2020-09-24
Resa dei conti nel M5s. Dibba contro Di Maio e Crimi sceglie la fuga
Oggi l'assemblea fisserà la data della faida agli Stati generali Roberto Fico si allea con Giggino. Beppe Grillo torna a flirtare con Davide Casaleggio.La scissione nel M5s non è mai stata così vicina. Oggi, alle 18, è in programma l'assemblea congiunta dei parlamentari pentastellati: all'ordine del giorno ci sono Stati generali e riorganizzazione del Movimento. A quanto risulta alla Verità, Alessandro Di Battista potrebbe uscire allo scoperto e chiedere che si voti su Rousseau il nuovo leader: il Dibba punta a un duello con Luigi Di Maio. Vuole il controllo del M5s, Di Battista, che in Parlamento può contare su pochissimi deputati e senatori, una ventina, ma che sente di avere il consenso tra i militanti, soprattutto i pionieri dei meet up che non hanno mai digerito l'alleanza col Pd. Dall'altro lato, si registra una convergenza tra gli altri due ex pupilli di Beppe Grillo: Di Maio e Roberto Fico. Tra il presidente della Camera e il ministro degli Esteri, dopo mesi di divergenze, è scoppiata la pace. L'asse partenopeo punta alla stabilità del governo e a un'alleanza strutturale col Pd: Fico è sempre stato di questo avviso, Di Maio si è convertito di recente. Chi ben conosce cosa si muove dietro le quinte del M5s, prevede una vera e propria bufera oggi in assemblea: «Ci sarà uno scontro», rivela una fonte di primo piano, «sulla organizzazione interna, ma alla fine non aspettatevi chi sa quale sbocco concreto. Di Battista vuole far cadere il governo, ma non ha una strategia e in Senato può contare su qualche fedelissimo, ma i numeri per andare avanti Conte li troverà sempre. L'asse con Davide Casaleggio? Beppe Grillo lo ha incontrato, si sono parlati, non credo che Casaleggio romperà con Beppe». Non manca un aspetto di pura comicità: il reggente Vito Crimi non parteciperà all'assemblea da lui stesso convocata, per evitare di subire attacchi. Poche ore dopo questa riflessione affidata alla Verità, Grillo ufficializza il disgelo con Casaleggio intervenendo al ciclo di dialoghi pubblici promossi dal presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, dal titolo «Idee per un nuovo mondo»: «Non credo più assolutamente nella rappresentanza parlamentare, ma credo nella democrazia diretta attraverso il referendum. Quando usiamo un referendum», dice Grillo, «usiamo il massimo dell'espressione democratica, e per me la domanda andare a votare Sì o No alla riduzione dei parlamentari, è come fare una domanda a un pacifista su essere a favore o meno della guerra. Possiamo fare tutto», aggiunge Grillo, «con il voto digitale. Sono andato ancora a votare con una matita, dietro una cabina... Noi abbiamo lanciato Rousseau. Una piattaforma dove un cittadino può dire, consigliare, votare a tutti i livelli, proporre una legge. Oggi», sottolinea il garante del M5s, «si può fare un referendum alla settimana». La separazione consensuale tra M5s e Casaleggio, a quanto riporta l'Adnkronos, ruoterebbe intorno all'uscita di Davide dal M5s, staccando il Movimento dalla piattaforma, continuando a garantire alla Casaleggio il pagamento dei 300 euro mensili chiesti a parlamentari e consiglieri regionali, ma con una nuova formula, quella della fornitura di servizi. L'ipotesi non convince la maggioranza dei parlamentari, ma è comunque il segnale del divorzio imminente. Tornando al dibattito interno al M5s, ecco Fico: «Ci può essere un percorso nuovo nel M5s», dice il presidente della Camera, «ma nello stesso tempo si va avanti con questa maggioranza e con il governo, che deve rimanere saldo perché dobbiamo affrontare un momento storico, quello della spesa dei 209 miliardi del Recovery fund. Non sono preoccupato per il risultato delle regionali, perché sappiamo che le amministrative per il M5s sono molto diverse dalle politiche nazionali, dove sarà tutta un'altra storia, perché i risultati che abbiamo raggiunto con il governo e il Parlamento», aggiunge Fico, che dunque considera scontata l'alleanza col Pd, «saranno sicuramente spesi nel migliore dei modi». Sulla stessa lunghezza d'onda, seppure con toni più sfumati, Luigi Di Maio: «L'obiettivo del M5s», scrive su Facebook il ministro degli Esteri, «è sempre stato quello di aggregare, di condividere principi e valori. Quello di unire, e non dividere. Siamo nati per questo, e infatti il modello delle alleanze nelle amministrative ha funzionato». Una giravolta niente male, per chi ha fatto di tutto per tenere il M5s nel solco del «terzo polo», ma ormai la strada è segnata: col Pd e la sinistra finché morte (politica) non li separi.A proposito di morte politica: il sindaco di Roma, Virginia Raggi, sacrificata dal M5s sull'altare dell'alleanza col Pd, non molla e affida a un'intervista al «Romanista» la sua determinazione: «Spero di inaugurare il nuovo stadio della Roma da sindaca», dice la Raggi. «Contrariamente a quanto affermato oggi da organi di stampa», fa sapere il M5s, «non esiste alcun piano del Movimento finalizzato a non ricandidare Virginia Raggi a sindaco di Roma nel 2021. Tale ricostruzione à priva di qualunque fondamento». Virginia stai serena.
Charlie Kirk (Getty Images)