2021-01-04
Roma scarica il fiasco vaccini sui lombardi
Manca il personale, non esiste un elenco dei centri e molte siringhe sono inutilizzabili. Ma la campagna contro le Regioni è già partita. Anche Stefano Bonaccini non ci sta: «Non potete giudicarci oggi». Mentre Domenico Arcuri dà i numeri: «Sotto i 65.000 al giorno è un flop».Quando le cose non vanno, Roma scarica le responsabilità sulle Regioni. Il solito giochetto sporco, tanto più spregevole perché viene utilizzato in una campagna di vaccinazione molto attesa, tra inquietudini e dubbi sugli effetti di farmaci sperimentati in tempi brevissimi. Domenico Arcuri tenta di prendere le distanze: «Se vaccineremo meno di 65.000 persone al giorno sarà un fallimento», dichiara il commissario per l'emergenza che dovrebbe avere l'umiltà di trovarsi un altro incarico. Ha centralizzato ogni iniziativa utile a fronteggiare la seconda ondata, dai presìdi sanitari al personale, e se proseguiamo con il contagocce del siero Pfizer è solo colpa sua e di questo governo, perché non è ancora dato sapere come affronteremo «la più massiccia campagna di vaccinazione di massa». Ci si accanisce contro le poche dosi somministrate in Lombardia, «una triste minoranza» la definisce Il Fatto Quotidiano, chiassosa propaganda delle inefficienze governative. Anche La Repubblica gioisce nel titolare «Lombardia al palo», sebbene poi chiarisca che «sarebbero state consegnate in alcune Ats lombarde delle siringhe inutilizzabili per i vaccini e il personale aggiuntivo che era stato promesso non si è visto». Da oggi è prevista la somministrazione di 6.000 dosi giornaliere in tutta la Regione amministrata da Attilio Fontana, per arrivare rapidamente a più di 10.000. Sono ancora poche? Certo, ma la Lombardia distribuirà vaccini su 65 hub e la differenza si vedrà nei prossimi giorni. Non dimentichiamo che lo stesso Arcuri ha risposto a una richiesta del giornale online ZetaLuiss: «Non esiste l'elenco completo dei centri di somministrazione del vaccino», quindi le Regioni stanno mettendo insieme quello che possono, organizzando una logistica complicatissima a partire dalla necessità di conservare a -70 gradi il vaccino Pfizer-Biontech. «Giudicateci tra qualche giorno o qualche settimana», ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, dagli schermi del Tg3. Sui social ha poi aggiunto: «La campagna vaccinale entrerà a regime, per come l'abbiamo organizzata con le Asl della Regione: 50.000 vaccinati a settimana per arrivare entro fine gennaio ad aver vaccinato i 180.000 previsti dal piano». La circolare del 24 dicembre del ministero della Salute non è un piano dettagliato al quale fare riferimento, è poco più di una bozza che lascia alle Regioni tutti i nodi da risolvere. Dalla conservazione del vaccino alla distribuzione corretta. Se il personale lombardo ha potuto godere di qualche giorno di riposo, dopo mesi di «pressione per la violenza con cui il virus ha colpito il nostro territorio», come si è giustificato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera, non è questa falsa partenza a dover preoccupare. Dobbiamo chiederci perché, al 4 gennaio, non sappiamo ancora se qualche azienda sta fornendo siringhe per le vaccinazioni nel nostro Paese. Se sono tanti i medici e gli infermieri che hanno risposto all'appello urgente del commissario Arcuri per vaccinarci, e se le cinque agenzie per il lavoro scelte con decreto del 2 gennaio sapranno reclutare in tempi rapidi i 15.000 operatori sanitari che mancano sul territorio. Gianluigi Spata, presidente della Fromceo, la Federazione regionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri della Lombardia, l'ha ricordato: «Bisogna assolutamente reclutare medici e infermieri per poter partire in maniera decisa con questa campagna». Perché il nocciolo della questione rimane l'inadeguata centralizzazione di queste priorità. Arcuri ha aspettato il 17 novembre per chiedere alle Regioni di individuare, in pochi giorni, le strutture più idonee dove somministrare il vaccino. Una settimana dopo viene pubblicato il bando per reperire 157 milioni di siringhe, senza le quali non si può vaccinare: infatti da mesi altri Paesi europei le stavano acquistando. A tutt'oggi ignoriamo quali produttori si siano aggiudicati le prime forniture richieste dalla gara, entro la fine dello scorso dicembre e per tutto questo mese. Il 24 novembre il commissario si accorge che non c'è sodio cloruro, necessario a diluire il vaccino, quindi pubblica un bando per trovarlo. L'11 dicembre è la mancanza di medici e infermieri a sorprendere il super commissario, che forse osservava la pandemia da un altro pianeta. Lancia un appello urgente e nello stesso giorno pubblica il bando per selezionare le cinque agenzie che, al costo di 25 milioni di euro, dovranno valutare i requisiti del personale sanitario. Adesso le agenzie ci sono, tra quanto avremo i 3.000 medici e i 12.000 infermieri che dovrebbero garantire più vaccinazioni? Domenica, giorno in cui si sono superate le 75.000 vittime totali dall'inizio dell'epidemia, il vaccino è stato somministrato ad appena 84.730 persone.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)