2025-08-14
Quel filo che lega Sala e Catella dal 2009
Beppe Sala e Manfredi Catella (Ansa)
Beppe Sala incontra il costruttore quando comincia a mediare tra giunta Moratti e gruppo Ligresti. Il legame si consolida e da primo cittadino gli scrive in chat: «Scusaci se non siamo alla tua altezza». Oggi il Riesame valuta gli arresti di Giancarlo Tancredi e Giuseppe Marinoni.Milano, autunno 2009. Giuseppe Sala è da pochi mesi direttore generale del Comune, chiamato dalla giunta Moratti a coordinare la macchina amministrativa e i grandi dossier urbanistici. Tra le pratiche più delicate c’è il gruppo Ligresti: il 15 settembre le controllate Altair e Imco hanno chiesto un commissario ad acta contro Palazzo Marino, accusando ritardi nei permessi edilizi.Nelle stesse settimane, nell’ufficio di Sala viene rinvenuta una microspia, segno di un clima teso. Il 23 ottobre, inizia una «delicata mediazione»: tavoli riservati, contatti diretti con i vertici e i legali, fino alla decisione dei Ligresti di ritirare la richiesta dopo un incontro in Comune proprio con Sala. Una mossa che disinnesca lo scontro frontale e, indirettamente, preserva il quadro in cui opera Manfredi Catella, allora regista italiano di Hines per il progetto Porta Nuova: a quell’incontro con Sala c’era anche Catella. Il Pd, all’epoca all’opposizione, chiederà persino i verbali di quell’incontro. Caso vuole che in quello stesso perimetro, già dagli anni 2000, si muoveva Giuseppe Marinoni: che poi diventerà architetto di lungo corso in Comune, ma all’epoca impegnato sull’area Garibaldi–Repubblica, come si può leggere sul suo curriculum. Negli anni successivi il filo tra Sala e Catella si consolida. Nell’aprile 2015, da commissario di Expo, Sala inaugura Wheatfield a Porta Nuova con la Fondazione Catella. Poi, secondo la Procura di Milano, il rapporto diventa sempre più diretto, al punto da far parlare i magistrati di un imprenditore capace di «dettare la linea» all’amministrazione comunale, come si legge nelle carte dell’inchiesta sull’urbanistica milanese.Nelle chat in mano ai magistrati i due discutono, tra l’altro, come riporta Repubblica, del restyling del Pirellino, progetto per cui sono entrambi indagati (con l’architetto Stefano Boeri, un altro che incalzava spesso Sala via messaggio). Inizialmente il costruttore esulta per il via libera del Comune (2019) («Evviva») e si impegna a presentare il progetto informalmente (2020). Poi il Comune chiede di inserire edilizia sociale, non prevista dagli accordi: Catella protesta dicendo che non è sostenibile e accusa l’amministrazione di atteggiamento ostile nonostante il lavoro fatto per la città. «A prescindere dai contenuti ideologici di questa scelta è una proposta non sostenibile economicamente» si lamenta. Anche perché, secondo il numero uno di Coima, da parte di palazzo Marino ci sarebbe «un atteggiamento incomprensibilmente ostile rispetto all’impegno e lavoro che stiamo dedicando per raggiungere risultati attenti e sensibili a contribuire all’interesse della città. Bah e superbah».In un altro scambio di battute, quando Catella rimprovera al Comune «una disquisizione meramente ideologica e intellettualmente modesta lontana da una città illuminata», Sala risponde con un tono quasi deferente: «Scusaci se non siamo all’altezza. Dirò a Tancredi di incontrare i tuoi». Del resto l’ex Hines è stato un sostenitore del primo cittadino per il secondo mandato, come si evince dalle chat. «Ci sto pensando con grande serietà» rivela in un scambio di messaggi Mr Expo. E Catella si complimenta con lui. «Faremo tutti la nostra parte perché Milano prosegua nel suo percorso di eccellenza». Sempre Catella: «Adesso è il momento della politica alta! A disposizione per come utile». I due si fanno spesso gli auguri per il fine settimana, anche perché, dice Catella, mi farebbe «piacere vederci noi due a ragionare sul futuro con gin tonic!», drink amato dal sindaco. Oppure si danno appuntamento per vedersi e fare il punto della situazione insieme, anche sui progetti urbanistici, come dimostrano altre chat. Sala gli dà pure consigli dopo un’intervista dove Catella si lamenta di essere stato chiamato «re del mattone». Sala gli dice: «Un passo alla volta. Ma devi costruire la tua comunicazione». In altre chat, Catella incalza anche il direttore generale Christian Malangone: «Dai, sbloccateci i progetti», sollecitando l’avanzamento di interventi strategici nonostante il momento delicato segnato dagli arresti nell’urbanistica.Dentro Palazzo Marino, però, quello tra Catella e Sala non è l’unico legame rilevante. Nel mondo immobiliare e comunale era cosa nota la sintonia stretta tra Catella e l’assessore Tancredi, un tempo capo della Direzione Grandi Progetti, la struttura che ha seguito tutti i grandi piani di trasformazione urbana.I maligni in Comune lo chiamavano «Tancredi Catella», a sottolineare una vicinanza ritenuta quasi simbiotica. Una vulgata radicata voleva che fosse stato proprio Catella a «suggerire» il nome di Tancredi per quell’incarico, dopo aver messo un veto su altri candidati, compreso l’ex assessore Pierfrancesco Maran. Voci mai confermate, ma abbastanza persistenti da entrare nel lessico dei corridoi comunali.L'indagine entra ora nella sua fase più delicata. Oggi si terrà l’udienza davanti al Tribunale del Riesame per valutare la conferma degli arresti domiciliari proprio di Tancredi e Marinoni – quest’ultimo riconfermato presidente della commissione paesaggio nel dicembre 2024, nonostante l’avviso di garanzia e il sequestro di cellulare e computer. Un’eventuale revoca, nei prossimi giorni, delle misure cautelari, come già avvenuto per Andrea Bezziccheri e Alessandro Scandurra, sarebbe un duro colpo per la Procura, che ha costruito il proprio impianto accusatorio anche sulla presunta attualità del rischio di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. In caso di decisione favorevole agli indagati, serviranno 45 giorni per leggere le motivazioni: solo allora si saprà se la scelta dei giudici sarà legata alla debolezza delle accuse o esclusivamente all’assenza di esigenze cautelari immediate. Un’attesa che, nei corridoi di Palazzo di Giustizia, viene già letta come un passaggio cruciale per la tenuta complessiva dell’inchiesta.