2019-12-31
«Rula Jebreal presenta Sanremo». E guai se qualcuno osa criticarla
Mentre non è nemmeno confermata la presenza della giornalista militante al Festival, i suoi difensori già si scatenano. Non si può neppure ricordare che aveva promesso di lasciare l'Italia «razzista» e retrograda.Figurati se il 2019 poteva concludersi senza un'ultima, imperdibile, vittima dell'odio sovranista. Rula Jebreal, in effetti, ha tutte le caratteristiche per impersonare la perseguitata perfetta: è donna, è straniera, ha la pelle scura, appartiene contemporaneamente a varie categorie protette. E infatti, ieri, lo sdegno si è diffuso trasversale: la povera giornalista ha subito una indecente campagna d'astio condotta dai soliti feroci destrorsi. «Sovranisti scatenati sui social sull'indiscrezione di Dagospia che ha fatto il nome della giornalista palestinese Rula Jebreal come possibile conduttrice del prossimo festival di Sanremo assieme ad Amadeus», ha scritto Repubblica allarmata. «Secondo il giornale di Roberto D'Agostino, il conduttore Rai avrebbe incontrato Rula in un albergo milanese proponendole di affiancarlo per una sera sul palco dell'Ariston. E lei avrebbe dato la sua disponibilità». La notizia di Dagospia, subito ripresa da numerosi siti d'informazione, avrebbe scatenato la rappresaglia sovranista. In particolare, si sarebbero distinti per brutalità due temibili ceffi come Daniele Capezzone e Marco Gervasoni, colpevoli di aver aizzato la folla contro l'indifesa Jebreal. Criticarla non si può, ironizzare su di lei è vietato, irritarsi all'idea che ce la si possa trovare sul palco dell'Ariston è reato. Al massimo si può gioire all'idea che una professionista così brava e simpatica possa presentarsi a Sanremo. Si può sperare intensamente che Amadeus la inviti e la preghi di insegnare agli italiani come si devono comportare. Lo ha chiarito pure Davide Faraone di Italia Viva, che ieri ha scritto su Twitter: «Donna, colta, impegnata. È il mix che i sovranisti odiano. In queste ore Rula Jebreal è oggetto di insulti sessisti, razzisti e sapete perché? Per un'indiscrezione: Amadeus l'avrebbe scelta come co-conduttrice di Sanremo 2020. Non so se lo sarà, lo spero, forza Rula Jebreal». E se lo dice quello che si affidava a maghi e stregoni (parole sue) bisogna credergli. L'ultima volta che abbiamo visto la spumeggiante Rula su un palco era il 2018. Matteo Renzi la invitò alla Leopolda e le propose di candidarsi alle Europee con il Partito democratico. Lei rispose con dolcezza: «In questo momento sento il dovere morale di dare qualcosa indietro a questo Paese che mi ha dato tanto». Beh, se si è trovata così a suo agio fra i tromboni della Leopolda figuratevi come starebbe bene con l'orchestra di Sanremo. Solo un piccolo particolare ci sfugge: per quale motivo qualcuno dovrebbe anche soltanto pensare di chiamare la Jebreal a Sanremo? In virtù di quali meriti la gentile donzella dovrebbe presentarsi all'Ariston? Non ci risulta che abbia scritto canzoni di successo, almeno di recente. Non ci risulta nemmeno che, negli ultimi mesi, abbia scodellato qualche clamoroso scoop né che sia depositaria di idee straordinarie da condividere con gli italiani. Anzi, a dirla tutta la nostra Rula gli italiani li ha maltrattati spesso e volentieri. È ancora impresso nella memoria l'editoriale che scrisse sul Guardian commentando la brutta vicenda di Luca Traini: «L'attacco di Macerata non è affatto un'aberrazione», scrisse. «È il prodotto di un discorso politico mainstream razzista sempre più selvaggio, che sta trasformando una cultura calda, vibrante e aperta in uno spezzatino tossico di paura e disgusto». Il suo articolo si concludeva con la frase: «Arrivederci, my beautiful country».Il senso era abbastanza chiaro: visto che in Italia sta tornando il fascismo, preferirei starne alla larga. Qualche tempo dopo, Rula si premurò di commentare su Twitter l'aggressione a colpi di uova a Daisy Osakue. «Daisy Osakue è un'atleta italiana», scrisse su Twitter. «È stata attaccata e picchiata da un gruppo di neonazisti in Italia. Le minacce stanno diventando sempre più micidiali per quelli di noi che non sono considerati “razzialmente puri" dal governo italiano. Svegliatevi! L'abbiamo già visto! L'Europa è a rischio!».Come noto, si scoprì che i neonazisti e il governo non c'entravano nulla, anzi ad aggredire Daisy furono alcuni ragazzotti di scarsa intelligenza, tra cui il figlio di un esponente del Pd. Ma Rula, come prevedibile, evitò attentamente di scusarsi. Visto il curriculum, ci domandiamo: di che cosa potrebbe parlare a Sanremo la stimata giornalista? Di quanto il nostro popolo sia razzista e xenofobo? Di quanto facciano schifo i partiti di destra? Di quanto sia importante accogliere gli stranieri? Oppure, chissà, potrebbe confezionare un bello spot a sostegno della causa palestinese. O, magari, tenere una bella lezione su quanto sia schifoso Donald Trump. O, ancora, sarebbe perfetta per raccontarci quanto sia bello indossare il velo e professare la fede islamica. In effetti lo spazio di manovra sarebbe piuttosto ampio. Sì, riflettendoci è davvero sbagliato opporsi all'idea di avere la Jebreal a Sanremo. Basta con l'odio, basta con gli attacchi, facciamola finita con il razzismo e il sessismo che sicuramente muovono gli odiatori di Rula. Anzi, bisogna che i vertici della Rai corrano subito a preparare il contratto per la straordinaria giornalista. La vogliamo all'Ariston. E non solo per una sera, ma come ospite fissa. Così, tra un sermoncino e l'altro magari troverà il tempo di spiegarci perché aveva promesso di lasciare l'Italia e invece ce la ritroviamo sempre sotto il naso. Razzisti va bene, ma pirla anche no.