2019-03-27
Salvini dà la cittadinanza a Rami: «Eroe, è come se fosse mio figlio»
Il Viminale scioglie le riserve: il ragazzino egiziano che ha salvato i compagni sul bus dalla furia di Ousseynou Sy avrà il passaporto. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede: «È la prova che il governo è unito, però niente ius soli».Ci sarà un nuovo italiano. Si chiama Rami Shehataha, i suoi genitori vengono dall'Egitto, ha 13 anni e, grazie al suo sangue freddo e quello di altri compagni di classe, 51 bambini sono scampati al rogo sullo scuolabus sequestrato da Ousseynou Sy. L'autista senegalese che voleva una strage per vendicare i morti del Mediterraneo, al quale invece la cittadinanza ci si augura venga revocata.Ieri il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha trovato la soluzione e sciolto le riserve sul ragazzino che ha avvertito i carabinieri del dirottamento: «Sì alla cittadinanza a Rami perché è come se fosse mio figlio e ha dimostrato di aver capito i valori di questo Paese», dice durante la registrazione del Costanzo Show, «ma il ministro è tenuto a far rispettare le leggi. Per atti di bravura o coraggio le leggi si possono superare». Inoltre Salvini ha invitato oggi al Viminale, oltre a Rami, altri quattro alunni della scuola media Vailati di Crema e 12 carabinieri, intervenuti per bloccare il bus in fiamme sulla Paullese. Incontrerà Adam, che anche lui come il compagno è riuscito a telefonare ai militari fornendo preziose indicazioni; Aurora che presa in ostaggio ha mantenuto una calma esemplare; Fabio, che ha parlato con il terrorista, cercando di dissuaderlo e tranquillizzarlo; Nicolò, che si è offerto volontariamente come ostaggio.«Sono felice, non me l'aspettavo, ringrazio Salvini e Di Maio», è stato il primo commento a caldo di Rami. Ma a raccontare la soddisfazione del bambino è suo padre, Kaled Shehataha: «Ha fatto i salti di gioia, mi hanno telefonato per dirmi che Salvini ha comunicato che mio figlio avrà la cittadinanza. Siamo felicissimi e di questo lo ringraziamo molto. Rami è stato un eroe e l'Italia glielo ha riconosciuto. Ho apprezzato molto le parole del ministro che lo ha considerato come suo figlio». La decisione è arrivata dopo un'attenta verifica dei presupposti legali. Ancora lunedì sera il vicepremier leghista aveva detto che «al momento» non vi erano gli elementi per concedere la nazionalità. Non si trattava di «bullismo» nei confronti di un ragazzino, come qualche avversario politico ha accusato: l'ostacolo era dovuto al fatto che uno stretto parente del ragazzino (probabilmente il padre, anche se non è stato esplicitato) ha precedenti penali. Se un minore diventa cittadino italiano si applicano ai suoi parenti le norme previste dalla direttiva Ue sui familiari dei cittadini europei. Questa prevede che i familiari fino al secondo grado, ma solo se conviventi, abbiano una carta o un permesso di soggiorno per motivi familiari. Non diventano italiani, ma sono «protetti» dall'articolo 19 secondo comma del testo unico sull'immigrazione del 1998, che vieta di espellere i familiari di cittadini italiani a meno che non ci siano «gravi motivi attinenti alla sicurezza dello Stato e dell'ordine pubblico».L'escamotage, da quanto si apprende da fonti del Viminale, sarebbe attribuire, «con una piccola forzatura», la cittadinanza ad personam solo a Rami senza però estendere i benefici ad altri. Si tratta infatti di «cittadinanza per meriti speciali» che si conferisce agli stranieri che «hanno reso servizi eminenti all'Italia o quando vi sia un interesse eccezionale dello Stato». La proposta deve partire dal ministro dell'Interno e l'approvazione avviene per decreto del presidente della Repubblica. «L'attribuzione di cittadinanza per servizi resi allo Stato è personale. E la cittadinanza stessa non viene passata dal minore ai familiari, che al massimo possono acquisire il permesso o la carta di soggiorno», spiega Paolo Bonetti, professore di diritto costituzionale all'Università Bicocca di Milano. Quindi Rami diventerà italiano a tutti gli effetti, ma non i suoi genitori. Soddisfatto anche il vicepremier Luigi Di Maio, che rivendica il merito: «Nei giorni scorsi avevo inviato una lettera proprio ai ministeri competenti per chiedere loro di conferire la cittadinanza per meriti speciali al piccolo Rami. Sono felice di aver convinto anche Salvini sulla cittadinanza a questo bambino». Sulla medesima lunghezza d'onda, sempre in casa pentastellata, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: «Prendiamo atto che finalmente anche Salvini si è convinto. Questa è l'ennesima dimostrazione di come questo governo possa viaggiare compatto per i cittadini», commenta il Guardasigilli, che però precisa: «Lo ius soli non ha nulla a che fare con questa vicenda e non è nel contratto di governo. Mi fa sorridere chi parla dello ius soli e quando era al governo non ha approvato la legge». Ma non tutti sono ancora pienamente soddisfatti. Dopo la decisione del Viminale parla anche il padre di Adam El Hamami, l'altro ragazzino eroe di origini egiziane che ha avvertito le forze dell'ordine: «Sarebbe bello che dessero la cittadinanza anche a mio figlio Adam, che, come si è sentito anche dalle registrazioni delle telefonate al 112, ha chiamato i soccorsi. È un ragazzo sensibile ed è rimasto molto male del fatto che tutti, anche a scuola, parlino del compagno ma non di lui», dice Khalid El Hamami.
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