2023-09-11
Ricciardi riesuma i «malati sani»: «Senza isolamento avremo in giro troppi asintomatici»
Walter Ricciardi annuncia un «inevitabile» boom di infezioni dovute agli asintomatici (assolti da recenti studi). Ma per chi è rimasto fissato con il Covid, la vera patologia è il dissenso.La tecnica è antica e più volte l’abbiamo smascherata. Consiste nel cambiare le parole per cambiare la realtà. Nel sostituire la narrazione (mistificatoria) alla realtà al fine di creare un mondo artificiale e soggettivo. Occorre dunque proteggere le parole, affinché non vengano snaturate. Difenderne le definizioni, perché non vengano pervertite. Lo statunitense Matt Walsh, ad esempio, ha girato un documentario di enorme successo intitolato What is a woman, in cui provvede a interrogare professori universitari, intellettuali e attivisti ponendo una sola e cristallina domanda: che cosa è una donna? Molti, troppi, non gli hanno saputo rispondere. Traslando il discorso dall’ambito gender alla questione Covid, bisogna domandarsi e domandare: che cosa è un malato? La risposta che fornisce la Treccani è chiara: «Chi è colpito da malattia, o è in genere non sano, temporaneamente o per costituzione». Del resto la parola deriva dal greco e significa letteralmente «che sta male». O meglio, questo significava prima che si sprofondasse nel delirio pandemico. Da quando il Covid ha fatto irruzione, infatti, il malato non è più colui che sta male. È, sostanzialmente, colui che non rientra nei parametri stabiliti dal potere dominante. Nei mesi bui dell’emergenza, malato era chiunque non avesse il green pass. Il possesso di una tesserina, di un codice che attestasse l’avvenuto atto di fede nei confronti della Cattedrale sanitaria era determinante per ottenere un posto nel novero dei sani. Questo slittamento di significato, come risulta evidente, provocava un immediato e totale distacco dalla realtà. Malato non significava più «colpito da malattia» bensì «disobbediente, deviante». Ecco la patologizzazione del dissenso, del tutto simile a quella che Vladimir Bukovskij ravvisava in Unione sovietica. Ovvero la nazione in cui era stata scoperta una nuova malattia: l’opposizione. Non contava più il reale stato di salute del singolo, ma il suo comportamento. Del resto esistevano persone dotate di green pass che si contagiavano e persone prive di tessera verde in perfetta forma. Ma queste ultime erano comunque accusate di spargere il contagio e impedire la sparizione del virus. Ora il green pass non c’è più, ma i teorici del dissenso come malattia non sono scomparsi, resistono più delle varianti Covid. E continuano a sostenere l’esistenza della più surreale delle figure: il malato sano. Tra i maggiori sponsor di questo abominio retorico vi è manco a dirlo Walter Ricciardi, relitto del passato pandemico che credevamo forse stato inghiottito dall’anonimato e invece è riemerso dal limo come se il tempo non fosse trascorso. Parlando con le agenzie di stampa dichiara compiaciuto: «Non è solo un rischio ma una certezza che avremo una ripresa di infezioni da Covid». Detto dall’uomo che ha fatto di tutto per imporre la strategia zero Covid in Italia, è quasi ridicolo. In pratica egli, rivendicandone l’efficacia, dimostra quanto fosse inutile e dannoso il suo approccio. Come tutti i profeti pandemici che si sono trovati nel tempo a dover giustificare il fallimento delle proprie ricette salvifiche, Ricciardi deve scovare un capro espiatorio a cui attribuire la débâcle. E non gli riesce troppo difficile. L’aumento dei casi, dice all’Adnkronos Salute, è «legato al fatto che moltissime persone asintomatiche vadano in ufficio, a scuola, nei luoghi affollati, sui mezzi di trasporto con il Covid essendo venuto meno l’obbligo di isolamento. O si capisce che contrastare il Covid significa anticiparlo attraverso misure di sanità pubblica oppure è chiaro che ci saranno, come in questo momento ci sono in altre parti del mondo, delle nuove ondate epidemiche». Lineare: se il Covid non è scomparso è colpa degli asintomatici, cioè dei proverbiali malati sani. Sconosciuti misteriosi che spargono pericolose particelle infette nell’aria. Anche in questo frangente, la realtà è totalmente trascurata. Uno studio pubblicato su Lancet in agosto e dedicato alle «emissioni virali nell’aria e nell’ambiente» ha mostrato che gli asintomatici emettono particelle virali in una quantità quasi inesistente, quindi il loro potenziale nocivo è prossimo allo zero. Per cui, semplicemente, Ricciardi sta mentendo. Forse ne è consapevole, forse no. Però in fondo non importa, perché ciò che a lui interessa è affermare una tesi: opporsi alle regole stabilite dai Sacerdoti della Scienza comporta una punizione divina, attira malanni e sciagure. Solo inchinandosi e chiedendo perdono gli italiani potrebbero salvarsi dall’ira degli dei pandemici. Se Roberto Speranza fosse ancora in sella e Ricciardi fosse ancora suo consulente, probabilmente saremmo già tornati alle mascherine obbligatorie ovunque o forse non avremmo mai visto cessare l’obbligo. Vero: i terroristi del virus non sono più in auge, ma non smettono di esercitare influenza, contribuiscono ad alzare la tensione e la pressione mediatica, con la consueta collaborazione dei quotidiani compiacenti. Hanno perso su tutta la linea e provocato disastri micidiali, ma non smettono di parlare, non si rassegnano al silenzio. Continuano a evocare spauracchi e a diffondere timore, a fomentare sospetti e paure. Ad accusare persone sane di portare il male. Prima hanno ridefinito il concetto di malattia creando il malato sano, adesso ridefiniscono la scienza medica tramutandola in jettatura.
Alessandro Benetton (Imagoeconomica)