2021-05-19
La lotta di Rula per la parità è a giorni alterni
Rula Jebreal (Getty Images)
La Jebreal ha dato buca a «Propaganda live» perché unica donna ospite. Lecito, ma curioso: nel 2005, accettò senza batter ciglio la conduzione di «Omnibus» su La7, con soli uomini tra colleghi e vertici. E un anno fa andò a «Piazza pulita», assieme a 14 maschi.Povera Rula. Sì, proprio lei: Rula Jebreal, palestinese con cittadinanza israeliana e italiana (quando incrociavo l'ambasciatore Ehud Gol, ai tempi in cui lei ed io eravamo insieme a La7, il diplomatico mi domandava sempre premuroso: «Come sta la nostra Rula?»).Tornata al centro dell'attenzione grazie all'intemerata a Diego Bianchi in arte Zoro - avendo lui osato invitarla in tv, a Propaganda live su La7, unica donna in un parterre con sette uomini- ecco che arriva Sky a guastarle il buon umore. Secondo Dagospia, che ieri ha anticipato la notizia, la tv satellitare chiamerà Ludovico Tersigni a X-Factor al posto di Alessandro Cattelan. Sui social un bel po' di Erinni hanno inveito contro la staffetta, usando la stessa argomentazione «ruliana» sulla parità di genere: «Era tanto difficile mettere una donna, magari la stessa che aveva sostituito in modo egregio Cattelan quando era positivo al Covid?». Ciliegina, indigesta, sulla torta: Tersigni (amato dai liceali perché protagonista della serie tv Skam Italia, adattamento della primigenia versione norvegese) è nipote proprio di... Diego Bianchi.Parlando ora seriamente: la decisione di Jebreal di astenersi dall'ospitata chez Zoro è stata legittima.Chiunque all'ultimo momento può cambiare idea, anche se c'è chi l'ha rimproverata per aver perso l'occasione di commentare quanto sta tragicamente succedendo nella tormentata striscia di Gaza. Vedi Fiorella Mannoia, non esattamente un'esponente sovranista, che l'ha accusata di essersi sottratta al dibattito su «un argomento scottante», con il pretesto del preteso sessismo del programma: «Ma per favore, dai!».Il gran rifiuto Rula l'aveva cristallizzato in un tweet: «Le mie parole al festival di Sanremo e il mio impegno per la parità e l'inclusione sono principi morali che guidano la mia vita».Peggio mi sento. Perfino i suoi fan hanno storto il naso, chi eccependo sulla maggior pregnanza del tema dell'uguaglianza tra i sessi rispetto a quello di un conflitto bellico in atto, chi ricordandole che il Sanremo da lei evocato vedeva la partecipazione di Georgina Rodriguez solo perché compagna di Cristiano Ronaldo, chi la scarsa coerenza con se medesima visto che in precedenza non era stata altrettanto tranchant.E qui soccorre l'amarcord personale, quando ad un tratto Jebreal si materializzò a La7.Se non sbaglio, la prima ad accorgersi - o a sapere - di Rula fu Franca Fossati, per anni l'autrice di Ottoemezzo regnante Giuliano Ferrara. Essendosi fatta notare, approdò così anche ad Omnibus, la mia creatura, e a L'infedele, il talk di Gad Lerner, accreditandosi come esperta di vicende mediorientali tanto da indurre l'editore a offrirle un'opportunità non più come ospite bensì come conduttrice, paracadutandomela proprio a Omnibus, visto che io ero stato nel frattempo anche nominato vicedirettore del tg. Sorvolo sui lazzi che m'indirizzò il direttore del tg Giulio Giustiniani, già vicedirettore del Corriere della Sera, simpatico dispensatore di gossip non sempre a fin di bene: «Adesso la devi gestire tu, l'infatuazione professionale di qualche nostro insigne collega». Fu buon profeta: la stagione 2005-2006 fu particolarmente faticosa, perché Rula non solo era refrattaria ai suggerimenti che le venivano dati, inciampando in svarioni da Oscar (una volta, avendo in collegamento da Milano Francesco Rutelli con accanto lo scomparso Pietro Calabrese, all'epoca direttore di Panorama, chiese loro un parere sull'aggressione subita da Vladimir Luxuria, raggiunta da una «finocchiola», una sassaiola a colpi di ortaggio: «Le hanno tirato dei finocchi... la verdura, intendo»), ma soprattutto incline a chiudere ogni confronto lasciando trasparire di poter contare sui consigli di «firme» ben più importanti di me, povero scriba. Risultato? Riuscì a complicarsi la vita facendo tutto da sola: alla fine di quell'anno - e nonostante le lunari accuse rivoltemi di averla in sostanza stalkerata sul lavoro - il contratto non le fu rinnovato (mentre io fui addirittura promosso a direttore del tg). Perché ripesco la circostanza? Perché all'epoca Rula non espresse alcun tipo di rilievo sull'ambiente tracimante testosterone in cui era costretta ad operare, dall'azionista - Marco Tronchetti Provera, in quanto a capo di Telecom - in giù: l'amministratore delegato Antonio Campo Dall'Orto, il responsabile del palinsesto Lillo Tombolini, il direttore generale Marco Ghigliani, i citati Giustiniani, Ferrara e Lerner, ma anche Maurizio Costanzo e Paolo Mieli nel ruolo di amichevoli consiglieri. Insomma: Rula non ebbe problemi a farsi cooptare allegramente da un banda di uomini in una rete di uomini, bruciando le tappe. Naturalmente si possono rivedere convinzioni e atteggiamenti. Ma all'epoca non avvenne. Tant'è che nel novembre 2006 andò da Michele Santoro a Annozero. Con lei, unica signora presente, cinque uomini: Antonio Di Pietro, Marco Travaglio, Filippo Facci, Renato Brunetta e Giulio Sapelli, verso il quale gli altri indirizzeranno l'urticante sospetto di averla gratificata di un inelegante commento fuori onda: «gnocca senza testa» (l'incidente si chiuse lì, senza che peraltro nessuno dei presenti stigmatizzasse l'accaduto; oggi se ne parlerebbe per giorni, e tutti lor signori sarebbero inseguiti da folle urlanti dotate di roncole griffate #metoo). Si obietterà: ma sono passati 15 anni! Beh, ma nel 2020 sempre lei andò ospite da Corrado Formigli su La7, in una puntata di Piazzapulita in cui la confraternita era tutta maschile, 14 (14!) uomini, a cominciare da Enrico Letta, senza proteste.Parafrasando Toni Servillo -Jep Gambardella quando nel film La grande bellezza percula la scrittrice impegnata «de sinistra» Galatea Ranzi - Stefania, verrebbe da concludere: «Ma insomma, Rula, donna, giornalista e scrittrice: i principi morali che guidano la tua vita quando e perché si sono appalesati in modo così categorico? Queste sono le tue fragilità. Allora invece di farci la morale, di giudicarci con antipatia, dovresti guardarci con affetto. O no?». Amen.