I nostalgici dei diktat di quattro anni fa tornano in prima linea: il virus infetta più persone e loro lanciano allarmi e catastrofici presagi. Ma ospedali e terapie intensive sono vuote. Questa non è l’estate del 2020.
I nostalgici dei diktat di quattro anni fa tornano in prima linea: il virus infetta più persone e loro lanciano allarmi e catastrofici presagi. Ma ospedali e terapie intensive sono vuote. Questa non è l’estate del 2020.I nostalgici del Covid sono sempre più numerosi. Non ci sono soltanto le virostar, ossia i medici che all’improvviso si sono visti catapultare davanti alle telecamere e da quando l’emergenza è finita non si rassegnano a tornare dietro le quinte. No, gli orfani dell’epidemia sono molti di più e tra loro si annidano alti funzionari in crisi d’astinenza da circolare ministeriale e politici che soffrono perché non è più consentito rinchiudere in casa le persone con un semplice dpcm.Bei tempi quelli in cui sul calar della sera ci si poteva presentare davanti agli italiani per annunciare decreti senza dover rendere conto a nessuno, senza neppure un voto di Camera e Senato. La coreografia di Palazzo Chigi, decisa da Rocco Casalino, prevedeva domande rigorosamente contingentate e distanziamento d’ordinanza, così da poter ridurre il numero di partecipanti alle conferenze stampa. I provvedimenti della paura consentivano di mettere da parte le garanzie costituzionali, permettendo di disporre non soltanto della libertà dei cittadini, ma anche del diritto di utilizzo dei mezzi pubblici, di decidere a quali cure sottoporsi e le norme a tutela di stipendio e posto di lavoro. Eh sì, con la scusa dell’emergenza non si è andati troppo per il sottile e adesso che la paura è passata e certi metodi sono stati archiviati anche dal nuovo piano pandemico, c’è comunque chi non si rassegna al ritorno alla normalità. Dunque ecco comparire sulle pagine dei giornali e sui principali siti di informazione una serie di preoccupati report sulla diffusione del virus. Hans Kluge, direttore regionale dell’Oms, ha scritto: «Stiamo assistendo a un chiaro aumento nelle malattie e nei ricoveri per Covid in diversi Paesi membri dell'Oms Europa, la maggior parte dei casi confermati di Covid-19 riguarda, senza sorpresa, persone di età superiore ai 65 anni». E quindi via alla solita litania: fare il vaccino aggiornato, mascherine in spazi chiusi per i fragili. «I vaccini salvano vite», conclude. Ormai nessuno lo chiama più coronavirus o Covid, isolamento. perché dilagano le varianti e ognuna ha un nome diverso che si fa pure fatica a ricordare, come Kp3 e derivazioni relative. Tuttavia, nostalgici e allarmati speciali non lesinano nelle previsioni catastrofiche. Nonostante l’estate, che quattro anni fa era considerata salvifica in quanto consentiva di vivere all’aperto e, dunque, di ridurre i contagi, si moltiplicano gli appelli a non abbassare la guardia e gli inviti alla prudenza. Il numero di positivi pare sia in crescita esponenziale addirittura di cinque volte. Colpa dei viaggi, ma anche di Taylor Swift. Che c’entra la multimiliardaria cantante americana? Il suo tour favorirebbe gli odiati assembramenti e, dunque, la diffusione dei contagi. Fabrizio Pregliasco, scongelato per l’occasione insieme a Matteo Bassetti, prevede cicli di quattro o sei mesi e, tanto per essere rassicurante, spiega che, a differenza delle precedenti, queste varianti sono immunoevasive, vale a dire che possono infettare anche persone già colpite dalla malattia. Insomma, prendi due virus con una sola fava.Sarà, ma mentre le virostar si agitano, nelle corsie degli ospedali è calma piatta. Già, nonostante gli esperti facciano a gara per terrorizzare le persone (e anche a suggerire nuove penta vaccinazioni), nei reparti di terapia intensiva, quelli presi d’assalto nella primavera di quattro anni fa, non c’è alcun sovraffollamento. Insomma, il Covid circola come qualsiasi malattia endemica e come avevano previsto gli esperti più lungimiranti i quali, perplessi nei confronti dei lockdown e delle vaccinazioni di massa, suggerivano di non arrestare la corsa del virus, perché solo così l’epidemia si sarebbe fermata, trasformandosi in una banale influenza. Perché a fronte di un aumento dei contagi, nella pazza estate del 2024, non c’è un incremento della mortalità. Ma alle virostar in crisi d’astinenza l’allarme manca troppo per far notare questo piccolo dettaglio.
Christine Lagarde (Ansa)
I tassi restano fermi. Forse se ne parlerà a dicembre. Occhi sulla Francia: «Pronti a intervenire per calmare i mercati».
Peter Mandelson, amico di Jeffrey Epstein, e Keir Starmer (Getty)
Il primo ministro: «Rimosso per rispetto delle vittime». Pochi giorni fa lo difendeva.
Il problema non sono i conti pubblici, ma il deficit della bilancia commerciale. Dovuto a una moneta troppo forte, che ha permesso acquisti all’estero illimitati. Ora per tornare competitivi serve rigore, ma senza poter smorzare le tensioni sociali con la svalutazione.