2022-02-02
Salvini ricompatta la Lega provando a mettere i paletti su catasto e divieti
Quattro ore di consiglio federale. «Al governo solo se si può fare la differenza». Critiche a totiani e Fdi ma nessuna porta chiusa.«Basta cazzate sui giornali. Serve compattezza dentro la Lega. Il confronto interno va bene, le critiche in pubblico no». Sono passate da poco le 5 del pomeriggio quando il segretario della Lega, Matteo Salvini, affronta durante il consiglio federale il tema più delicato degli ultimi giorni. Ovvero le critiche che gli sarebbero piovute addosso (anche) da dentro il partito sul come è stata gestita la battaglia per il nuovo presidente della Repubblica. È stato molto duro sui presunti parlamentari citati dal Riformista: «Se becco chi sono li caccio» e ha anche ricordato che lunedì è andato a donare il sangue. «Sono orgoglioso perché il movimento della Lega è stato il più compatto» nelle elezioni, «sono contento di essere colui che ha messo fine alle ipocrisie dicendo “piuttosto che andare avanti con i no reciproci chiediamo un sacrificio a Mattarella”, e lo rivendico», aveva detto entrando nella sede di via Bellerio.Poi durante il consiglio federale ha spiegato ai membri del consiglio anche la questione legata alla candidatura del numero uno del Dis, Elisabetta Belloni. «Belloni?», ha chiarito Salvini. «Mi hanno fatto il suo nome Letta e Conte, io la conoscevo dai tempi del Viminale. Non ho mai esplicitato il suo nome, ma era un profilo che alla fine potevamo accettare. Pd e 5 stelle si sono scannati, Renzi ha fatto il matto e la candidatura dopo una notte non c’era più». Durante le quasi quattro ore di dibattito la Lega si è mostrata più che mai unita. C’è stata una buona sintonia con il ministro Giancarlo Giorgetti (che era in videocollegamento da Roma perché impegnato al tavolo Automotive per il governo), così come non si sono registrati particolari malumori visibili dai governatori né dal sempre caldo fronte del Veneto (Luca Zaia si è detto ottimista perché l’asse Mattarella-Draghi non sembra pregiudizialmente ostile all’autonomia). A essere bersaglio di critiche e malumori dei dirigenti leghisti sono stati invece il governatore della Liguria, Giovanni Toti, e la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Salvini non chiude la porta, ma il primo è stato accusato di avere troppi incarichi (è presidente di Regione, leader di Cambiamo, assessore alla Sanità e al Bilancio), di dialogare troppo con il centrosinistra e di aver tradito il centrodestra. Lo aveva sottolineato nelle ultime 24 ore anche il ligure Edoardo Rixi («Non ci fidiamo più di lui») e lo ha ribadito durante il consiglio federale. Del resto, è stato lo stesso Toti a far intendere di aver sabotato la candidatura del presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, al Quirinale, facendole mancare ben 20 voti (cui si sono sommate le defezioni azzurre). Sulla Meloni sono sempre i dirigenti a scatenarsi e a criticare i troppi attacchi arrivati negli ultimi giorni da parte di Fdi. La Lega, insomma, si mostra compatta. Lancia messaggi agli alleati e soprattutto inizia a costruirsi una apparente exit strategy dal governo di Mario Draghi. Certo, alcuni membri del consiglio (tra cui Roberto Calderoli) hanno chiesto a Salvini di spostare il partito più a destra «perché dobbiamo distinguerci dalle posizioni centraliste». Ma di fondo i punti politici più rilevanti di ieri sono aver messo d’accordo i governatori sul no alla distinzione tra bimbi vaccinati e non, e aver ritrovato appunto una piena sintonia anche con Giorgetti. Durante il federale sono state infatti smentite le voci di dimissioni del ministro per lo Sviluppo economico, circolate subito dopo l’elezione di Sergio Mattarella. La Lega vuole restare al governo purché possa «fare la differenza. Non rinunciamo alle nostre battaglie» ha spiegato Salvini. «Condividiamo alcuni punti tra cui dire no tasse sulla casa e no alla riforma sul catasto. Servono le più ampie risorse per i costi dell’energia e serve un ritorno alla normalità dopo la pandemia». La Lega insiste poi nel dire no a nuove restrizioni e - in tema di Dad a scuola - soprattutto non vuole come detto alcuna differenziazione tra bimbi vaccinati e non vaccinati. Non solo. Salvini chiede anche un decreto urgente per aiutare famiglie e imprese col pagamento delle bollette di luce e gas. E soprattutto sprona l’esecutivo a un impegno più concreto per la difesa dei confini e la lotta all’immigrazione clandestina. Dal consiglio federale, quindi, spiega una nota, «arriva piena fiducia e mandato al segretario di lavorare per creare, allargare e potenziare un’alleanza alternativa alla sinistra».Durante le ore di confronto non si è parlato di legge elettorale, né della nuova iniziativa i Repubblicani di cui si era fatto cenno lunedì. Salvini in pubblico ha ribadito che è al lavoro per unire e per costruire un’alternativa al centrosinistra. Ha usato anche parole al miele nei confronti del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. «L’incontro con è andato bene soprattutto perché è stato il suo primo giorno fuori dall’ospedale. La cosa bella di ieri è stato quell’abbraccio». Alla fine si torna a Roma «Domani c’è il consiglio dei ministri, avrò un incontro con Draghi. Non lo tedierò con federazioni, equilibri politici, leggi elettorali. Quello che mi interessa è ottenere l’allentamento delle restrizioni».