2024-07-06
Nonostante la «cura» Fauci, RimbamBiden fa scappare a gambe levate i finanziatori
Per la virostar gli svarioni sono colpa degli antistaminici. Intanto, nasce un fondo dem di emergenza per sostenere un candidato alternativo. E pure l’erede Disney lo molla.Parafrasando un glorioso film di Otto Preminger, è una vera e propria tempesta quella che si è ormai abbattuta su Joe Biden, dopo la disastrosa performance da lui registrata al dibattito della settimana scorsa. Una tempesta che peggiora di giorno in giorno. Sì, perché non solo è arrivato un terzo deputato dem, Seth Moulton, a chiedere apertamente un passo indietro al presidente. Ma anche vari finanziatori stanno pericolosamente iniziando a voltargli le spalle.Secondo il New York Times, un gruppo di facoltosi sovvenzionatori dem starebbe raccogliendo 100 milioni di dollari per un fondo, chiamato Next Generation Pac, che verrebbe eventualmente usato per sostenere un candidato sostitutivo. «Altri finanziatori», ha aggiunto il quotidiano newyorchese, «minacciano di togliere i contributi non solo a Biden ma anche ad altri gruppi dem, a meno che Biden non si tiri indietro». Non a caso, uno storico finanziatore democratico, come il co-fondatore di Netflix Reed Hastings, ha detto che il presidente «deve farsi da parte per consentire a un vigoroso leader dem di battere Trump». Anche un’altra nota finanziatrice liberal, come la pronipote di Walt Disney, Abigail, ha detto che chiuderà i rubinetti se Biden non farà un passo indietro. Una posizione simile è stata espressa dal presidente del Moriah Fund, il filantropo Gideon Stein, che ha sospeso le proprie donazioni.L’addio dei finanziatori è forse un elemento ancora più preoccupante, per Biden, del crescente clima di ribellione che serpeggia tra i parlamentari. Neanche a dirlo, Donald Trump ne sta approfittando e ha chiesto ieri un nuovo dibattito «a tutto campo» con l’avversario. Il problema per Biden risiede nel fatto che, anziché diminuire, i dubbi sulla sua lucidità mentale stanno addirittura aumentando. Durante una recente intervista radiofonica, il diretto interessato si è confuso un’altra volta. «A proposito, sono orgoglioso di essere, come ho detto, il primo vicepresidente, la prima donna di colore a servire con un presidente di colore», ha dichiarato, evidentemente confondendo sé stesso con Kamala Harris. «Fate in modo che questo finisca. È una trascuratezza criminale da parte del Partito democratico», ha affermato l’ex consigliere di Hillary Clinton, Peter Daou, commentando questa ennesima gaffe del presidente.Ed ecco che quindi riaffiora la domanda: per quale ragione Biden si ostina a non sottoporsi a un test cognitivo? Si rifiutò di farlo nell’agosto del 2020. Inoltre, i suoi referti medici finora pubblicati - nel 2021, nel 2023 e nel 2024 - non includono questo tipo di esame. Come se non bastasse, appena martedì scorso, la Casa Bianca ha dichiarato che tale test non sarebbe necessario. Strano. Dovrebbe essere interesse del presidente fugare ogni dubbio sul suo stato di salute per riprendere serenamente la campagna elettorale. Il fatto che continui a evitare questo esame lascia onestamente il dubbio che abbia qualcosa da nascondere. Proprio ieri, il neurochirurgo Sanjay Gupta ha detto alla Cnn che Biden dovrebbe sottoporsi a esami neurologici, definendo «preoccupante» la sua performance televisiva al dibattito: una posizione ben diversa da quella dell’immunologo Anthony Fauci. Quest’ultimo si è detto convinto che il presidente possa proseguire la sua attività e che, secondo lui, l’intontimento durante il confronto televisivo sarebbe stato semplicemente causato da un antistaminico preso per il raffreddore. Teoria interessante: peccato che siano quattro anni che Biden è in preda a lapsus e stati confusionali.Purtroppo non è che molti giornalisti si siano finora granché interessati alla lucidità del presidente. E adesso in molti attendono l’intervista che sta rilasciando alla Abc, la quale è stata parzialmente diffusa ieri sera, quando La Verità era già andata in stampa, mentre per la versione integrale bisognerà attendere domani. Ebbene emergono due interrogativi. L’intervista sarà trasmessa revisionata? Ma soprattutto: il giornalista George Stephanopoulos metterà «sotto torchio» il presidente, chiedendo risposte chiare sulla sua salute e pressandolo sulla necessità di un test cognitivo? Bisognerà vedere, anche perché Stephanopoulos è uno dei giornalisti che, in questi anni, ha minimizzato la questione della lucidità di Biden: ad agosto scorso, si piccò quando Nikki Haley, all’epoca candidata alla nomination presidenziale repubblicana, disse nella sua trasmissione che il presidente non avrebbe terminato un eventuale secondo mandato a causa del suo «declino».Nel frattempo, ieri The Hill ha confermato il crescente peso di Jill e Hunter Biden in seno alla Casa Bianca. Sono d’altronde principalmente loro due che si stanno opponendo alla sostituzione del presidente, laddove l’entourage di Barack Obama preme per un siluramento. Un braccio di ferro che potrebbe arrivare a una svolta già tra oggi e domani. O Biden riesce a placare le preoccupazioni, raffrenando l’emorragia di sostenitori, elettori e finanziatori che sta subendo. Oppure la sua campagna elettorale tramonterà inesorabilmente.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.