2019-08-19
Salvini: «Mattarella ci faccia votare, i perdenti al potere umiliano l’Italia»
Il leader della Lega tira dritto: «Ascolterò Conte ma non lascio il Viminale. Il Paese è in mano a 30 renziani, siamo pronti a scendere in piazza se c'è un esecutivo Pd-M5s. Rischiamo la svendita delle nostre aziende».Messaggi molto duri a M5s e Pd, un doppio segnale rispettoso - ma assai esplicito - anche al Quirinale, e il preannuncio di eventuali manifestazioni di piazza per chiedere il voto. Matteo Salvini è tornato a parlare a Marina di Pietrasanta, alla Versiliana, accolto da un nugolo di bandiere rosse, cori di Bella ciao e tutto il repertorio dei suoi odiatori itineranti, ormai presenza necessaria per consentire alle testate online il titolo «Salvini contestato». E mentre entrava, arrivavano pure i lanci di agenzia sull'esito dell'incontro M5s in una delle ville di Beppe Grillo (a Marina di Bibbona, a 100 chilometri dal palco di Salvini), con i pentastellati ormai schierati apertamente contro la Lega. Salvini ha esordito proprio «salutando» le bandiere rosse: «Ero abituato a vederle in spiaggia quando c'era il mare mosso… Abbiamo riesumato i fantasmi». Contestatori a parte, una folla notevole attendeva il vicepremier: «Dieci volte tanto le persone che c'erano quando venne Matteo Renzi presidente del Consiglio», ha annotato Alessandro Sallusti, che lo intervistava. Salvini è partito ricapitolando le anomalie della vicenda Open arms. Poi la prima bomba: «Io non ne sbarco neanche uno: l'Italia non è il campo profughi dell'Europa. Fossi ministro della Difesa, li scaricherei in Spagna in due giorni». Un po' dopo, seconda bomba: «Non mi stupirei se mi arrivasse una richiesta di processo nei prossimi giorni. Allora conto su di voi», si è appellato al pubblico. Subito dopo, il leader leghista è passato alla crisi: «Se qualcuno pensa di fare un governo con Renzi, Prodi e la Boschi, deve passare sul mio corpo». Proprio Maria Elena Boschi, in quegli stessi minuti, postava su Facebook una foto in bikini con le amiche per rispondere alle accuse del ministro dell'Interno: «Dice che sono una mummia, il caldo gli fa male». Salvini ha poi abbandonato le mezze misure: «Fossimo una democrazia normale, non ci sarebbe dubbio alcuno. Democrazia viene da demos e kratos. Se cade un governo, la cosa da fare è chiedere agli italiani chi debba governare». E ancora: «Mi piacerebbe che si votasse a ottobre, e che a novembre ci fosse un governo che - per prima cosa - dovrebbe tagliare le tasse». Ma - ha aggiunto Salvini - «so benissimo, e sono contento di averlo fatto venire a galla, che per qualcuno la poltrona vale 6.000 volte di più rispetto alla democrazia. Siamo in mano a una trentina di renziani. Parlamentari nemmeno del Pd, ma di un pezzo del Pd, e sanno che se si va a votare non li vota neanche il babbo». Poi ha aggiunto: «Qualcuno vuole andare al governo per terminare l'opera di svendita delle aziende italiane alle multinazionali straniere». E ancora: «Qualunque governo che non risponde alla volontà popolare è un governo che risponde a Bruxelles».Poi il cuore del ragionamento, tra un'ultima porta lasciata socchiusa - ma con scetticismo - e molta ironia: «Martedì ascolterò le comunicazioni del presidente del Consiglio. Vado senza pregiudizi, a mente aperta. Magari mi stupisce… Magari dice: “Applichiamo la Flat tax domattina"… Certo, se invece il mood sarà quello delle ultime settimane… Dirà che ha cambiato idea su tutto? Dirà che la loro strada è a fianco del Pd? Me li vedo… La riforma del sistema bancario con la Boschi, la riforma dell'Europa con Prodi, la riforma della giustizia con Lotti…». E un primo messaggio esplicito anche a Sergio Mattarella: «Il governo degli sconfitti Pd e 5 stelle sarebbe una truffa contro gli italiani». Salvini ha negato di aver sottovalutato i numeri e i movimenti in Parlamento, ma ha aggiunto: «Non pensavo che in una settimana, dopo che Di Maio chiamava il Pd “partito di Bibbiano" e quegli altri lo querelavano, arrivassero a tanto. Li vorrei vedere a Bibbiano a fare il primo Consiglio dei ministri». E ancora una battuta sui grillini, che lo hanno definito «inaffidabile»: «E sarei io quello inaffidabile, visto che loro vogliono andare al governo con la Boschi? Potrebbero fare un'altra patrimoniale e pure lo ius soli: non dimentichiamoci che ci sarà anche la Boldrini di mezzo». Sull'ipotesi delle dimissioni, ha aggiunto: «Non lascio il ministero degli Interni. Avessi ritirato i nostri ministri, quelli della Open arms sarebbero già sbarcati da dieci giorni». Sollecitato sull'ipotesi che anche Forza Italia possa eventualmente partecipare a un governo con dentro tutti (tranne la Lega), Salvini ha attaccato Prodi e la sua ipotesi del «governo Ursula», rivolgendosi al pubblico: «Voi riterreste normale un governo Pd-M5s-Forza Italia?». Inevitabile il poderoso «nooo» dei presenti. «A meno che», ha concluso Salvini, «l'unico obiettivo sia buttare fuori la Lega». E infine le conclusioni, con un nuovo messaggio al Colle e il preannuncio di manifestazioni pro voto: «Se fanno un accordo basato sulla spartizione dei posti, i numeri non li ho in Parlamento per fermarli. Non ci spaventa combattere senza poltrone. Sta al capo dello Stato valutare se questi “governi Arlecchino" rappresentino la volontà popolare». «E poi», ha aggiunto Salvini parlando alla gente, «toccherà a voi. Potremo trovarci pacificamente nelle piazze italiane per chiedere di esprimerci democraticamente». Tutti avvisati.