2023-08-18
Critica dogmi Lgbt e immigrazione. Generale alla gogna per le sue idee
Il generale Roberto Vannacci e la cover del suo libro «Il mondo al contrario» (Ansa)
Bufera su Roberto Vannacci, ex comandante della Folgore, per il suo libro «Il mondo al contrario». Caso montato a colpi di frasi decontestualizzate, ma persino il ministro Guido Crosetto si fa prendere dalla smania censoria.«Sono basito in quanto cittadino per come il testo del mio libro sia stato travisato e manipolato». Ore 16 di ieri pomeriggio. Il generale Roberto Vannacci, già comandante della brigata Folgore, del reggimento d’assalto Col Moschin e delle forze speciali in Afghanistan, ci risponde al telefono. Riusciamo a contattarlo dopo qualche ora. E dopo che a tarda mattinata era apparso sul sito di Repubblica un articolo-recensione sul libro Il mondo al contrario, edito e scritto da Vannacci. La recensione riportava tre frasi sopra qualunque spartito. «Cari omosessuali non siete normali». «Rivendico il diritto all’odio». «Paola Egonu? I suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità». E infine, «sono l’erede di Giulio Cesare». In sintesi, una bella bomba perfetta per infiammare il dibattito estivo e il sempreverde allarme fascismo. Con l’aggravante di poterlo imputare a un basco da paracadutista. Conoscendo di nome il generale e il suo curriculum in teatro di guerra la prima reazione è stata: se si paragona a Giulio Cesare significa che serve un trattamento sanitario obbligatorio. Ciò prima ancora di valutare gli altri paragrafi del libro. Da qui l’idea di mettersi alla ricerca del numero di cellulare. Caccia riuscita e al secondo istante di conversazione abbiamo subito avuto la certezza che non sarebbe servito alcun intervento sanitario. Per due motivi. Il primo la lucidità dell’interlocutore e il secondo, ancor più oggettivo, che la gran parte delle frasi riportate da Repubblica, e che ovviamente hanno scatenato subito le reazioni dei Boldrini boys, non esistono nel testo. Altre sono state maliziosamente, per usare un eufemismo, estrapolate. Così al secondo minuto di conversazione abbiamo chiesto il pdf del libro. «Certo. Così potete verificare con i vostri occhi. Sono 370 pagine di considerazioni personali sui temi dell’evoluzione della nostra società. Su quella che io ritengo essere la dittatura del pensiero delle minoranze. Vale per il green così come per la comunità Lgbtq», aggiunge Vannacci. «In molti mi hanno sconsigliato di prendere carta e penna e impelagarmi in tali argomenti. Ma credo che fosse necessario, così come ho sentito la necessità di porre un avvertimento iniziale». Il riferimento è alla nota dell’autore posta subito dopo la dedica alle figlie. «Se ne consiglia la lettura ad un pubblico maturo in grado di comprendere gli argomenti senza denaturarli, interpretarli faziosamente compromettendone, così, la corretta espressione e l’originale significato». Esattamente ciò che è avvenuto ieri. Letti i paragrafi contestati, corre l’obbligo di riportare il testo integrale. «Le altre culture le rispetto, non le voglio cambiare, a volte le apprezzo, ma non le sostituirei alla mia. E non voglio che nessuno ci provi con la mia. La mia cultura, la considero un dono che i nostri avi ci hanno tramandato con cura e che dobbiamo custodire gelosamente», si legge a pagina 109. Il generale prosegue così: «Sì, perché forse ingenuamente ritengo che nelle mie vene scorra una goccia del sangue di Enea, di Giulio Cesare, di Dante, di Giovanni dalle Bande Nere e di Lorenzo de Medici, di Leonardo da Vinci, di Michelangelo, di Paolo Ruffini, e di Garibaldi». Segue una passaggio per spiegare i nessi che ci hanno portato fino all’essere ciò che siamo oggi. Quello che effettivamente la cancel culture vuole eliminare. «Anche se abbiamo seconde generazioni di italiani dagli occhi a mandorla», prosegue il testo, «il riso alla cantonese e gli involtini primavera non fanno parte della cucina e della tradizione nazionale; anche se Paola Egonu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità che si può invece scorgere in tutti gli affreschi, i quadri e le statue che dagli etruschi sono giunti ai giorni nostri; anche se vi sono portatori di passaporto italiano che pregano nelle moschee, ciò non cancella duemila anni di cristianità». Ora, si potrà discutere sulla forma, ma il contenuto è chiaro e lineare. Non sembra contenere offese né attacchi razzisti. Semmai il desiderio di ribadire ciò in cui si crede e aggiungiamo noi, ciò per cui si è combattuto. Vannacci i tagliagole li ha visti da vicino e credo abbia più esperienza di ciascuno di noi su cosa sia o meno l’inclusività. Cambiando discorso, ma tenendo gli stessi parametri, possiamo leggere anche l’altro paragrafo contestato, quello sui gay. Qui siamo a pagina 243. Si legge: «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione! Non solo ve lo dimostra la Natura, che a tutti gli esseri sani concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentate una ristrettissima minoranza del mondo. Quando vi sposate ostentando la vostra anormalità la gente si stupisce, confermando proprio che i canoni di ciò che è considerato usuale e consuetudinario voi li superate». Preso così il passaggio può sembrare barbaro e chi scrive questo articolo non avrebbe vergato la medesima frase. Ma se si ha la pazienza di leggere ciò che c’è prima e dopo, si capisce il contesto. E la frase assume un significato comprensibile. Vannacci rivendica i numeri e anche qui critica il fatto che una minoranza (nel senso numerico) voglia trasformare a propria immagine e somiglianza il resto degli esseri umani e del contesto sociale. In un altro paragrafo il generale si spinge a criticare fortemente tutte le attuali dittature di pensiero. E, anche se non condividiamo tutto quello che c’è nel libro, proprio per questo difendiamo a spada tratta la libertà di un militare e di un cittadino a esprimersi. La libertà di difendere una cultura ed essere, nell’accezione più politica del termine, un conservatore. Voler tutelare i propri valori di fronte a una cultura che si reputa peggiorativa. Ma soprattutto perché riteniamo valga la pena battersi per la democrazia. Esattamente quell’ordinamento che consente a un militare e a un cittadino di dire ciò che vuole purché non commetta un reato. Siamo rimasti senza parole quando durante la telefonata con Vannacci abbiamo letto il tweet del suo superiore per definizione, il ministro della Difesa Guido Crosetto. Subito condanna e annuncio di avvio di procedimento disciplinare. Ricordiamo al ministro che esiste l’articolo 1.472 del codice militare. Chi indossa la divisa può pubblicare i propri scritti purché non violino segreti, né facciano propaganda politica o offendano terze persone. Il generale è rimasto nel perimetro. Poi, ogni critica al suo scritto è benvenuta, ma guai ad andare dietro ai cavalli di battaglia della sinistra o peggio ancora ad altre fole. Peggio se scoprissimo che qualcuno si è voluto vendicare per una delle tante battaglie di Vannacci, quella a difesa dei tanti militari vittime dell’uranio impoverito.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.