2021-12-23
Rossi, altro sopralluogo fantasma
Un capitano dei carabinieri visitò l’ufficio del manager Mps prima dell’arrivo dei pm. La simulazione aggiunge due misteri: il cinturino integro e i fili anti piccioni intatti.Le audizioni di ieri della commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi sono destinate a suscitare nuove polemiche. Soprattutto dopo quella dal colonnello Pasquale Aglieco, che si era autoproclamato testimone delle presunte manomissioni nella stanza di Rossi da parte dei pm di Siena. La parte delle audizioni dedicata a quanto avvenuto nell’ufficio del manager si è svolta in seduta segreta, ma nella parte pubblica di quella dell’allora comandante della stazione Siena Centro, il capitano Marcello Cardiello, è emerso che anche lui sarebbe entrato, insieme con un altro carabiniere, dentro la stanza di Rossi. «Si entrò dentro, si dette un’occhiata», ha spiegato Cardiello precisando di non aver «toccato assolutamente niente». Anche se il capitano ha spiegato «non è stato un sopralluogo, nemmeno un’ispezione». La sua audizione sembra destinata ad aprire nuove polemiche, visto che nell’annotazione redatta dall’allora sovrintendente della polizia Livio Marini, quell’«occhiata» data prima dell’arrivo dei magistrati non risulta.Intanto i primi risultati degli esperimenti svolti dal Ris nella sede del Monte dei Paschi di Siena non sembrano segnare punti a favore della tesi del suicidio, né a quella dell’omicidio. Infatti, la sbarra di protezione posta davanti alla finestra ha retto allo stress test di trazione effettuato con un dinamometro. Quella stessa sbarra era rimasta integra anche al momento della caduta del manager che per la Procura di Siena vi si sarebbe aggrappato dopo aver avuto un ripensamento, per poi precipitare nel vuoto.Se avesse ceduto si sarebbe dimostrata fallace la prima ricostruzione della dinamica della morte di Rossi, che aveva puntato su quel suo disperato tentativo di aggrapparsi per spiegare i segni sul volto e l’usura di scarpe e vestiti. Ma con la sbarra rimasta integra non si può escludere nessuna ipotesi, né che Rossi vi si sia aggrappato, né che non lo abbia fatto.Come aveva già scritto il colonnello del Ris, Davide Zavattaro, nella seconda consulenza richiesta dai pm, infatti «anche l’ipotesi del reggersi alla sbarra non è determinante per ricostruire il possibile suicidio». Nella sua relazione, infatti, aveva ipotizzato che Rossi fosse rimasto in piedi sul davanzale, oltre la sbarra, con sotto i fili anti piccione. Gli accertamenti svolti dal Ris l’altro ieri potrebbero anche escludere che Rossi possa aver appoggiato i piedi sui fili anti piccione, che il 6 marzo 2013 vennero trovati danneggiati, ma che nelle prove di trazione svolte l’altro ieri hanno resistito a un ipotetico calpestamento. La nostra fonte ci fa notare anche che nel video della caduta (ripreso dalle telecamere di sorveglianza) Rossi appare «totalmente inerme», ma, stranamente, «con un braccio, il sinistro, quello dell’orologio, più alto del destro». Orologio che, ricordiamo, è stato ritrovato vicino al corpo con il cinturino strappato, che però, durante le nuove prove svolte dal Ris non si è mai rotto, aprendo degli interrogativi su come il cronografo, che ha lasciato sul polso dell’uomo vistosi segni, si sia staccato dal braccio del manager prima della caduta. Dagli accertamenti sarebbe infine emersa un’inclinazione della parete di «almeno venti centimetri rispetto allo spigolo in basso», rendendo impossibile, secondo la nostra fonte, che Rossi si sia lasciato scivolare senza «impattare sulla parete stessa», che avrebbe potuto evitare solo «facendo un balzo all’indietro per tuffarsi in verticale», ma non con il corpo caduto a peso morto.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)