2022-12-16
Dopo 6 anni arriva la richiesta di rinvio a giudizio per i vertici di Mps
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Marcello Viola e Alessandro Profumo (Ansa)
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola s'incamminano verso il processo dopo la decisione della procura di Milano. Il filone di inchiesta sui crediti deteriorati era stato riaperto nel 2021 dal gip Guido Salvini, che aveva rigettato una prima richiesta di archiviazione. «Sono tranquillo. Ho operato correttamente, nel pieno rispetto del (mutevole) quadro normativo e sempre nell'ambito di un proficuo e condiviso confronto con le Autorità di controllo» ha commentato l'amministratore delegato di Leonardo.A distanza di 6 anni, la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti di quattro persone tra cui gli ex vertici di Mps Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (ex presidente e ex amministratore delegato) nell'ambito dell'indagine per false comunicazioni societarie, falso in prospetto e aggiotaggio sul caso della corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati (Npl).A comunicarlo in una nota è, il procuratore della Repubblica Marcello Viola. E' stata stralciata invece la posizione della banca «che verrà definita separatamente». Il filone di inchiesta sui crediti deteriorati non ha avuto vita facile. Dopo essere rimasto nei cassetti per anni, era stato riaperto nel 2021 dal gip Guido Salvini, che aveva rigettato la richiesta di archiviazione dei tre pm che si erano occupati all'inizio delle indagini. Giordano Baggio, Stefano Civardi e Mauro Clerici erano stati anche indagati per omissione di atti di ufficio a Brescia per aver chiesto l'archiviazione degli ex vertici della banca toscana: le loro posizioni sono state poi archiviate quest'anno. «Sono tranquillo. Ho operato correttamente, nel pieno rispetto del (mutevole) quadro normativo e sempre nell'ambito di un proficuo e condiviso confronto con le Autorità di controllo», ha spiegato Profumo, attuale amministratore delegato di Leonardo (in scadenza nel 2023) in seguito alle notizie provenienti dal tribunale di Milano. La vicenda si trascinava ormai da diversi anni.Le indagini erano state chiuse a fine settembre. Era scoppiata anche una piccola polemica perchè Roberto Fontana, uno dei titolari dell'inchiesta, era stato eletto al Consiglio superiore della magistratura. Era comunque stato il giudice Salvini a far riaprire le indagini. Dopo la sua decisione era arrivata la perizia Bellavia-Ferradini, oltre 6mila pagine, disposta per verificare la corretta contabilizzazione delle rettifiche in base ai risultati di tre ispezioni di Bankitalia e Bce tra il 2012 e il 2017. I due professionisti avevano concluso che, tra il 2012 e il 2015, il Monte dei Paschi non aveva contabilizzato tempestivamente nei bilanci rettifiche su crediti per 11,42 miliardi di euro. La richiesta di processo avanzata dai pm Fontana e Giovanna Cavalleri, riguarda anche l'ex presidente Massimo Tononi, attuale presidente di Banco Bpm, l'ex dirigente Arturo Betunio.Il filone d'inchiesta sulla banca senese, il terzo a Milano, è stato condotte dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf, ed è relativo «ai bilanci ed alle comunicazioni al mercato per gli anni 2014/2015/2016» con riferimento alla «relazione semestrale pubblicata il 29 luglio 2016». Lo scorso maggio, infine, i commercialisti Stefania Chiaruttini e Luca Minetto hanno depositato una consulenza per conto dei due pubblici ministeri. Originariamente il numero degli indagati era maggiore, ma per molti la posizione è stata stralciata in vista di una richiesta di archiviazione.
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