2024-06-11
Salvini esulta per l’effetto Vannacci. Ma Nord e faide interne lo irritano
Roberto Vannacci e Matteo Salvini (Imagoeconomica)
Dopo i malumori dei governatori, il segretario rivendica la scelta del generale, che incassa da solo un quarto dei voti del partito. Bordata a Umberto Bossi: «Traditore». Massimiliano Romeo: «La questione settentrionale ritrovi enfasi».«Siamo vivi e vivaci, ringrazio chi non ha mai tradito». Matteo Salvini guarda lo 0,10% in più rispetto alle politiche di due anni fa e trova nel risicato decimale lo spunto, anzi lo spuntone, per fissare i ramponi a metà della parete di roccia, montare la tenda e guardare il panorama. Non è spettacolare. Perché la Lega non ha ottenuto l’«effetto protesta» che voleva, non ha intercettato il forte vento euroscettico che ha soffiato sul continente, anzi ha subito il sorpasso di Forza Italia (9,6% contro 9,0%). Quanto allo tsunami Roberto Vannacci, che da solo ha conquistato 500.000 voti, se da una parte è stato il capolavoro tattico del segretario, dall’altra mette in risalto una fragilità: il generale ha portato a casa da solo il 25% dei voti del partito (2.095.000).Salvini riparte da qui e sottolinea un aspetto che in un movimento dirigista come la Lega non si era mai manifestato con questa evidenza: la questione interna, quella del tradimento. «Il mio obiettivo era prendere lo “zero virgola” in più delle politiche e lo abbiamo raggiunto nonostante i problemi esterni e in alcuni casi interni. Perché se il fondatore di un partito (Umberto Bossi - ndr) a urne aperte annuncia che vota un altro partito... Non so come avrebbero reagito altre realtà. Noi non solo abbiamo tenuto, ma siamo andati avanti. Sono abituato a confrontarmi con gli avversari esterni; dover fare i conti con chi, da dentro, rema contro è complicato».La pugnalata di Bossi gli ha fatto male. Secondo le ricostruzioni di via Bellerio, il Senatur molto vicino all’ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi (storico avversario di Salvini, ora in odore di espulsione), avrebbe votato per l’ex enfant prodige Marco Reguzzoni passato con gli azzurri e neppure eletto. L’operazione non ha spostato nulla ma ha avvelenato i pozzi, e conferma il mal di pancia soprattutto nelle regioni chiave Lombardia e Veneto. «È lì che abitano i traditori, è lì che bisognerà contare al più presto amici e nemici», rivela un colonnello di antico lignaggio. Il congresso previsto per l’autunno, nel quale Salvini si ricandiderà segretario, rischia di diventare una resa dei conti con la fronda. Il leader non va oltre. L’uomo che raccolse il vessillo leghista da terra 11 anni fa nella «notte delle scope» per riportarlo in auge non intende dimenticare. «Penso ai militanti, ai sindaci e alle persone che hanno dedicato giorni e notti al movimento, all’affissione dei manifesti fuori da scuole e fabbriche. Non meritano che dentro qualcuno faccia i propri interessi senza un obiettivo comune. Sono abituato a vincere o perdere di squadra, non a tradire chi è a fianco. Io devo rendere conto a decine di migliaia di sostenitori e iscritti che non meritano questo. Valuteranno i militanti». È praticamente impossibile che Bossi venga espulso per una chiara questione d’immagine e perché, tecnicamente, non ha la tessera della Lega Salvini Premier, ma solo quella della scatola vuota Lega Nord. Detto questo, la mai sopita «questione settentrionale» (vale a dire la mai digerita nazionalizzazione del partito), è destinata a rompere la crosta e a imporsi una volta per tutte. Lo fa capire il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo: «Il fatto che Forza Italia ci abbia superato, anche se di poco, induce a delle riflessioni. Sono convinto che occorra riguadagnare il territorio, rafforzare la nostra base, stare più vicino ai nostri amministratori. Lega nazionale sì, ma senza dimenticare le origini. La questione settentrionale è un tema che deve ritrovare la giusta enfasi». La Lega ricomincia dai voti dei testimonial d’eccezione (qualcuno ricorda che la candidatura di Vannacci era osteggiata da Luca Zaia e Massimiliano Fedriga) ma anche dalla consapevolezza che il cammino in montagna va ripreso e la rotta va ridefinita. Lo stesso Salvini si intesta la mossa vincente del generale: «Il caso Vannacci è strano. Prima era un problema perché non prendeva voti, adesso è un problema perché ha preso tanti voti». «Lo dico sempre, e le mie dichiarazioni sono sempre quelle, e che cioè ogni elezione ha una storia a sé, che non si deve mai considerare un'elezione una regola», ha dichiarato invece il presidente del Veneto, Luca Zaia, «oggi il vincitore di questa tornata, è decisamente il presidente del Consiglio». Le fibrillazioni interne creeranno terremoti esterni? Il segretario assicura di no. Ha telefonato a Giorgia Meloni per i complimenti, ha smentito l’ipotesi di Zaia ministro «perché l’alleanza di governo funziona bene così e non ci sono margini per i rimpasti». Domani sarà a Bruxelles per incontrare i due trionfatori Marine Le Pen e l’austriaco Herbert Kickl, più il leader olandese Gert Wilders: dovranno coordinare la strategia di Id. Sul tavolo la richiesta di riammissione dei tedeschi di Afd, espulsi due settimane fa. Ma soprattutto l’approccio al Ppe, quindi a Forza Italia. Salvini ribadisce il concetto chiave: «Spero in un centrodestra unito e compatto in Europa, possibilmente in maggioranza, senza accordi a ribasso con i socialisti. Conto che il centrodestra non si divida a Bruxelles. Altri cinque anni di Ursula Von der Leyen non porteranno a nulla di buono».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.