2023-11-10
Maggioranza Ursula divisa, rinvio di 2 anni su Euro 7
Il voto favorevole va da Ecr, Ppe e Renew fino a Id. Sugli imballaggi il Pd sta con il centrodestra e chiede all’Ue di fermare la stretta.In Europa è levata di scudi contro l’introduzione per lo standard antinquinamento Euro 7 e per le nuove norme volute dall’Ue sul settore degli imballaggi. Nel primo caso, ieri il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione di compromesso sui nuovi standard con 329 voti favorevoli, 230 contrari e 41 astensioni per un testo che sarà ora sottoposto all'esame e alla successiva votazione del cosiddetto Trilogo. La vera novità è che la proposta prevede che l’introduzione del nuovo standard Euro 7 debba slittare di almeno due anni, elemento che rende molto felici i costruttori che sarebbero stati obbligati quanto prima ad adottare costosi meccanismi anti-inquinamento sui motori termici, quando la direzione del mercato è tutto a batteria. Il documento approvato dal Parlamento Ue è, insomma, una via di mezzo tra le scelte più restrittive della Commissione europea e quelle più leggere del Consiglio Ue. In pratica, gli eurodeputati sono concordi nel ridurre le emissioni di ossidi di azoto, particolato, monossido di carbonio, ammoniaca e altre particelle inquinanti proponendo «un’ulteriore ripartizione delle emissioni in tre categorie per i veicoli commerciali leggeri in base al loro peso, oltre che limiti più severi per le emissioni dei gas di scarico misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali per autobus e veicoli pesanti». In più, il Parlamento vuole «allineare le metodologie di calcolo e i limiti dell'Ue per le emissioni di particelle dei freni e i tassi di abrasione degli pneumatici» di tutte le categorie di veicoli allineandole alle norme internazionali attualmente in fase di elaborazione da parte della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite.D’altronde, come fa notare l’eurodeputato di Forza Italia-Gruppo Ppe, Massimiliano Salini, «la posizione che l’Europarlamento terrà nel Trilogo finale con Commissione e Consiglio accoglie molte priorità del Partito popolare europeo: il rinvio dell’entrata in vigore del nuovo regolamento di almeno due anni per le auto e almeno quattro per i mezzi pesanti, calcolati dalla pubblicazione di tutti gli atti delegati». «Sugli standard Euro 7, per la prima volta si è affermata una maggioranza di centro-destra, che va dai liberali di Renew fino a Id, passando dal Ppe e dall'Ecr, ed è riuscita a imporre il buon senso che fino a oggi è mancato nel Green Deal», ha detto ieri Nicola Procaccini, co-presidente di Ecr. «Il testo approvato è in fondo molto equilibrato», ha aggiunto Pietro Fiocchi (Ecr) che si è occupato del dossier, «siamo riusciti a dare un'impostazione pragmatica e siamo molto soddisfatti».Sempre in fatto di inquinamento c’è il nuovo regolamento sugli imballaggi proposto dall’Ue. Un insieme di norme che sta incontrando ben pochi favori e che vede gruppi politici di fazioni opposte unite contro delle regole che potrebbero uccidere l’industria del riciclo. All’interno di una nota controfirmata da Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil si fa notare proprio che la proposta di regolamento attualmente in discussione provocherebbe effetti pesantemente negativi sulle filiere produttive nazionali e sui consumatori. Il danno, in particolare, sarebbe importante per la filiera del riciclo dove l’Italia è leader in Europa.Nella nota si evidenzia che «Il nostro Paese è diventato punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile e ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite».Un paio di sere fa, in un noto ristorante di Bruxelles si sono riuniti politici e imprenditori del settore con l’idea di trovare una soluzione. Erano presenti 40 eurodeputati italiani appartenenti a tutte le forze politiche, Pd incluso, tutti concordi nel fatto che le nuove norme vadano cambiate.