2019-08-26
Luca Zaia: «Salvini ha fatto bene.
Era tutto bloccato, la crisi può diventare una chance»
Il governatore veneto: «Sull'autonomia non molleremo, chiunque vada a Palazzo Chigi. In questi 15 mesi abbiamo soltanto perso tempo. Matteo ha fatto bene a battere i pugni, la crisi può diventare un tagliando».Mai una gioia. Il Veneto di Luca Zaia ha approvato in pieno agosto una manovra finanziaria regionale per il 2020 «tax free»: ai contribuenti veneti viene applicata l'addizionale minima prevista dalla legge senza ulteriori inasprimenti. È l'unica regione in Italia che evita l'accanimento fiscale. «Decima volta in 10 anni», sorride il governatore veneto. Ma non c'è stato il tempo di esultare. La caduta del governo Conte impone una brusca frenata a tutti i dossier aperti sul tavolo di Zaia. Con il rischio fortissimo che un eventuale nuovo governo M5s-Pd non li riapra.Presidente, come giudica la decisione di Matteo Salvini di aprire di fatto la crisi?«Premetto che non faccio l'avvocato difensore di nessuno. Ma mi sento di dire che ha fatto bene a porre la questione. Invece di fare tante teorie, qualcuno dovrebbe pensare che se Salvini non avesse battuto i pugni ci saremmo trovati in un mega pasticcio durante la finanziaria».Quindi il problema era come impostare la legge di bilancio?«Ormai si è capito che con i grillini non andiamo da nessuna parte. Penso sia chiaro quanto è accaduto. L'esperienza che ho avuto io, da veneto, ma credo che nel Nord Italia sia un'esperienza che tanti hanno provato, è stata infelice».Faccia qualche esempio.«Pedemontana veneta: 2.258.000.000 euro. Stiamo parlando della maggiore infrastruttura stradale in cantiere oggi in Italia, sono quasi 100 chilometri. I grillini sono contro. Ci siamo dovuti arrangiare per sbloccare un'opera che si era incagliata. Sarà conclusa nel dicembre 2020 ma con l'opposizione loro oltre a quella delle altre minoranze in Consiglio regionale».Oltre la Pedemontana?«La Tav. In Veneto nessuno ha mai messo in dubbio quest'opera. Nessuno scrive che qui i no Tav non esistono mentre da anni, non da ieri, si è costituito un comitato pro Tav».L'onorevole grillina Federica Businarolo ha spostato il domicilio parlamentare a casa di uno che dovrebbe subire un esproprio a Castelnuovo del Garda.«È la riprova che i 5 stelle non vogliono la Tav nemmeno in una regione dove non ci sono Alpi da scavare. Prendo atto che si sono persi 15 mesi per discutere del nulla perché l'alibi dei costi benefici qui non regge».Veniamo alle Olimpiadi.«I Giochi sono ossigeno per noi. Bocconi, Sapienza e Ca' Foscari, le tre università incaricate dal governo e dalle due regioni, Veneto e Lombardia, di studiare l'impatto economico delle Olimpiadi hanno calcolato con precisione l'incremento del Pil prima, durante e dopo. In nessun caso il Pil decresce. Questi invece hanno voluto portare il governo su questa posizione: se volete le Olimpiadi, ve le pagate».Voi che fate?«Ce le paghiamo. Questa settimana ho fatto una delibera pluriennale che mi impegna per 215 milioni di euro. Soldi del Veneto. Altrettanto farà la Lombardia e poi anche il Trentino Alto Adige. Questa è la situazione».E l'autonomia?«Che dire? Questo è il gaudio magno. Allora: facciamo un referendum, questi lo sostengono, addirittura lo votano in Consiglio regionale. Ricordo che per il referendum noi abbiamo fatto una legge che prevede le 23 materie. Il risultato se lo ricordano tutti, 98,1% favorevoli. Da allora, soltanto discorsi inutili. Io sono fermo a Conte che a fine 2018 diceva: entro febbraio firmeremo l'accordo con le regioni. Siamo arrivati ai primi di agosto per sentire Luigi Di Maio che ci dice, da Napoli, da casa sua, che farà una commissione di esperti e accademici partenopei per valutare l'autonomia».Non vanno bene?«Non ho niente contro le commissioni né contro gli accademici partenopei che sono i più bravi del mondo, ma queste cose le fai il primo mese di governo, non dopo 15 mesi che discutiamo. I grillini sono riusciti a rieditare concetti che tutti in Italia avevamo dimenticato: la guerra del Nord contro il Sud. Sono loro che hanno parlato di secessione del Nord e di Paese di serie A e di serie B. Tutte cose morte e sepolte».Non è così?«Ci sono cinque regioni in Italia che hanno già l'autonomia e altre 11, con il Veneto, che l'hanno chiesta e avviato il processo. Fanno 16 su 20: come si fa a dire che è un capriccio del Nord? Vuol dire non sapere nemmeno che cosa sta accadendo».Che cosa dice il Nord sulla trattativa per il governo tra 5 stelle e Pd?«È stucchevole. Già il fatto che si chiudano in una stanza per capire se possono andare d'accordo, è una cosa che grida vendetta. Non c'è bisogno di ricordare quante ne ha dette Grillo a Renzi quando si videro. La Boschi pur di fermare Salvini è disposta ad accordarsi con chiunque: bella base programmatica».Che fine farà l'autonomia con un governo M5s-Pd?«Saremo un nido di vespe come lo siamo stati con tutti i governi: quelli del Pd, che mi hanno fatto una guerra paurosa portandomi davanti alla Corte costituzionale, e anche con quello appena caduto. Le mie dichiarazioni sono sotto gli occhi di tutti perché sono sempre stato molto lineare. Lo sarò anche con il prossimo. Il referendum sarà il loro tormento: 2.238.000 veneti sono andati a votare non perché non sapevano che cosa fare quella domenica fredda e piovosa del 22 novembre 2017, ma perché ci credono. Sappiano che la periferia dell'impero ne ha le palle piene».Non ha fiducia nel Pd? Hanno chiesto l'autonomia anche regioni governate dai democratici.«Hanno detto: non diamo l'autonomia al Veneto perché Zaia chiede 23 materie, troppe. E perché non la dai a Chiamparino che ne chiedeva 12 per il Piemonte? O a Bonaccini che ne chiedeva 15 per l'Emilia Romagna? Dicono che il modello di Bonaccini è migliore: benissimo, date intanto l'autonomia a lui. Invece nulla».Insomma, Salvini ha fatto bene a rovesciare il tavolo.«Si stava trasformando in un'agonia pericolosa per il Paese. E lo dice uno che non ha mai tifato perché questo governo andasse a casa. Ma a tutto c'è un limite. Questa crisi potrebbe trasformarsi in un tagliando, vero, profondo, dove i “no" si trasformano in “sì" come ha giustamente osservato Salvini, oppure si va a votare. Non vedo altre soluzioni. La via maestra rimane comunque il voto».Salvini ha detto che vuole i pieni poteri.«Ho sentito che qualcuno si è indignato, il politicamente corretto vieta di dire che vogliamo un governo forte. Diciamola diversamente. Potremmo avere un governo con numeri tali da non avere più alibi nei confronti dei cittadini se non fa le cose. Così va meglio?».Anche gli industriali non ne possono più.«Appunto. Ma non puoi pensare di esordire chiamandoli “prenditori", e lo dico da figlio del popolo: i miei nonni sono tutti contadini e mio padre non è un industriale. Imprenditore e lavoratore sono gemelli siamesi: muore uno, muore anche l'altro. Invece i grillini hanno basato tutta la loro politica sull'odio sociale, della serie: controlla il vicino di casa perché forse ti frega».Crede che il governo M5s-Pd nascerebbe contro il Nord?«È evidente. Qui i 5 stelle non valgono il 10%, il Pd nelle ultime elezioni è sempre stato massacrato, mi chiedo come possano rappresentare questi territori. Quando toccavano a noi le percentuali basse ci dicevano che non eravamo rappresentativi. Adesso ne prenderanno atto anche loro».Il Veneto ha approvato una manovra record.«L'abbiamo votata in agosto, con 5 mesi di anticipo, e ci permettiamo il lusso di non prelevare dalle tasche dei veneti 1.179.000.000 euro all'anno. E questo è il decimo bilancio. Ovviamente ho tirato la cinghia per bene, ho fatto economie di scala, ho messo in vendita tutto quello che non serve alla Regione. Avevamo immobili, aziende agricole, alberghi, inquilini che non pagavano, gente che si arricchiva sui nostri beni. Abbiamo fatto pulizia come farebbe un buon padre di famiglia».Avrebbe voluto farla anche il governo Conte.«Penso ci siano tutti i presupposti per raddrizzare questo Paese. Salvini ha già annunciato una manovra da 50 miliardi di euro già pronta per lasciare più soldi nelle tasche dei cittadini e fare riprendere i consumi».In Veneto la Lega governa con il centrodestra. Significa qualcosa se si dovesse andare a votare in autunno?«Sono scelte che spettano al segretario per statuto e per scelta politica».Ma la sua esperienza con questi alleati com'è?«Ho sempre fatto la campagna elettorale in alleanza e nelle mie amministrazioni non ho mai avuto problemi, anche se in questo secondo mandato i numeri della Lega sono schiaccianti».Si ricandiderà per il terzo mandato?«Le campagne anzitempo le faccio fare agli altri. Mi esprimerò sulle regionali 2020 quando sarà ora. Per ora sono concentrato sui miei dossier».Cioè Pedemontana, Olimpiadi, Tav...«... Prosecco patrimonio dell'umanità, i Pfas inquinanti, il lavoro: noi abbiamo gestito una crisi al giorno. E poi le altre partite infrastrutturali e ambientali».Come le grandi navi in laguna.«Altro guaio. Il 2 giugno incidente alle Zattere con la nave che va a cozzare contro la banchina. Il ministro dice di avere la soluzione pronta, invece siamo a fine agosto e non è successo niente».
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)