2020-06-12
Sala sogna da ministro. E parte nel Pd la corsa a sindaco di Milano
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Il sindaco ha spiegato che dirà a ottobre se si ricandiderà nel 2021. Potrebbe trovare un posto nel rimpasto del nuovo governo di Giuseppe Conte o in un nuovo esecutivo di unità nazionale. Tra i dem ci sono già 4 potenziali candidati, Emanuele Fiano, Piefrancesco Majorino, Piefrancesco Maran e Lia Quartapelle. Il centrodestra aspetta: l'unico nome è quello di Ferruccio Resta, rettore del Politecnico. C'è tensione tra le fila del Partito democratico di Milano dopo le parole del sindaco Giuseppe Sala sul fatto che chiarirà solo a ottobre se si ricandiderà nel 2021. I dem milanesi, l'eurodeputato Pierfrancesco Majorino in primis, sostengono che alla fine lo farà. Che non ci saranno colpi di scena. Ma la ricandidatura di mister Expo 2015 non è scontata. Intorno alla figura di Sala, infatti, si sta giocando una partita nazionale, di governo e di resa dei conti interna al Pd. Il fatto che il primo cittadino abbia rinviato a dopo l'estate una decisione così' importante, per di più in una fase di difficoltà per il capoluogo lombardo dopo l'emergenza sanitaria, testimonia che nella mente del manager dell'Expo 2105 ci siano altri progetti. Non è più un segreto che Sala aspiri da tempo a un ruolo a livello nazionale. C'è chi lo vede come il nuovo Romano Prodi, una sorta di padre nobile del centrosinistra, capace di tenere insieme categorie economiche e sociali. Ma a quanto pare il sogno di Sala sarebbe un anche altro. O meglio si potrebbe verificare un'occasione importante per un salto immediato a Roma. E' quella che si potrebbe aprire nei prossimi mesi, nel caso in cui ci sia un rimpasto oppure una svolta alla presidenza del Consiglio. In pratica Sala potrebbe essere uno dei nomi giusti nel prossimo governo di unità nazionale. In questi mesi il sindaco ha rimarcato più volte la sua amicizia con Vittorio Colao, l'ex manager Vodafone e Rcs rappresentante al governo di una grossa fetta del sistema economico e istituzionale italiano. E il ruolo del primo cittadino potrebbe essere quello di ministro per gli affari regionali e le autonomie nel Governo Conte II. Prenderebbe così il posto di Francesco Boccia. E' questo che filtra in piazza della Scala. Il ragionamento non fa una piega. Perché sarebbe un'occasione unica per Sala, in modo da avere una vetrina nazionale e sganciarsi così da una Milano che non è più quella di Expo 2015. La vittoria nel 2021 non è scontata. C'è malumore nei mondi accademici e finanziari per come è stata gestita la città in questi anni. C'è subbuglio anche nel popolo storico della sinistra, quello tornato alla ribalta dopo la vittoria di Giuliano Pisapia nel 2010. In questi giorni il comune avrebbe deciso di vendere 25 immobili, tra cui due occupati storicamente dai centri sociali. Sono il Torchiera e il Lambretta che in questi mesi si erano dati da fare per aiutare la città durante l'emergenza sanitaria. Palazzo Marino gli ha scaricati. Non solo. Da tempo la Lega di Matteo Salvini sta facendo campagna acquisti nell'area liberale della città, frequentando i centri economici del capoluogo lombardo. Al momento in Lega le carte sono coperte. L'unico nome di un possibile candidato sindaco di centrodestra è Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano. Certo, si era fatto anche il nome di Giulio Gallera, attuale assessore al Welfare. Ma i rapporti con la Lega si sono deteriorati in questi mesi per la gestione dell'emergenza sanitaria. Mentre il centrodestra aspetta nel centrosinistra è già partita la corsa a candidarsi. Majorino smentisce una sua candidatura e sostiene che alla fine sarà Sala l'unico candidato. Ma è da tempo che l'ex assessore aspira alla poltrona più importante di palazzo Marino. Un altro candidato potrebbe essere Pierfrancesco Maran, attuale assessore all'Urbanistica. Oppure Lia Quartapelle, deputata del Pd e sposata con l'ex ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli, esponente del vecchio Psi di Bettino Craxi ancora vivo sotto la Madonnina. Un pensiero alla candidatura lo fa di sicuro anche Emanuele Fiano, milanese, responsabile nazionale delle riforme per il Partito democratico.