2023-08-12
Il bluff di Ryanair: lasciamo il Paese. E annuncia altre rotte per le isole
Minacce a vuoto per il tetto imposto ai biglietti: da noi realizza il 30% del fatturato.«Ryanair, da un lato esalta la libertà del mercato, dall’altro però intasca i contributi: dall’aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022». Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, scoperchia il vaso di Pandora delle sovvenzioni pubbliche che alimentano le low cost e in particolare la compagnia irlandese, creando una distorsione del mercato. Altro che concorrenza. La replica del governatore arriva dopo che il Ceo di Ryanair, Eddie Wilson, ha minacciato di «ridurre i voli dalla Sardegna e dalla Sicilia, il che significherà meno passeggeri a tariffe più elevate» se il governo non ritirerà il decreto che pone un tetto ai rincari dei biglietti per le isole. Mentre però brandisce la clava, al tempo stesso annuncia il lancio di «5 rotte nazionali da e per Alghero per il prossimo inverno con oltre 30 voli settimanali che collegano la Sardegna con le principali destinazioni continentali». Il che lascia intendere che oltre le urla c’è ben poco perché il mercato italiano è una miniera d’oro per la compagnia. Ryanair realizza nel nostro Paese il 30% del fatturato e ha di fatto il monopolio dei cieli, grazie alla debolezza di Ita e a un ipotetico accordo sottobanco tra le due compagnie. Schifani lo dice fuori dai denti. «Avevo segnalato all’Antitrust, già a dicembre dell’anno scorso, durante il periodo natalizio e poi a Pasqua, lo scandalo del cartello tra Ita e Ryanair, nel senso che di fatto hanno stipulato un accordo tra loro per non farsi concorrenza, applicando prezzi al rialzo». Il governatore aggiunge che la risposta non è ancora arrivata e «adesso che il caso è esploso a livello nazionale, è giusto risolverlo complessivamente». Accuse che Wilson ha sempre definito «spazzatura». Ma che le minacce del manager, di mollare l’Italia siano un bluff è chiaro. Il deputato di Fratelli d’Italia e membro della commissione attività produttive, Silvio Giovine, ricorda che «i prossimi appuntamenti internazionali dai due Giubilei del 2025 e 2033 alle Olimpiadi 2026, fanno del nostro Paese il più fiorente mercato per la compagnia aerea, quello su cui poter sviluppare e consolidare maggiormente la propria crescita». Ryanair ha quindi tutto l’interesse ad aumentare il traffico, altro che ritirarsi. Solo che vuole farlo alle proprie condizioni, continuano a godere di una posizione di assoluto privilegio. A cominciare dalle sovvenzioni che per tutte le low cost ammonterebbero, secondo le stime a circa 500 milioni l’anno. «Nel 2019 erano circa 400 milioni e due terzi, 260 milioni circa, erano destinati a Ryanair», spiega Ugo Arrigo, docente di Economia politica all’Università di Milano Bicocca e esperto di trasporti. Arrigo fa un calcolo dal quale emerge la manna di cui godono le low cost. «Dividendo l’ammontare delle sovvenzioni per i 40 milioni di passeggeri trasportati sul nazionale e sull’europeo, da Ryanair in quell’anno, fanno 13 euro in media per il viaggio andata e ritorno di un singolo passeggero. Ed è una forte sottostima dato che non tutte le rotte di Ryanair sono sovvenzionate. Se ipotizziamo che solo metà dei passeggeri abbiano goduto delle sovvenzioni allora il contributo individuale sale a 26 euro per un viaggio andata e ritorno. Infine, se dividiamo la quota destinata alle rotte domestiche, poco meno di 220 milioni di euro, per tutti i passeggeri che hanno volato su vettori low cost nel 2019, pari a 18 milioni, il contributo per viaggiatore risulta pari a 12 euro, che diventano dunque 24 per un viaggio andata e ritorno. E salgono addirittura a 48 se ipotizziamo che solo metà dei viaggiatori low cost sulle rotte domestiche abbiano goduto delle sovvenzioni». La sintesi, dice l’esperto, è che «in assenza di un adeguato monitoraggio dei contributi alle rotte e di regole che facciano rispettare un’equa concorrenza, noi stiamo pagando con soldi pubblici, i profitti dei vettori low cost».
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)