2021-07-05
Salvini: «Pure il Pd ha scaricato Letta. In Aula sceglie il buon senso»
Il leader leghista: «Sul fisco raggiunta un'intesa di maggioranza nonostante l'ostilità del segretario, ossessionato da noi. Domani il centrodestra chiude sulle candidature».Matteo Salvini, segretario della Lega, avete iniziato con il Partito radicale la raccolta firme per i referendum sulla giustizia. Il segretario Pd Enrico Letta li ha liquidati come strumento di lotta politica, sottolineando che in 25 anni quasi tutti i referendum non hanno raggiunto il quorum. Perché in questo caso dovrebbe andare diversamente? Non è un segnale di sfiducia verso governo e Parlamento?«È vero il contrario, queste firme saranno una pacifica rivoluzione della giustizia dopo trent'anni di chiacchiere. Letta conosce poco gli elettori e molto i giochi di Palazzo, infatti dal 2011 il Pd è riuscito a stare sempre in maggioranza o al governo senza aver mai avuto un chiaro mandato popolare. I referendum sono la massima espressione della democrazia, e un partito non dovrebbe mai avere paura del popolo. I nostri quesiti aiuteranno il governo nel cammino delle riforme, abbiamo piena fiducia in Mario Draghi e nel ministro Marta Cartabia: ho scritto a entrambi nelle ultime ore, mandando le foto della gente in coda a firmare nei nostri gazebo nonostante il caldo». Come procede il dialogo con il Pd? Siete le colonne della maggioranza, ma tra segretari non vi parlate. Su quali punti propone di aprire un confronto? «Taglio delle tasse e sostegno a famiglie e imprese, queste le priorità. Io dialogo con tutti e ho chiesto a Letta un confronto per esempio sul ddl Zan, ma non ho ricevuto risposte. Letta è ossessionato dalla Lega, preferisce polemizzare tutti i giorni, dalla Nazionale di calcio a ius soli e Ungheria, ma così mette in pericolo il governo e quindi l'Italia. Eppure, sul futuro del fisco abbiamo trovato una intesa di maggioranza che prevede fra l'altro il taglio dell'Irap, odiosa tassa sul lavoro e perfino sulle aziende in perdita, meno tasse sul ceto medio con una diminuzione dell'Irpef, flat tax per le partite Iva a 65.000 euro confermata, e soprattutto niente patrimoniale e aumento dell'Imu. Evidentemente, quando si va nel merito dei provvedimenti, anche il Pd volta le spalle al proprio segretario e sceglie il buon senso. Non mi ha stupito il no dell'estrema sinistra di Leu al taglio delle tasse, il no di Fratelli d'Italia invece sì, ma cercheremo di convincerli a cambiare opinione in Parlamento».Il taglio dell'Irpef per i ceti medi sembra a portata di mano. Ma su flat tax non c'è accordo. È un punto su cui siete disposti a trattare?«No. Il nostro obiettivo è di arrivare fino a 100.000 euro di redditi. È comunque un segnale importante, visto che molti commentatori scommettevano sulla sua cancellazione. La Lega e il centrodestra che sono al governo pesano e si fanno valere, e il prossimo governo che sarà solo di centrodestra avrà nella flat tax e nella semplificazione uno dei suoi primi obiettivi. Intanto lavoriamo per evitare patrimoniale e nuove tasse che il Pd s'inventa ogni giorno».La battaglia parallela è quella sulle cartelle esattoriali. Per cosa vi state battendo?«Ci sono ormai più di 160 milioni di cartelle esattoriali pronte a partire, che la Lega ha chiesto e ottenuto di bloccare almeno fino a settembre, con l'obiettivo poi di rottamare e rateizzare. Come già chiesto a Draghi, chiediamo il saldo e stralcio affinché i cittadini che avevano presentato la dichiarazione dei redditi - ma che poi non erano riusciti a pagare le tasse - possano pagare il giusto e ripartire. Dopo Covid, paura e chiusure, famiglie e imprese hanno bisogno di lavoro, non di balzelli e stangate. Nella riforma fiscale la Lega ha insistito per inserire anche l'inversione dell'onere della prova a carico dei cittadini, che da presunti colpevoli agli occhi dell'Agenzia delle entrate tornano a essere giustamente presunti innocenti».Sul ddl Zan non c'è accordo tra capigruppo: anzi, sono volati pugni sul tavolo. Come finirà?«Rilancio la proposta: inaspriamo le pene per chi discrimina, odia e usa violenza contro ogni forma di amore. Ognuno è libero di amare, baciare e vivere la sua vita con chi vuole e come vuole, questo è fondamentale. Ma lasciamo in pace i bambini e non portiamo ideologie o gender nelle scuole, e soprattutto non mettiamo censure, reati o bavagli a chi difende l'idea di famiglia e di futuro fondate su mamme e papà. Letta ormai è accecato dall'ideologia è così facendo danneggia anche gay e lesbiche che chiedono rispetto e tutela. Se non vuole ascoltare la Lega, almeno ascolti gli appelli al buon senso che arrivano dal Santo Padre».Importerebbe in Italia la legge di Viktor Orbán contro i contenuti omosessuali destinati ai minori?«L'Italia è un Paese straordinario, libero e sovrano, e non abbiamo bisogno di copiare o importare leggi. All'Ungheria ruberei sicuramente il sistema fiscale (le tasse su imprese e cittadini non superano il 20%) e la politica di sostegno alla natalità con importanti contributi per il terzo figlio. Su altro non mi interessa polemizzare o litigare, la libertà dei cittadini per me è sacra, la libertà educativa anche, e l'educazione dei figli spetta innanzitutto a mamma e papà».La carta dei valori dei sovranisti europei, che avete firmato insieme a Giorgia Meloni e Orbán, ha fatto molto discutere. Non vede il rischio di alimentare tensioni nel governo Draghi?«Semmai il contrario, serve a dare più forza all'Italia e quindi anche al governo. Noi vogliamo un'Europa fondata sul lavoro, sullo sviluppo, sulla famiglia e sulle identità, sull'accoglienza sostenibile e il contrasto all'immigrazione di massa, su un allargamento intelligente a Est dicendo un chiaro e definitivo no alla Turchia e all'estremismo islamico». Se Bruxelles chiedesse fra un anno di tornare ai tagli, all'austerità?«La nostra carta dei valori chiede proprio questo: sviluppo sostenibile, tutela di famiglie e imprese, piena occupazione. Il vecchio e inutile dibattito su fascismo, comunismo e regimi lo lasciamo ad altri».In autunno rimetterete in agenda l'autonomia?«Il Covid ha dimostrato che sindaci e governatori hanno fatto di più e meglio rispetto allo Stato e alla burocrazia. Dal Veneto al Salento, dalla Calabria alla Lombardia, c'è voglia di efficienza, taglio di sprechi e burocrazia, modernità e velocità».Conta di arrivare con Draghi fino alla fine della legislatura? Che succederà se il premier verrà eletto al Quirinale?«Lavoriamo per fare tutto il possibile e arrivare al voto. Non so cosa potrà accadere: con rispetto per il presidente Mattarella e per lo stesso Draghi, ascolteremo con attenzione le eventuali valutazioni del premier quando nel 2022 eleggeremo il nuovo capo dello Stato. Di sicuro, non pensiamo di eleggere un capo dello Stato di parte come più volte hanno minacciato da sinistra».Che idea si è fatto, da fuori, dei problemi che stanno agitando i 5 stelle? Si sente più vicino a Grillo o a Conte? Non pensa che, con il M5s in subbuglio, la vita del governo sia in pericolo?«Mi sembrano in chiaro stato confusionale, ma Grillo e Conte hanno torto entrambi. Conte si è montato la testa dopo qualche mese a Palazzo Chigi, cambiando radicalmente atteggiamento. Grillo ha spostato il Movimento a sinistra: un danno per i grillini e soprattutto per il Paese». La scelta per le candidature del centrodestra a Milano si fa attendere. Che tipo di profilo sta cercando?«Al massimo martedì chiuderemo tutte le candidature: è previsto un vertice di centrodestra. A Milano il primario Luca Bernardo si è messo a disposizione ed è un nome estremamente interessante. Di sicuro sarà della partita Gabriele Albertini. E ho parlato con l'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani: sarebbe uno straordinario consulente per i nostri sindaci a proposito di sicurezza e decoro urbano». Alcuni sondaggi dicono che i consensi di Fratelli d'Italia hanno superato quelli della Lega. Partecipare a questo governo non paga?«Sapevo che entrando nel governo non avrei guadagnato voti, almeno nei primi mesi, ma all'interesse del partito ho preferito quelli dell'Italia. Alla lunga sono certo che gli italiani ci premieranno, la sana competizione nel centrodestra fa bene a tutta la coalizione (che è saldamente in testa ai sondaggi) e tutte le rilevazioni (tranne una) confermano che la Lega resta primo partito… Non sono preoccupato, Giorgia è un'amica e un'alleata, insieme governeremo bene».Nel dibattito sul futuro del centrodestra, perché continua a rifiutare l'ipotesi del partito unico?«Perché è prematuro, non credo alle fusioni a freddo e ora c'è bisogno di un'intesa più stringente soprattutto in Parlamento. Ecco perché parlo di federazione: dobbiamo essere ancora più compatti e rapidi per offrire soluzioni efficaci a Draghi specialmente in vista delle riforme. Con il Pd in confusione e i grillini a pezzi, il centrodestra ha il dovere di dare risposte e aiutare il premier».