivo del Pd e della sinistra è aumentare le tasse sulla casa. Fratelli d’Italia», ha concluso, «continuerà la sua battaglia, in Parlamento e in ogni sede, per sventare questo ennesimo tentativo di aumentare le tasse». Ci va giù duro anche Matteo Salvini, impegnato a margine di un’iniziativa della Lega a Lissone, in Brianza: «L’Europa», afferma, «ci chiede di aumentare le tasse sulla casa. C’è una raccomandazione di Bruxelles per reintrodurre l’imposta sulla prima casa. Se ce lo chiedono noi rispondiamo con un’espressione milanese: “taches al tram”, si attacchino al tram, non ci pensiamo nemmeno. In questo momento di difficoltà», ha concluso, «aumentare le tasse sulla casa è una follia assoluta». E dal Consiglio federale del Carroccio, poco dopo arriva un «no convinto a qualsiasi ipotesi di aumento di tasse sulla casa e sui risparmi degli italiani», mentre Antonio Tajani, in un forum con l’Adnkronos, stigmatizzava il fatto che «a Bruxelles una convinzione che porta a spostare le tasse sulla casa, ma il vero problema è che bisogna abbassare le tasse». «La casa», ha poi aggiunto Tajani, «per gli italiani è più di un edificio, è ciò che lasceremo ai nostri figli». Avendo messo in difficoltà lo stesso premier Mario Draghi, che aveva siglato un accordo di massima col centrodestra sui contenuti della delega fiscale, Bruxelles ha tentato di correre ai ripari contraddicendo sé stessa, specificando che la riforma del catasto è «molto importante per incentivare l’offerta di lavoro e l’equità fiscale, ma non è una condizione per l’esborso dei fondi del Recovery fund». A suffragio della sua tesi, la Commissione ha fatto l’esempio della Grecia dove, a suo avviso, la revisione degli estimi catastali non avrebbe comportato un aumento della tassazione ma addirittura un complessivo ribasso delle aliquote. Non è difficile intuire, però, che la storia della riforma fiscale in Grecia è andata in modo leggermente più complesso.
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