2022-02-26
Il «grande risultato» delle sanzioni: spingere il Cremlino verso la Cina
Vladimir Putin e Xi Jinping (Ansa)
L’Ue annuncia nuove misure, che colpiscono anche Vladimir Putin e Sergej Lavrov in persona. Ma Pechino rilancia, denunciando le azioni «illegali» contro la Russia e proponendosi come principale partner commerciale.L’Unione europea sulla vicenda Ucraina continua ad abbaiare tanto, e mordere poco, e per giunta fornisce assist preziosi alla Cina. «Questa mattina », ha detto l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, «ho parlato con il ministro degli Esteri cinese e gli ho chiesto di usare la sua influenza, so che il presidente Putin ha parlato con il presidente Xi, per questo ho invocato l’influenza cinese per il rispetto della sovranità territoriale di tutti, inclusa quella ucraina». Borrell sapeva della telefonata tra Vladimir Putin e Xi Jinping, ma evidentemente non era a conoscenza dei contenuti del colloquio. La Cina «sostiene Russia e Ucraina per la soluzione dei problemi attraverso i negoziati», ha detto Xi a Putin, secondo il network statale cinese Cctv, «e ha ribadito che la posizione fondamentale della Cina è di rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi». Dal Cremlino, attraverso la Tass, arrivano altri dettagli: «La Russia è disposta a condurre negoziati ad alto livello con l’Ucraina», ha detto Putin al presidente cinese, che a sua volta ha affermato di rispettare le «azioni della leadership russa» in Ucraina. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale russa, i due leader hanno assicurato di essere «pronti a una stretta cooperazione e un sostegno reciproco alle Nazioni Unite e negli altri fori internazionali». Xi Jinping ha sottolineato «l’inammissibilità dell’uso di sanzioni illegittime per servire gli interessi egoistici di alcuni Paesi», aggiungendo che il colloquio ha confermato «l’identità degli approcci di principio verso le questioni chiave a livello internazionale». Dunque, per la Cina, le sanzioni contro la Russia solo illegittime e inammissibili, come conferma Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese: «La Cina si oppone a qualsiasi sanzione illegale che leda i diritti e gli interessi legittimi della Russia», ha detto Wenbin, «giudicandole inutili: gli Stati Uniti hanno imposto più di 100 sanzioni alla Russia dal 2011», che sono risultate «non fondamentali ed efficaci per risolvere i problemi. Porteranno solo gravi difficoltà all’economia e al sostentamento delle persone. Nella situazione attuale la porta per una soluzione politica non è del tutto chiusa», ha aggiunto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, «Perchino si sforzerà di spingere per una soluzione politica della questione Ucraina. C’è un chiaro contrasto tra l’approccio cinese e le mosse di altri Paesi di creare e cercare di trarre vantaggio». La Cina, manco a dirlo, è pronta a compensare le sanzioni dell’Occidente nella importazione del grano russo. In sostanza, l’Europa si affida, per condurre il negoziato, al principale alleato della Russia: siamo di fronte a un paradosso senza precedenti. Come se non bastasse, ci si mette anche il New York Times a imbarazzare le diplomazie occidentali, in questo caso quella americana: stando a quanto rivelato dal giornale statunitense, che ha citato funzionari Usa, l’amministrazione guidata da Joe Biden ha incontrato almeno s ei volte, negli ultimi tre mesi, l’ultima mercoledì scorso, alti funzionari di Pechino «supplicando» un intervento cinese che bloccasse l’invasione russa in Ucraina. In ognuna di queste occasioni, prosegue il Nyt, i cinesi, inclusi il ministro degli Esteri e l’ambasciatore negli Usa, non hanno mosso un dito, anzi hanno avvertito Putin dei colloquio assicurandogli che Pechino non sarebbe intervenuta. Ieri si è riunito a Bruxelles il Comitato dei ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa, di cui l’Italia ha la presidenza, che ha preso la decisione di estromettere dalla propria membership la Federazione Russa, così come ha annunciato il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. Confermato l’inserimento nella lista dei soggetti sottoposti al congelamento dei beni del presidente russo Vladimir Putin e del ministro degli esteri Sergey Lavrov. «Abbiamo inserito il presidente Putin e il ministro degli Esteri Lavrov tra le persone sanzionate dall’Unione europea», ha spiegato Borrell al termine del Consiglio, al quale ha partecipato da remoto anche il ministro degli Esteri dell’Ucraina Vadym Prystajko, «assieme agli altri membri della Duma che hanno sostenuto l’aggressione. Questo è un passo molto importante, i soli leader mondiali sanzionati dall’Ue sono Assad, Lukashenko e ora Putin». Ieri pomeriggio si sono riuniti anche i leader della Nato: «La Nato schiera per la prima volta la forza di reazione a titolo di difesa collettiva per evitare sconfinamenti sul territorio dell’Alleanza», ha annunciato il segretario generale Jens Stoltenberg. Al vertice erano presenti anche Finlandia e Svezia. In mattinata, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva avvertito: «La Russia non può non notare i persistenti tentativi della Nato di allargarsi includendo Finlandia e Svezia, compiuti in particolare dagli Usa. Mosca», aveva aggiunto la Zakharova, «considera un importante fattore della sicurezza la politica di non-allineamento di questi Stati. L’ingresso della Finlandia nella Nato avrebbe gravi ripercussioni militari e politiche». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha scritto su Twitter di aver parlato con il presidente americano Joe Biden: «Rafforzamento delle sanzioni, assistenza concreta alla difesa e una coalizione contro la guerra», ha twittato Zelensky, «sono stati i temi che ho appena discusso con Joe Biden. Grato agli Stati Uniti per il forte sostegno all’Ucraina».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)