2022-07-01
I giudici si schierano dalla parte di Baby Gang. Niente sorveglianza dalla Questura
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Zaccaria Mouhib, in arte «Baby Gang» (Ansa)
Per la seconda volta il tribunale di Milano respinge la richiesta di controllare il rapper. Su Instagram aveva minacciato le forze dell'ordine. I giudici del tribunale di Milano respingono le richieste delle forze dell’ordine, e danno ragione a Zaccaria Mouhib, noto con il soprannome di "Baby Gang". E’ quanto è stato deciso giovedì dalla sezione misure di prevenzione che ha dovuto esprimersi sulla richiesta da parte della Questura di Milano di applicare al rapper una sorveglianza speciale di almeno 4 anni. E’ la seconda volta che il giudice non accoglie le richieste della Questura. Le risse, gli assembramenti, le accuse di spaccio, i rapporti non certo idilliaci con polizia e carabinieri, non sono bastati a convincere il tribunale. Per i giudici Baby Gang è un rapper emergente, vanta 800mila follower sui social network, anche negli ultimi anni ha fatto spesso parlare di sé per video musicali fatti senza autorizzazione o risse. Eppures secondo la Questura Baby Gang sarebbe un «serio pericolo per la sicurezza pubblica». A dimostrarlo sarebbero diversi episodi e minacce che avrebbe fatto anche tramite i social network o nelle sue canzoni. Colpito nell’agosto del 2021 da un foglio di via che gli impedisce di stare a Lecco, quando fu ufficiale lui commentò così su Instagram «... avviso pure che qualsiasi volante o aggente a intestazione di cacciarmi nella città dove sono nato e cresciuto verrà tranquillamente aggredito». Non c’è solo questo. Le forze dell’ordine portano altri esempi, tra cui anche denunce e una rissa al locale Old Fashion di Milano «quando verso le ore 03.20, alla testa di un gruppo di circa trenta persone armate di bastoni, bottiglie di vetro e spranghe, Mouhib brandendo egli stesso una bottiglia, si presentava presso il locale per sostenere un membro della sua "Gang" Barbieri Mattia in arte 'Ronda Da Sosa" al quale era stato rifiutato l'accesso al locale per precedenti disordini. La situazione degenerava con lancio di oggetti e pietre verso gli addetti alla sicurezza del locale e scontri fisici con altri avventori, tra cui il competitor musicale del proposto Laoiung». Ma ci sono anche delle contraddizioni, a detta del giudice, sul comportamento di Baby Gang. Come, per esempio, un fermo di polizia che è avvenuto in corso Buenos Aires l’11 aprile di quest’anno. Quel giorno, a detta delle forze dell’ordine, Baby Gang era stato fermato con l’amico Moukafih (che si definisce «il mago del Tmax») a bordo del motorino. Stando alla ricostruzione della polizia i due avrebbero iniziato ad aggredirli. Ma in realtà in un video fatto con il cellulare proprio dai ragazzi si dimostrerebbe il contrario. L’avvocato di Baby Gang, Niccolò Vecchioni, l’ha depositato agli atti e il giudice gli ha dato ragione. Perché la reazione scomposta sarebbe stata delle forze dell’ordine, non del rapper e del suo amico. «Dalle immagini si vede con chiarezza che Mouhib è fermo vicino alle auto con dietro uno degli operanti, mentre Moukafih si pone di fronte e inizia a riprendere. A quel punto uno degli agenti, che si trova tra i due ragazzi, si butta contro il Moukafih cercando di impedirgli di riprendere. La sequenza al rallentatore mostra Mouhib che cerca di avvicinarsi all'amico aggredito da uno degli agenti ma che, con ogni probabilità, viene fermato dall'altro operante alle sue spalle e a lui vicinissimo, dato che nelle sequenze successive non è più visibile. Ciò che si vede, è che il Moukafih è solo con l'operante che lo prende dapprima di spalle e poi si avventa contro di lui, dopo essersi posto di fronte, facendolo cadere e facendo cadere il telefonino». La sentenza del tribunale, quindi, chiarisce «l'inesistenza dei delitti che a parere dell'organo proponente giustificherebbero l'applicazione della sorveglianza speciale». E soprattutto Zaccaria Mouhib, pur giovanissimo, è «ormai un artista affermato che vanta anche un contratto con una casa discografica internazionale».
Jose Mourinho (Getty Images)