2018-06-13
Negli Usa con jet privato di lusso.
Chi paga 150.000 euro per Renzi?
Se lo era chiesto il direttore Maurizio Belpietro nei giorni scorsi, quando l'ex premier si vantò dei suoi discorsi a pagamento in giro per il mondo. Ma ora la domanda diventa ancora più di attualità: abbiamo scoperto i dettagli del viaggio del Bullo, con scorta e segretario al seguito, al memorial per Bob Kennedy. Che lusso per un senatore...Chi è davvero Matteo Renzi? Quali interessi rappresenta? Se lo era chiesto il direttore Maurizio Belpietro nei giorni scorsi, quando lo stesso ex premier si vantò dei suoi discorsi a pagamento in giro per il mondo e in particolare in Stati dove le libertà sono compresse. Ma la domanda diventa ancora più di attualità oggi che abbiamo scoperto che per le sue trasferte utilizza persino jet privati il cui noleggio costa molte decine di migliaia di euro. L'ultimo esempio è il recente viaggio negli Stati Uniti per il cinquantenario della morte di Robert Kennedy. La famiglia dell'ex ministro della Giustizia americano e candidato alla presidenza lo ha invitato per stare sul podio poco più di due minuti a leggere (con la pronuncia dello studente del primo anno del Trinity) un breve stralcio di un celebre discorso del giovane politico trucidato a Los Angeles il 6 giugno 1968.Renzi, nonostante sia un senatore semplice ridimensionato dagli elettori italiani, continua a frequentare il bel mondo del potere liberal americano, povero di elettori, ma ricchissimo di fondi e finanziamenti. Una ristretta élite che continua a coccolarlo. Tanto da mettergli a disposizione per quei 143 secondi di declamazione un jet privato. Renzi con tre persone al seguito è partito il 5 giugno, è atterrato a Washington ed è ritornato in Italia il 7 giugno. A che prezzo? Cliccando sul sito Privatefly, il costo stimato per quattro passeggeri, con andata sempre il martedì (per esempio il 19 giugno) e ritorno il giovedì (21 giugno) parte da 85.000 euro. Ma si tratta di un'offerta base. La cifra reale (salvo sconti) per la traversata oceanica - secondo un esperto contattato dalla Verità - con una compagnia di livello come la Leader si aggirerebbe intorno ai 150.000 euro, considerando le ore di volo e la sosta di tutto l'equipaggio. Praticamente 1.000 euro per ogni secondo della lettura di Renzi, senza considerare vitto e alloggio per i quattro ospiti. Nel 2016 scrivemmo che mentre affondava il suo sogno di vincere il referendum, Matteo aveva già pronto il piano B. A svelarlo era stato il padre a una nostra fonte: «Il babbo di Matteo, Tiziano, non fa mistero con gli amici che l'ex Rottamatore ha già pronta l'exit strategy: girerà il mondo e farà conferenze, magari come consulente di banche e multinazionali, da Jp Morgan ad Amazon», scrivemmo. Forse l'ex capo del governo ha davvero usato bene quei tre anni a Palazzo Chigi. Più che per gli italiani per sé stesso, visto il suo amore per il lusso e le comodità. Infatti, sebbene ami farsi immortalare (dal fotografo che è rimasto a libro paga di Palazzo Chigi?) in bicicletta o in sella a una Vespa azzurra in giro per la sua Firenze, immagini buone per Facebook e gli altri social network, quando si tratta di spostarsi per davvero preferisce le confortevoli Audi (magari messe a disposizione dall'amico imprenditore Andrea Bacci) se non addirittura i jet privati. Viene da sorridere ripensando alle polemiche innescate dai piddini guidati da Michele Anzaldi per l'aereo di Stato utilizzato da Giuseppe Conte per raggiungere il G7 di Charlevoix in Canada. Anche perché i nuovi ministri stanno usando quasi tutti i voli di linea, da Marco Bussetti, titolare dell'Istruzione, a Barbara Lezzi, al vertice del dicastero per il Sud. Persino il capo del Ministero dell'Economia e delle finanze Giovanni Tria volerà nei prossimi giorni come un passeggero qualunque, così come il ministro dell'Interno Matteo Salvini che fa avanti e indietro da Milano utilizzando gli aerei di linea. Una scelta che può avere qualche controindicazione come hanno dimostrato gli sberleffi dei sindacalisti imbarcati sullo stesso volo del ministro dell'Interno. A organizzare il volo di Renzi per Washington è stata la società «Leader» di Ciampino, «Luxury airtaxi» si legge sul sito. «Leader volare da leader» è il motto della compagnia che offre catering di chef stellati, limousine e altri lussi a chi viaggia con loro. Sono lontani i tempi in cui l'allora Rottamatore dichiarava la guerra alle auto blu. Il 5 giugno Matteo è salito su un Dassault Falcon 900 Ex bianco, «un trireattore lungo raggio a cabina larga che spicca nella sua categoria per prestazioni, comfort ed efficienza». Sempre dal sito apprendiamo: «La grande cabina passeggeri è divisa in due aree. Questo permette un alto livello di comfort e privacy per i passeggeri a bordo, sia durante il giorno che di notte. Il divano letto a disposizione nella cabina dei passeggeri è progettato per fornire il massimo comfort durante i voli a lungo raggio effettuati di notte». La capacità è di 12 persone, ma a bordo il 5 giugno ce n'erano circa la metà: il comandante, il vice, una hostess, Renzi, due uomini di scorta, compreso Giovanni Serra, il suo angelo custode ai tempi di Palazzo Chigi e il segretario particolare Benedetto Zacchiroli. Per chi non l'avesse mai sentito nominare, Zacchiroli merita un breve inciso: ex girotondino, ex consigliere per gli Affari internazionali del sindaco bolognese Sergio Cofferati, ex assessore del successore Valerio Merola, ex seminarista, laurea in Teologia e gay dichiarato («passava come sempre il sabato sera a ballare all'Arcigay del Cassero», ci ha informato L'Espresso nel 2016), è stato presentato da Lucio Dalla a Matteo Renzi una decina di anni fa. La leggenda vuole che il cantautore abbia proclamato: «Benedetto ha caratteristiche simili al mio amico Matteo. Non è uno dei soliti sapienti, e saggi, che ormai non sono più né sapienti né saggi». Renzi nel 2016 lo ha ingaggiato a Palazzo Chigi come capo segreteria tecnica. E ancora se lo porta in giro per il mondo, forse per le sue doti di poliglotta: Zacchiroli parla fluentemente inglese, francese e portoghese. Ad accogliere la mini delegazione italiana alla commemorazione c'erano Joe Kennedy, il pronipote di Bob Kennedy, e Bill Clinton, neo scrittore di romanzi gialli. Sorrisi e pacche sulle spalle. Nell'imponente anfiteatro memoriale del cimitero militare di Arlington, Renzi ha preso la parola e ha letto, come detto, alcune frasi di uno storico discorso di Bob Kennedy sul Prodotto interno lordo. Resta la domanda: chi paga e perché i viaggi di Renzi in giro per il mondo, dal Qatar alla Cina, dal Kazakistan a Washington? Il senatore semplice del collegio di Firenze, Scandicci, Signa, Lastra a Signa e Impruneta sul punto, interrogato nei giorni scorsi dal direttore Belpietro, ha preferito sorvolare. Resta un fatto: se con la politica non ha rilanciato l'Italia, ha certamente migliorato il suo conto in banca e il suo tenore di vita.