Ritratti | Giuseppe Eugenio Luraghi, il Romeo della Giulietta

Il ventottesimo podcast di Ritratti è dedicato a Giuseppe Eugenio Luraghi. E' stato un protagonista del Novecento industriale italiano. Ha occupato ruoli di grande responsabilità in molte importanti imprese (Pirelli, Sip, Iri-Finmeccanica, Lanerossi, Mondadori) ma il suo nome resta legato soprattutto all'Alfa Romeo e ai suoi successi, ai suoi modelli straordinari, alla faticosa strada per costruire un'industria automobilistica di Stato capace di competere con i potenti produttori privati e di creare sviluppo e occupazione. Luraghi ha vissuto esperienze drammatiche come la Guerra di Spagna e la Seconda guerra mondiale, ha combattuto battaglie solitarie per modernizzare un capitalismo oscuro e oligarchico, per difendere l'autonomia dell'impresa dalle intromissioni della politica, ed è stato un protagonista della cultura, capace di elaborare e divulgare la filosofia del progresso tecnologico come strumento per la liberazione dell'uomo. Mentre il nome Alfa Romeo evoca un passato tormentato e prestigioso e la sua fama percorre ancora le strade del mondo, Luraghi ci appare anche oggi come un uomo d'impresa che, con coerenza, lealtà e fermezza, ha contribuito all'affermazione industriale e alla rinascita del Paese. Qui vi raccontiamo la sua storia. Buon ascolto


I vescovi spagnoli mettono all’indice Sánchez
Pedro Sánchez (Ansa)
Scontro totale tra Chiesa e governo, che rimprovera al capo della conferenza episcopale iberica un’intervista in cui ha invocato il ritorno alle urne. La replica di monsignor Luis Argüello: «Se si tratta del rispetto dello Stato di diritto, non possiamo rimanere neutrali».

«Di fronte al rispetto delle norme fondamentali dello Stato di diritto», il presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee) non è «neutrale». Così Luis Argüello, capo dei vescovi e arcivescovo di Valladolid, ha replicato alla protesta formale del ministro della Presidenza e della Giustizia, Félix Bolaños, che in una lettera lo esortava: «Vi chiedo espressamente di astenervi dal violare la vostra neutralità politica e di agire con rispetto per la democrazia e il governo».

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«I ragazzini del bosco ignorano l’italiano». Anche agli immigrati toglieranno i bimbi?
Banchi di scuola (iStock). Nel riquadro, la famiglia Trevallion
La tutor lamenta che i piccini (6 e 8 anni) non sappiano leggere. Chissà quanti minori stranieri, allora, andrebbero prelevati.

I bambini del bosco non conoscono l’alfabeto. Lo ha dichiarato ai giornali Maria Luisa Palladino, la tutor che segue i tre piccoli Trevallion, una bambina di 8 anni e due maschi di 6. Le frasi dell’esperta vengono riportate con enfasi da tutti i media. «Non sanno leggere, stanno imparando l’alfabeto», dice la Palladino. «La bambina più grande, sotto dettatura, sa scrivere solo il suo nome». Tanto è bastato per far ringalluzzire tutti i sostenitori dell’azione del tribunale dell’Aquila, i seguaci della Ragione secondo cui è stato sacrosanto allontanare questi piccoli della casa «fatiscente» e dai genitori svalvolati. Mancava, a ben vedere, un colpo a effetto, e ora eccolo: abominio, i bambini non sanno leggere! E il sottotesto ovviamente è: «Visto? Ve lo avevamo detto che era giusto togliere i minori dalle grinfie di quegli hippie mattoidi».

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«Questo Mercosur è inaccettabile». Macron implora Ursula per il rinvio
Ursula von der Leyen ed Emmanuel Macron (Ansa)
Pure l’Italia scettica: i contadini temono l’invasione di prodotti low cost dal Sudamerica.

Troppo debole per dimenticarsi che l’Assemblée nationale gli ha imposto con l’alleanza degli opposti, Jean-Luc Mélenchon e Jordan Bardella, di fare la voce grossa con Bruxelles, Emmanuel Macron ha annunciato il no della Francia al Mercosur. Ursula von der Leyen, però, sabato vuole volare a Brasilia per firmare l’accordo con Luiz Lula da Silva dopo 25 anni di trattative. Ma l’Eliseo intima l’alt alla presidente della Commissione che spinge come non mai per l’accordo di libero scambio, per spianare la strada alle esportazioni di auto e di farmaci tedeschi. Per Parigi, «nella sua forma attuale, il trattato non è accettabile».

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Dimmi La Verità | Giuseppe Santomartino: «L'islamofobia è un assist per i terroristi islamici»

Ecco #DimmiLaVerità del 16 dicembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci spiega perché non ha più senso parlare di Isis e perché la islamofobia è un assist per i terroristi islamici.

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