2025-02-18
Nella città di Sala 30 all’ora è un lusso
Un’indagine di TomTom sbugiarda il primo cittadino milanese: Area B e C fanno schizzare il traffico (+2%). E le auto «camminano» in media a 22 chilometri orari.Da più di dieci anni i milanesi (e non) sono costretti a pagare un ticket per entrare con l’auto in centro città. Area C è la norma per chi vuole circolare. Ormai non si lamenta più nessuno, tanto che lo scorso ottobre la tassa è persino aumentata passando da 5 a 7,50 euro. Anzi, ora il sindaco, Beppe Sala, si appresta a introdurre il ticket anche nel fine settimana. Non solo. Nel 2019 è stata introdotta anche Area B, altra zona a traffico limitato che dovrebbe dissuadere chi arriva da fuori Milano a utilizzare l’auto e incentivare l’uso del trasporto pubblico. A questo poi si devono aggiungere i divieti per le auto e da ottobre persino per i motocicli a miscela Euro 2, gasolio Euro 2, benzina Euro 0 e 1. A fronte di questo dispendio di energie, multe, risorse economiche e retorica ambientalista da parte di Palazzo Marino, per i milanesi è impossibile trovare negli ultimi dieci anni una ricerca che abbia spiegato che queste misure sono servite a ridurre il traffico o a migliorare la situazione ambientale. In sostanza il milanese paga, deve affrontare il traffico e l’aria continua a essere poco salutare, come da sempre. L’ultima indagine è uscita ieri. È firmata TomTom Traffic Index 2024. E racconta una realtà molto difficile per Milano, che peggiora anno dopo anno per la congestione delle strade. I numeri non mentono. Dal 2023 il traffico è aumentato del 2% e la velocità media dei veicoli è scesa a 22,1 chilometri orari, lo 0,3% in meno rispetto al 2023: non ci sarebbe neppure bisogno di mettere il limite a 30 chilometri all’ora come a Bologna. Il livello medio di congestione è del 33%, con un aumento di due punti rispetto allo scorso anno. Per percorrere 10 chilometri ci vogliono minimo 27 minuti, 20 secondi in più di 365 giorni fa. Per fare un esempio, giovedì 19 dicembre il tempo medio di percorrenza è stato di 35 minuti e 32 secondi. Nella mappa interattiva fornita da TomTom si può osservare che la zona più congestionata è proprio quella che va da Porta Volta fino a Porta Lodovica, con una media di percorrenza di almeno 30 minuti. La situazione peggiora la mattina presto, quando in media per fare 10 chilometri ci vogliono 33 minuti e la velocità media è di 17,9 km/h, praticamente come andare in bicicletta. Migliora di poco nelle ore di punta la sera, quando arriva a 18. Quanto tempo in più abbiamo trascorso alla guida nelle ore di punta durante l’anno? Secondo TomTom siamo rimasti 31 minuti in più in macchina. I momenti di maggiore congestionamento sono tra le 8 e le 10 del mattino, da lunedì fino a giovedì, e dalla 18 alle 20 negli stessi giorni. Il 14 febbraio scorso, alla sera la velocità media in automobile era di 16 km/h. Milano si posiziona sessantasettesima in questa particolare classifica, fanno peggio Torino, Firenze e soprattutto Roma, dove la media di percorrenza nel 2023 è stata di 23 km/h: nella Capitale il 13 dicembre scorso sono serviti 42 minuti per fare 10 chilometri. L’ultima ricerca della compagnia di navigatori satellitari fa il paio con quella di Legambiente di poche settimane fa. Anche qui Milano si piazza al secondo posto come città più inquinata d’Italia e terza a livello nazionale per concentrazione di NO2 (diossido di azoto), a causa della «congestione da traffico motorizzato, che è in crescita come anche il tasso di motorizzazione pro capite», sottolineano da Legambiente. A questo si deve aggiungere la ancora nebulosa situazione degli ingressi in Area C e Area B. A gennaio un report di Amat aveva certificato che a ottobre 2024 gli ingressi infrasettimanali erano in calo (-1,52%), con un crollo ancora più vistoso a novembre. Ma questi dati sono sempre contestati dai Verdi, in particolare da Carlo Monguzzi, che in teoria dovrebbe essere in maggioranza con il primo cittadino, ma che in realtà non perde tempo a ricordare e a ribadire che i dati sugli ingressi sono «farlocchi». E intanto i milanesi pagano.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.