2025-09-21
Sala vende San Siro ma non sa neanche chi c’è dietro ai fondi di Inter e Milan
Oaktree e RedBird si autocertificano beneficiari economici. Hanno alle spalle decine di società in Lussemburgo e Cayman.Chi sono i beneficiari economici delle proprietà di Inter e Milan? La domanda che potrebbe sembrare scontata non lo è affatto, visto che se la pone da tempo il Comune di Milano. O meglio, visto che l’ha posta il comitato legalità e contrasto alla criminalità organizzata della stessa amministrazione meneghina (per voce dell’avvocato Alberto Toffoletto) ai due club. Richiesta quasi obbligata. Le società di cui sopra sono infatti vicine all’acquisto di un bene di rilevanza pubblica, lo stadio di San Siro, e i fondi che ne hanno il controllo (Oaktree Capital Management sponda nerazzurra e RedBird Capital Partners per i rossoneri) hanno per definizione un assetto di controllo e governance molto articolato e a volte non proprio trasparente. Risposte? Deludenti. Non lo diciamo noi, ma lo si legge in controluce dalle conclusioni dello stesso avvocato che rappresenta il Comune di Milano nel parere legale allegato alla delibera che ha dato il via libera alla cessione dello stadio: «Le catene di controllo delle squadre sono particolarmente complesse e coinvolgono decine di società costituite in diverse giurisdizioni e con diversa forma giuridica [...] La ricostruzione dell’effettivo controllo può solo essere stabilita previo esame dettagliato degli accordi che stabiliscono la relazione tra investitori e società di gestione (gli «operating agreements») [...] Trattandosi di documentazione riservata, le squadre non ne hanno consentito la visione». E quindi la domanda resta? Gli Ubo («Ultimate Beneficial Owner») sono i due fondi o ci sono investitori che hanno il diritto di esprimere pareri vincolanti e quindi vanno individuati altri beneficiari economici? Questione delicata sia dal punto di vista penale che amministrativo. La legge antiriciclaggio (231/2007) prevede che gli enti pubblici, quando contrattano o cedono beni, siano tenuti a verificare l’identità del «titolare effettivo» della controparte, cioè della persona o del soggetto che in ultima istanza controlla la società. E del resto è evidente che se il Comune vende un bene pubblico di enorme valore a una società veicolo controllata da soggetti non identificati in maniera trasparente, si crea una zona grigia che può esporre l’operazione a contestazioni di legittimità e a rilievi della magistratura o della stessa Corte dei Conti.Oaktree e RedBird hanno invece risposto con due autocertificazioni. «Per quanto riguarda l’Inter», si legge ancora nel parere, «in data 18 luglio Oaktree ha confermato di essere il controllore del club e che le decisioni gestorie sono assunte esclusivamente da Ocm» senza che gli investitori abbiano il diritto di esprimere pareri vincolanti.Non il massimo della trasparenza rispetto al dedalo di società che porta poi all’effettivo controllo. In cima c’è Oaktree, il fondo californiano che nel maggio scorso ha escusso il pegno sulle azioni e ha assunto il controllo del club. Da lì, il filo passa attraverso una serie di veicoli registrati in Lussemburgo: OCM Sunshine, poi Great Horizon, quindi Grand Sunshine e infine Grand Tower, che detiene direttamente il 68,55% della FC Internazionale Milano. A complicare il quadro, oltre alla quota di minoranza di LionRock, è arrivato un tassello inatteso: il 2,5% acquistato da Giuseppe Marotta, oggi presidente dell’Inter. La quota di Marotta si colloca nella OCM Sunshine. E chi è il principale azionista di Sunshine? Visure alla mano si risale a Ocm Luxembourg Opps XI Sarl che a sua volta è controllata da un socio unico (Oaktree Opportunities Fund XI) con sede alle Cayman. E il Milan? «Per quanto riguarda il Milan», si legge ancora nel parere, «non abbiamo ottenuto una dichiarazione in merito alla modalità di assunzione delle decisioni gestorie, ma un’autocertificazione che conferma che l’Ubo finale sia il signor Gerald J. Cardinale e che dà altresì conferma della gestione da parte di RedBird Capital Partners della catena di società di diritto olandese che direttamente e indirettamente detengono la partecipazione del Milan». Una situazione quindi ancor meno trasparente rispetto a quella nerazzurra che almeno ha dato garanzie sulla gestione. Anche perché è bene ricordare che nel 2023 la Procura di Milano ha iniziato delle indagini tese proprio a verificare chi fossero i reali proprietari del club rossonero. RedBird, peraltro, attraverso la controllata Acm Bidco B.V. ha in corso un finanziamento (non sono stati ufficializzati i tassi di interesse) da 485 milioni con Sheva Investments Limited, società con sede nelle isole Cayman, collegata al fondo Elliott, il precedente proprietario del Milan. Detto che Cardinale ha comunicato al Comune di Milano «l’inesistenza di un controllo congiunto con Elliott», va anche ricordato che secondo i documenti visionati dalla Verità nelle dichiarazioni pubbliche rilasciate alla Sec, RedBird Capital Partners management, la società di gestione di Cardinale, ha notificato di non aver effettuato nessun investimento nei due veicoli all’apice della catena di controllo del Milan, RB FC Holdings (olandese) e RedBird Capital Partners Fund IV. Questa architettura complessa non è certo illegittima. È tipica di molti club europei passati sotto il controllo dei fondi. Ma nel caso di San Siro la posta è diversa: qui non si tratta solo di gestire un club, ma di comprare uno stadio da un ente pubblico. E il Comune, di fronte a una struttura con così tanti piani, veicoli lussemburghesi e scatole alle Cayman deve dimostrare di sapere con certezza chi siano i veri beneficiari. Anche perché c’è una domanda che sorge spontanea: a un cittadino qualsiasi sarebbe consentito di presentare un’autocertificazione ai fine delle norme antiriciclaggio?