2023-06-01
Alla Roma non riesce la scalata d'Europa. Ai rigori vince il Siviglia
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Nella finale di Europa League di Budapest ai giallorossi non basta il vantaggio firmato da Dybala nel primo tempo. Gli andalusi trovano il pari con una sfortunata autorete di Mancini a inizio ripresa e, dopo l'1-1 ai supplementari, si affidano al para rigori Bounou che ipnotizza lo stesso Mancini e Ibanez.Nel calcio le certezze sono poche. Una di queste è il binomio Siviglia-Europa League. Nella finale di Budapest la Roma dei gladiatori di questa stagione, guidata dal condottiero José Mourinho, si è dovuta arrendere soltanto alla sorte dei calci di rigore e alla cabala appunto. Per la squadra andalusa si tratta infatti della settima finale vinta su altrettante disputate in questa competizione, al culmine di un'annata nata malissimo con i bassifondi della Liga per tutto il girone di andata e due cambi di allenatore, da Julen Lopetegui a Jorge Sampaoli, fino a José Luis Mendilibar, che da quando si è seduto sulla panchina del Siviglia, il 21 marzo, ha inanellato una serie di risultati che hanno consentito a Rakitic e compagni di raggiungere una posizione tranquilla in campionato e, soprattutto, di arrivare alla finale di Europa League dopo aver eliminato squadre blasonate come Manchester United ai quarti e Juventus in semifinale.Alla Roma resta il rimpianto di essere arrivata a questo cruciale appuntamento con alcuni tra i giocatori più importanti non in perfette condizioni. Su tutti Paulo Dybala, in dubbio addirittura fino all'ultimo a causa dell'infortunio subito alcune settimane fa durante il match contro l'Atalanta, e schierato titolare da Mourinho. Finché c'è stata la Joya in campo si è vista una Roma sì sempre più attenta a non prenderle che a darle, ma con la netta consapevolezza che quando la palla arrivava al talento argentino qualcosa di buono sarebbe potuto accadere. Come effettivamente è avvenuto al 35' del primo tempo, quando dopo un contrasto a centrocampo tra Cristante e Fernando, Mancini ha subito verticalizzato per Dybala che, entrato in area, ha trovato il diagonale vincente con il suo mancino. L'ex Juve, però, è dovuto uscire al 68' sul risultato di 1-1, sostituito da un Wijnaldum entrato non come ci si potesse aspettare. Gli andalusi, nel secondo tempo molto più pericolosi anche grazie al doppio cambio operato da Mendilibar all'intervallo con Suso e Lamela al posto di Gil e Torres, hanno trovato il gol del pari al 55' grazie a una sfortunata autorete di Mancini, nel tentativo di anticipare En-Nesyri sul cross dalla destra di Jesus Navas. Il pareggio si protrae fino al 90' e al 120', che diventerà addirittura 146' sommando tutti i maxi recuperi concessi dall'arbitro tra tempi regolamentari ed extra. Il direttore di gara, l'inglese Anthony Taylor, non ha certamente offerto la sua miglior prestazione, soprattutto all'altezza di una finale di una competizione europea, prendendo alcune decisioni sbagliate, come per esempio il calcio di rigore prima concesso al Siviglia al 77' su un contatto in area tra Ibanez e Ocampos che avrebbe saputo tanto di sentenza, e poi corretto con l'aiuto del var. Video arbitro che è stato protagonista, per la prima volta nella storia, anche nella serie finale dei calci di rigore. Dopo il percorso netto dei tiratori del Siviglia, in gol con Ocampos, Lamela e Rakitic, e i due errori della Roma con Mancini e Ibanez che si sono fatti ipnotizzare dal para rigori Bounou, ad avere sul piede il penalty decisivo è stato Montiel. L'argentino, che meno di sei mesi fa aveva deciso, sempre dagli undici metri, la finale mondiale in Qatar contro la Francia, stavolta ha fallito il tiro dal dischetto, parato da Rui Patricio, ma il var ha richiamato Taylor dicendogli che il rigore andava ripetuto per irregolarità del portiere portoghese. Rewind. Gol. Déjà vu. Siviglia campione per la settima volta. Calciatori della Roma in lacrime, su tutti Dybala, e Mourinho che in conferenza stampa, oltre alla frecciata nei confronti dell'arbitro - «sembrava spagnolo» - ha dribblato ancora una volta le domande dei giornalisti sul suo futuro: «Voglio rimanere» - ha detto lo Special one che ha poi aggiunto - «Ma i miei giocatori meritano di più. E anche io merito di più. Sono un po' stanco di essere allenatore, essere uomo di comunicazione, di essere quello che dice che siamo stati derubati. Sono un po' stanco di essere tanto. Io voglio rimanere nella condizione di dare di più».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)