2019-04-06
«Rivoglio mia figlia rapita dalla giustizia»
L'amore strappato racconta la paradossale storia di una famiglia siciliana che si è rivolta alla Corte europea dei diritti dell'uomo per cercare di riavere con sé una ragazza che le è stata portata via nel 2004, a quattro anni, dal Tribunale dei minori. Che l'ha poi data in adozione.L'amore strappato bis. Proprio mentre Canale 5 manda in onda la fiction con Sabrina Ferilli ed Enzo Decaro, una serie che racconta la vicenda vera di una bambina sottratta alla sua famiglia per un terribile errore giudiziario, incredibilmente la storia torna a ripetersi nella realtà. A dimostrazione (e forse a monito) che l'ingiustizia degli allontanamenti dei minori, in Italia, può colpire sempre e chiunque.La sovrapposizione tra realtà e finzione scenica lascia veramente senza fiato. Perché proprio in questo momento, mentre il film va in onda, una famiglia siciliana sta disperatamente lanciando un ultimo disperato appello presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo per cercare di riavere con sé una figlia che le è stata strappata nell'aprile 2004, a quattro anni, da un Tribunale dei minori. Esattamente com'era accaduto 18 anni fa ad Angela Lucanto, la bambina milanese al centro del caso reale narrato dalla fiction, anche Debora Ferrara, la ragazza di questa nuova storia, è stata definitivamente adottata da un'altra famiglia: è accaduto proprio lo scorso 3 gennaio, con una sentenza del Tribunale di Trapani. Il paradosso terribile del nuovo caso è che segue lo stesso filo assurdo della storia di Angela, raccontata dalla tv. C'è un padre che viene ingiustamente accusato di molestie sessuali. C'è una figlia che viene allontanata in una casa-famiglia. C'è un Tribunale penale che riconosce la totale innocenza dell'uomo. E c'è un Tribunale dei minori che dà la bambina in affido a un'altra famiglia, negandole per anni il diritto di tornare con i suoi veri genitori. Dalla verità dei fatti si passa alla finzione scenica, insomma, e di nuovo si torna alla verità. Con una coincidenza in più: perché a occuparsi oggi del ricorso della famiglia siciliana alla Corte di Strasburgo è l'avvocato Raffaele Scudieri, lo stesso che a Milano, 20 anni fa, affiancò Salvatore e Raffaella Lucanto nella disperata battaglia per riavere con sé Angela, la figlia rapita dalla giustizia, e che ottenne la condanna dell'Italia a Strasburgo per la violazione di diritti umani da loro subita. «Non avrei mai creduto di riprecipitare nelle stesse sensazioni», dice Scudieri. «In questa giustizia c'è davvero un meccanismo che schiaccia le persone. Qualcosa che si mette inesorabilmente in moto, e non trova mai un punto di riflessione. Questa incapacità di rivedere criticamente il proprio operato credo che sia uno dei difetti più gravi della giustizia italiana, che ha effetti drammatici proprio nella materia più delicata, il diritto di famiglia».A raccontare la storia alla Verità è il padre di Debora, Germano Ferrara, 71 anni, appuntato dei carabinieri in pensione. L'uomo vive a Corleone con la compagna, da cui ha avuto quattro figli: Debora è la più piccola, oggi ha 19 anni. Racconta una storia complessa e tortuosa, fatta di false accuse di abusi, di indagini aperte a suo carico e chiuse già in istruttoria, senza nemmeno ci fosse bisogno di un procedimento penale. Dalla sua bocca esce sofferenza mista a rancore per quasi 18 anni di ingiustizie patite, per i plurimi allontanamenti dei figli, per una vita travolta e irrimediabilmente segnata. «Questa storia», dice Ferrara, «ci ha fatto soffrire tutti moltissimo. Per lo stress io ho perso i capelli, m'è venuto il diabete, ho l'ipertensione. La mia compagna tutte le mattine si sveglia e piange».Tutto comincia nel lontano 2001. Germano, che nel 1987 si è separato dalla prima moglie, da cui ha avuto tre figli, vive in provincia di Palermo con la nuova compagna che gliene ha dati altri quattro: Carole nel 1989, Maira nel 1990, Danilo nel 1993. L'ultima, per l'appunto, è Debora, che è nata il 19 febbraio 2000 e in quel momento quindi ha soltanto un anno. Germano, però, non è in buoni rapporti con la sua ex. Gli screzi si accumulano, anche per qualche assegno di mantenimento non pagato, e l'uomo viene accusato di avere molestato una delle figlie di primo letto. È il sassolino che scatena la frana esistenziale che travolgerà tutti. Viene aperta un'inchiesta penale, presto archiviata un po' perché la donna ritratta e molto perché se ne prova l'insussistenza. «Da allora, però, non mi hanno più lasciato vivere», denuncia Ferrara. L'uomo racconta che anche dopo il proscioglimento gli inquirenti non sono convinti, e gli perquisiscono la casa alla ricerca di prove. Trovano un nuovo accusatore in un condomino, il quale riferisce di aver visto Germano che filmava ambiguamente sua figlia. Si apre una nuova indagine per molestie, che come la prima finisce in nulla. Ma a quel punto contro i Ferrara si scatena un altro fronte, come se la giustizia avesse comunque deciso di fargliela pagare. Il Tribunale dei minori di Palermo nel 2003 dichiara la famiglia «problematica», sostiene che la casa in cui vive non è adeguata e decide di allontanare la figlia più grande, che in quel momento ha 14 anni. I tre figli più piccoli, Debora compresa, vengono lasciati con padre e madre, ma affidati formalmente ai servizi sociali. A quel punto, però, Germano perde la testa: «Terrorizzati all'idea che stessero per portarci via anche loro, siamo scappati». Da ex carabiniere, Ferrara sa come far perdere le tracce e ci riesce per quasi otto mesi. Alla fine, però, deve cedere. E la fuga viene severamente punita: tutti i figli finiscono in diverse case-famiglia della provincia palermitana.Qui accade un fatto del tutto incomprensibile. Perché nell'aprile 2004 per la sola Debora, che in quel momento ha quattro anni, il Tribunale dei minori inizia un procedimento di adottabilità, che viene ufficialmente dichiarata dallo stesso Tribunale il 23 giugno 2005. Così, mentre nei mesi successivi i suoi tre fratelli uno dopo l'altro tornano a casa da padre e madre, la bimba viene consegnata a un'altra famiglia. E i contatti con i Ferrara vengono interrotti per sempre. Germano e la compagna, però, non si arrendono. Ingaggiano una battaglia legale che si conclude il 7 aprile 2008, quando la Corte d'appello di Palermo dà loro ragione e revoca lo stato di adottabilità di Debora e ripristina la potestà genitoriale dei Ferrara, che nel frattempo paradossalmente stanno crescendo gli altri tre figli. Ma il Tribunale dei minori non si attiva. E anche quando la revoca dell'adottabilità viene confermata definitivamente dalla Cassazione, il 13 maggio 2009, i giudici minorili lasciano trascorrere altri sette mesi prima di concedere il primo incontro tra i Ferrara e la figlia «rapita», che ha ormai nove anni e da quattro non sa nulla di loro. «L'incontro», racconta l'avvocato Scudieri, «si svolge per di più in un ambiente protetto, in due stanze separate, come se i genitori fossero criminali da tenere a distanza, e collegati alla figlia soltanto da un citofono».Difficile ristabilire un rapporto minimamente affettuoso, in una situazione del genere. Un vero incontro tra i Ferrara e la figlia, dopo altre mille istanze, avviene soltanto il 21 dicembre 2010. Debora ha quasi 11 anni, e dal suo allontanamento ne sono trascorsi quasi sette. Interrogata subito dopo da una psichiatra, la ragazzina le consegna le parole che uscirebbero dalla bocca di chiunque si trovasse nelle sue condizioni: «In comunità ero sola e piangevo (…) Poi ho chiesto al giudice di avere un'altra mamma (quella affidataria, ndr) e ora ce l'ho». Alla luce della perizia, nel luglio 2011 il Tribunale minorile di Palermo torna a vietare contatti tra i Ferrara e Debora: e non soltanto quelli con padre e madre, ma anche con i fratelli maggiori. Non serve a nulla che la Corte d'appello, nel gennaio 2012, cancelli il divieto: il Tribunale dei minori continua a perdere tempo, permette solo incontri rarefatti, ogni due mesi, e sempre in uno «spazio neutro». Ormai Debora, che a quel punto ha 12 anni, è definitivamente persa: non vuole saperne d'incontrare né quei due estranei che la chiamano figlia, né i fratelli che non ha quasi mai conosciuto. Prende tutti a male parole. Così il Tribunale dei minori, ancora una volta, torna a vietare i contatti. A nulla servono gli ultimi angosciati tentativi dei Ferrara. Nel gennaio 2018 Debora diventa maggiorenne e tre mesi fa viene definitivamente adottata dai suoi nuovi genitori. «Da avvocato», conclude Scudieri, «provo un senso di frustrazione. In questa vicenda, come in quella di Angela, la giustizia è stata una macchina che ha letteralmente distrutto una famiglia. Comunque non ci arrendiamo: ora cerchiamo un giudice a Strasburgo. Ma nessuno potrà mai cancellare tutto questo male».